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Alla fine del mese di maggio 2015 avevamo pubblicato il test della Sam in alluminio, seguito a ruota dalla presentazione della Sam in carbonio. Come promesso, eccovi ora il test approfondito della versione Team, interamente in carbonio.
Analisi statica
Per non perdere troppo tempo negli stessi identici dettagli che avete letto quattro settimane fa, vi rimando all’articolo di presentazione, anche per le geometrie. La bici in test è uguale a quella. Stesso allestimento, stessa corona da 32 denti per lo Sram XX1 con direct mount. Il peso rilevato, senza pedali, è di 12.670 kg.
Unica cosa: durante il test sono state cambiate le ruote per un paio di settimane, per poter provare il sistema a doppia camera Schwalbe Procore anche sulla Sam. Avrei potuto montarlo anche su queste ruote ma, trattandosi di una bici test che dovevo restituire, ho preferito velocizzare la manovra cambiando solo le ruote.
Rispetto alla prova del modello in alluminio qui troviamo un allestimento top di gamma. Sembra quasi che il product manager abbia letto il nostro test, perché i dettagli sono proprio quelli che Francesco Mazza aveva definito come importanti per aumentare la performance della bici, in primis l’ammortizzatore, un Rock Shox Monarch Plus Debonair.
Sram ha collaborato con Focus per il tuning e setup delle sospensioni Rock Shox, e davanti troviamo una Pike RCT3 interamente ad aria.
Manubrio super pulito grazie ai Match Maker di Sram, che a sinistra unisce il comando remoto del reggisella telescopico Reverb e il freno anteriore Guide RSC, mentre a destra trovano posto il manettino del cambio e il freno posteriore.
Le forme del telaio sono piuttosto accattivanti, soprattutto il tubo orizzontale che si allarga in prossimità della serie sterzo.
Le ruote sono delle DT Swiss Spline gommate Continental. Un Kaiser da 2.4 all’anteriore.
Ed un Mountain King da 2.4 al posteriore, entrambi latticizzati.
Ricordo che i millimetri di escursione sono 160 sia all’anteriore che al posteriore, questi ultimi gestiti da un sistema Single Pivot indiretto, quindi con un sistema di link che si occupa di comprimere l’ammortizzatore. Un lungo puntone, che rappresenta i foderi alti, spinge una biella che a sua volta aziona l’ammortizzatore. Tutti gli snodi ruotano su cuscinetti a sfera sigillati.
Al di là del paracolpi posto sotto il tubo obliquo, da notare alcuni dettagli votati alla longevità del telaio quali il paracatena in alluminio e il batticatena sul fodero basso destro.
Sul campo
La Sam Carbon Team è una moderna bici da enduro, che sembra voler pregare il proprietario per essere portata sui sentieri più scassati che ci siano. Ricordo brevemente tre dati geometrici: angolo sterzo di 65.8°, angolo tubo sella di 75°, altezza del movimento centrale di 342mm. Partiamo dal secondo: un tubo sella così verticale si concretizza, sul campo, in una posizione di pedalata piuttosto redditizia, che fa da contraltare al generoso sag. Sag che, dopo diverse prove, ho trovato essere perfetto al 30% dell’escursione totale. La regolazione della compressione del Monach Plus, nella posizione “Firm”, chiude bene l’idraulica e minimizza il bobbing a cui un single pivot tende, mentre la sua corsa è piuttosto lineare con una decisa progressione a fine travel.
Tutto questo per dire che in salita la Sam Carbon si fa portare bene, anche grazie al suo peso di soli 12.6 kg. Sono addirittura riuscito a battere il mio record sulla salita finale del Monte Tamaro. Mio allenamento a parte, sui gradoni ripidi la posizione in sella ha aiutato molto. Non confondetela con una bici da trail. Se la salita diventa tecnica e stretta, con qualche tornantino da domare, l’angolo sterzo aperto si fa sentire e diventa molto difficile chiudere la manovra.
Ciò non toglie che in salita si soffra meno che con altre “endurone”. Il Mountain King al posteriore scorre abbastanza bene, il Kaiser invece no. Offre però grip a volontà quando la gravità diventa nostra amica.
In discesa si scopre il mostro che si nasconde nella Sam. Aperte entrambe le sospensioni, la prima sensazione che mi viene in mente è “Plush!”, cioè super sensibile. Rock Shox ha fatto un gran lavoro qui, tarando ammo e forca per farli lavorare insieme alla perfezione. Non solo a livello di sensibilità, ma anche di linearità nei primi 3/4 della corsa e progressività nel 1/4 finale. Raramente mi sono trovato così bene sia all’anteriore che al posteriore, ed è diventato facile predire il comportamento dell’intera bici sullo stesso passaggio tecnico.
A ciò si aggiunge una geometria molto equilibrata, sia a livello di lunghezza della bici, con un carro lungo 430mm, che di altezza del movimento centrale (342mm). In pratica, la bici si gira bene sullo stretto e non si picchiano i pedali su ogni minima asperità. Si vede che la Sam è stata progettata da gente che gira sulle Alpi, come Fabian Scholz, che forse qualcuno di voi conosce per aver vinto diverse tappe del campionato enduro tedesco (quello che fa delle puntate anche sul Garda). Fabian non è solo un ottimo rider, ma lavora a tempo pieno come ingegnere da Focus.
Sul veloce la bici è molto stabile e dà sicurezza, anche grazie al massiccio Continental Kaiser che offre grip e trazione a volontà davanti al vostro naso. Ma, di nuovo, sono le sospensioni a farla da padrona e a mangiarsi via ogni asperità. È davvero difficile mandarle in crisi e, nel caso ci si riuscisse, settarle a proprio piacimento è un’operazione facile, come descritto nel nostro tutorial. Il sistema single pivot, senza tante complicazioni, fa un lavoro egregio. Certo, se si deve rilanciare ad ammo aperto, un po’ di energia viene dispersa e ci si augurerebbe di avere un comando remoto, ma questo dovrebbe preoccupare di più chi si gioca ogni secondo in gara rispetto ad un rider che scende per divertirsi.
Un’endurona da “tutto gas”? Non solo. Come accennato poco fa, anche nello stretto la Sam fa la sua bella figura. Nei tornantini in cui bisogna alzare il posteriore mi sono trovato bene, soprattutto quando subito dopo la curva stretta si trovava il classico gradone o il terreno era scassato di suo. Il sentiero che vedere in foto ne è stata la consacrazione finale, questa mattina da qualche parte nelle Dolomiti.
Conclusioni
Nel nostro test comparativo delle enduro, la Sam avrebbe dato filo da torcere alle top 3 della classifica. Una geometria ben bilanciata fra salita e discesa, unita ad una fantastica taratura ed armonia delle sospensioni, ne fanno una delle migliori bici da enduro in circolazione. Non è una bici da all mountain, per cui in salita si paga dazio per il piacere che verrà con la discesa.
Prezzo: 7499 Euro.
Altri allestimenti
Sam C sl: 5699 Euro
Sam C pro: 4199 Euro
Sam Factory: 4399 Euro
Sam Ltd: Euro 2949
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