La vetta non più dimenticata

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Marzia, esattamente un anno fa, ha pensato bene di turbare le anime di tanti bikers con un report su un sentiero al confine fra Italia e Svizzera, nella zona del passo Umbrail. Si intitolava “La vetta dimenticata“,  e parlava di una mitologica discesa da quota 3000 metri sul livello del mare. Come poter resistere alla tentazione, trovandomi più in meno in zona, ovvero a Livigno?



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Dopo studi serali di cartine e dopo una telefonata con il guru del Piz Umbrail (questo è il nome della citata vetta) avevo trovato un percorso che non mi costringesse ad usare l’auto: da Livigno ai laghi di Cancano passando per la Val Alpisella, alla Val Mora a Santa Maria al Passo Umbrail al Piz Umbrail alla Val Mora e ritorno a Livigno per la Val Trela. Se tutti questi nomi non vi dicono niente eccovi la cartina: http://tc.mtb-forum.it/traccia.php?id=89182. Da Santa Maria al passo Umbrail abbiamo preso l’autobus postale svizzero.

Dovevo trovare i compagni di viaggio, cosa non troppo difficile in questo periodo di vacanze: Manuel é qui a Livigno a girare, e il Nonnocarb, da Merano, può aggregarsi a noi a Santa Maria. Qualche messaggio, una (o due) birre per scambiare qualche parere con Manuel e il giro è organizzato. Aspettiamo la giornata del 21 agosto, dato che il 19 aveva piovuto, il 20  tirava un gelido vento da nord e per il 21 era prevista alta pressione perfetta.

Unico problema: l’autobus parte da Santa Maria in Müstertal alle 9:15 di mattina o alle 14 di pomeriggio. Visto che il giro è lungo, siamo costretti a prendere quello della mattina, con partenza all’alba da Livigno- almeno io e Manuel, il Nonnocarb arriva tranquillo in auto alla fermata.

La sera prima preparo i mezzi da combattimento e vado in branda, puntando la sveglia alla malsana ora delle 5:30.

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Alle 6:15 incontro Manuel presso la Latteria di Livigno. Il cielo é plumbeo, una nebbia bassa non ci alza di certo il morale per la sgroppata che ci stiamo per fare. Iniziamo la ripida salita verso il passo d’Alpisella, riscaldandoci da una temperatura invernale.

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Manuel è in sella ad una Cannondale F29 da 9 chili o poco più e detta il tempo. Arriviamo in fretta al passo, per fortuna visto che la salita non molla mai. Quassù tira un po’ di vento, cominciamo a scendere ed ecco che le nuvole si aprono. Sono le 07:09 di mattina quando ho scattato questa foto col cellofono:

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La discesa presso le sorgenti dell’Adda è veloce e divertente, ma soprattutto al sole!

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Arriviamo ai laghi di Cancano, da cui ci dirigiamo verso il Passo Mora. Non fatevi ingannare dal nome, il passo è quasi allo stesso livello dei laghi, ma qui fa un freddo boia. “Ci saranno circa 10 gradi”, dice Manuel. Controllo il Garmin: -1.7°! Le mie mani sono congelate, così come i suoi piedi. Quella che vedete nella foto è brina.

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Percorriamo il bel singletrack in leggera salita che ci porta alla Val Mora, dove il sole tarda a farsi vedere. Siamo ormai congelati completamente, continuiamo a pedalare per non ghiacciare del tutto, o forse  per raggiungere il prima possibile i raggi del sole che si vedono in lontananza. Arriviamo al passo “La stretta”, da dove inizia la lunga discesa verso Santa Maria, finalmente al sole.

Siamo in paese per le 8:40, perfettamente in tempo per concederci una seconda colazione in un posto che pullula di bikers tedeschi che stanno facendo la traversata delle Alpi. È una pasticceria, e l’Apfelstrudel va giù che è un piacere. Nel frattempo arriva, bello fresco e riposato, Nonnocarb, con cui prendiamo l’autobus che ci porta al Passo Umbrail.

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L’autobus postale non solo ha i ganci, ma addirittura un carrello portabici. Avevo prenotato tre posti il giorno prima, per fortuna visto il numero di bikers. Non fosse che l’autista ci salassa facendoci pagare il trasporto bici come una persona intera. Se non altro fa la guida turistica in Schweizer Deutsch durante la salita al passo.

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Dal passo, quota 2500, si fa sul serio, cioé si spinge (molto), pedala (poco) e porta (abbastanza) la bici per 500 metri di dislivello fino alla cima della montagna di fronte a noi, il Piz Umbrail, o Piz Muldox che dir si voglia.

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Ci sono anche dei tratti attrezzati con delle catene.

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Dopo un’ora scarsa siamo in cima, in compagnia di qualche escursionista a piedi. Poco dopo ci raggiunge un biker del Triangolo Lariano (scrive nel Punt!), di cui non ricordo il nome ma la Canyon Torque.

Non è una cariatide, sono io con il mio deretano sul Piz Umbrail!

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Membri della famiglia.

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Il paesaggio é lunare, il panorama spaziale: Ortles, Bernina, Cima Piazzi, l’Etna e addirittura l’Everest si possono vedere in questa giornata tersa. Non resta che provare la discesa dello sceriffo.

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Un po’ a malincuore, perchè avrei voluto scoprirlo io, devo ammettere che il sentiero è meravigliosamente perfetto per le bici, sembra proprio essere stato pensato per i velocipedi da montagna: pochi ostacoli sul percorso, spesso liscio come una tavola da biliardo, ma soprattutto con una linea sinuosa che discende in questi posti spettacolari.

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Le mie foto cellofoniche e quelle di Nonnocarb, che vedete qui, non vogliono certo competere con quelle di Marzia. Il meteo invece si. Il cielo terso si rispecchia nel Lago di Rims, che ha un colore che invita ad un tuffo, non fossero le sue acque fredde ghiacciate.

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Anche dopo il lago il sentiero rimane da antologia, con qualche serpentina superliscia e tanto flow.

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Quella che vedete sullo sfondo dell’ultima foto qui sopra è la strada della Val Mora, che di lì a poco ripercorreremo in salita per tornare ai laghi di Cancano passando per un altro divertente sentiero, quello del Passo Mora.

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Anche lo sterraro é bello, visto i posti fantastici che si attraversano.

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Ai laghi salutiamo Nonnocarb, che torna a Santa Maria passando per il Passo del Gallo, dove si scatena in autoscatti sopra il lago di Livigno.

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Io e Manuel, invece, ci dilettiamo con la ripida salita al passo Trela. Alla fine abbiamo 2300 metri di dislivello nelle gambe, prima di imboccare la velocissima discesa verso Livigno, e il mio ginocchio sinistro, probabilmente un po’ infiammato dagli ultimi 12 giorni di mountain bike senza pausa, urla pietà. Ma non ne avrà, perché la discesa é troppo divertente per andare piano. E soprattutto non vedo l’ora di togliere un po’ di polvere dal gargarozzo con una bella birra fresca.

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Informazioni

Il giro partendo da Bormio

La traccia del giro da Livigno (itinerario con descrizione a breve)

Prenotazione e orari autobus Santa Maria – Passo Umbrail

Prenotazione e orari autobus Bormio- Passo Umbrail

NB: la discesa dal Piz Umbrail é frequentata anche da escursionisti a piedi. Fate attenzione e rallentate.

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