10 consigli per il biker che ha poco tempo

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E’ il nostro sport preferito e vorremmo praticarlo sempre. Ma la maggior parte di noi non riesce ad uscire cosi spesso come vorrebbe per vari problemi. Chi è sposato non può perché deve o vuole stare con la moglie alla quale, spesso, dello sport non interessa niente. Oppure perché ha dei figli che naturalmente lo impegnano anche nel fine settimana. Oppure, proprio la domenica, bisogna andare a casa dei suoceri per il classico pranzo. Chi è fidanzato è anche lui a rischio, ha finalmente trovato la bellissima ragazza che cerca da una vita e rischia di rovinare tutto per una uscita in bici con gli amici? Oppure è in procinto di sposarsi, e i fine settimana sono tutti dedicati alla visita dei negozi per preparare la lista di nozze! E poi c’è chi sarebbe più libero, ma nel fine settimana è impegnato con i turni al lavoro, oppure deve far visita ai parenti malati o lontani e c’è anche chi il sabato deve andare a scuola e la domenica non ha ancora la patente per guidare. Insomma potremmo stare qui a lungo ad elencare tutti i motivi che ci impediscono di pedalare più spesso. Visto che queste per molti sono tutte cose quasi impossibili da evitare, cosa possiamo fare per uscire di più, divertirci e tenerci in allenamento?

1) Uscire presto la mattina

Io ho 4 figli, e dal momento che si svegliano so già che sarà difficile avere un po’ di tempo per me, giustamente ognuno dovrà essere seguito in un certo modo. Oltre alla moglie, che naturalmente non può fare tutto da sola. Allora, specialmente d’estate, esco all’alba, anzi spesso prima dell’alba, sia se sono a casa che in ferie. A volte è dura alzarsi cosi presto, ma una volta svegli, pedalare con il fresco, senza auto, guardando il sole che sorge è bellissimo. Mi faccio una bella pedalata di tre ore, dalle 5 alle 8, torno con il pane fresco, e poi colazione tutti insieme quando la famiglia si sveglia.

2) Preparare tutto la sera prima

Per ottimizzare i tempi e riuscire ad uscire il prima possibile, è sempre meglio preparare tutto la sera prima. Zaino pronto, vestiti pronti, borraccia piena, bici gonfiata e oliata, qualche biscottino da mangiare al volo mentre ci si veste e via. Di solito da quando suona la sveglia a quando monto in sella passano 15 minuti.

3) Programmare il percorso al minuto

Ci vuole una certa esperienza e uno studio abbastanza accurato delle carte, specialmente se non si conosce il percorso, ma bisogna farlo per cercare di percorrere il maggior numero di km, o di dislivello, nel tempo a disposizione senza correre il rischio di arrivare in ritardo, pena il megacazziatone della moglie o del capoufficio

4) Montare un reggisella telescopico

Sembra niente, ma su un percorso di tre-quattro ore che prevede più sentieri impegnativi che obbligano ad abbassare il reggisella, il doverlo fare a mano, specialmente rimetterlo in posizione corretta di pedalata, fa perdere quei minuti che possono pregiudicare il corretto orario di arrivo.
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=217499

5) Fotografie e autoscatti

Se siete amanti della fotografia e state pedalando in un bel posto che magari non rivedrete più, non riuscirete a trattenervi dal fotografare, ma specialmente (se siete soli) a farvi un autoscatto per fare invidia agli amici. Ecco allora come fare una bella foto con autoscatto

1. girare sempre con compatta (nel mio caso panasonic tz40)
2. tenere sempre nello zaino minicavalletto leggerissimo (nel mio caso hama, 3 € da mediaworld oppure gorilla, anche imitazione a 5€)
3. addocchiare un bello sfondo (e questo per fortuna non è difficile dalle mie parti)
4. avere sempre fretta, perciò nel minuto a disposizione bisogna:
a) tirare fuori la macchina,
b) attaccare il cavalletto (meglio ricordarsi di farlo a inizio discesa e poi lasciarlo attaccato alla macchina)
c) piazzare la macchina, eventualmente levando dei ciuffi d’erba che possono disturbare l’inquadratura
d) impostare l’autoscatto
e) correre verso la bici (già correttamente posizionata in precedenza), contando fino a 10
f) inforcare la bici (sempre contando)
g) dare 2 pedalate(sempre contando)
h) mettersi nella posizione ottimale (dopo tanti anni di uscite in solitaria e un paio di servizi fotografici con il diretur l’ho imparata per forza)
i) ormai siamo arrivati al 9, orecchie ben aperte per sentire il click (che a dire il vero in questa macchina il suono è molto basso e in azione non si sente), allora guardare con la coda dell’occhio (solo con la coda, mai guardare in camera!) la lucina del conto alla rovescia che aumenta il ritmo prima dello scatto
l) al 10 eventuale sorriso di circostanza
m) frenata repentina
n) tornare di corsa alla macchina
o) se c’è tempo controllare la riuscita dello scatto, ma siccome tempo non ce n’è mai, raccogliere la macchina, spegnerla e cacciarla nella custodia sullo spallaccio dello zaino, senza smontare il cavalletto, non si sa mai che rimanga il tempo per un’altra foto.
Minuto finito, ripartire sul sentiero tecnico col fiatone cercando di ritrovare la concentrazione in fretta prima di ribaltarsi.

6) Chi buca sarà lasciato al proprio destino

Non proprio bello da farsi, ma quando bisogna rientrare ad una certa ora, e l’ora è quasi scaduta, non si possono perdere quei 5 o 10 minuti per cambiare una camera e riparare una catena. Allora, nelle uscite del sabato mattina con i soliti amici, dove il “coprifuoco”vige solitamente per le 12.15, la regola non scritta è che chi ha un problema tecnico quando si è ormai verso casa viene lasciato solo a riparare il guasto. Ci si assicura che abbia tutti gli attrezzi e via a casa! Cosi ci si fanno un po’ di risate tutti insieme il sabato successivo, quando si sa del ritardo accumulato e delle conseguenze!

7) In caso di ritardo avere già le scuse pronte.

Ogni tanto, come visto, succede di arrivare in ritardo, allora bisogna già avere le scuse pronte! Ho bucato, mi si è rotta la catena, ho dovuto aspettare il mio amico per aiutarlo (non è vero!), un cane mi ha attraversato la strada e mi ha fatto cadere, quel sentiero che faccio sempre è stato chiuso alla fine con il filo spinato e sono dovuto ritornare in cima a piedi e cosi via, ognuno di noi ha le sue scuse preferite e a volte assurde!

8) Portare la moglie al centro commerciale per barattare l’uscita

Si sa, le mogli o fidanzate hanno bisogno di essere corteggiate. Allora bisognerà cedere alla nostra naturale repulsione di entrare in quei luoghi di perdizione e accompagnarle, con il sorriso di circostanza, a spendere un po’ di soldi oppure anche solo ad entrare nei negozi per provare e riprovare vestiti, scarpe e borsette che magari (per fortuna) non compreranno mai. Vista la vostra grande disponibilità, vi concederanno un’ora in più per la prossima uscita con gli amici o vi perdoneranno il ritardo di ieri.

9) Giocarsi il jolly mensile o annuale

Dovrete corteggiarle, portarle dei fiori, portarle al ristorante, prepararvi tanto tempo prima. Ma almeno una volta al mese (o all’anno), potrete chiederle una giornata intera, o un fine settimana o esagerando una settimana, da dedicare al vostro sport preferito in compagnia degli amici.

10) Uscire in notturna

Chi proprio non ce la fa ad alzarsi la mattina, oppure ha orari di lavoro diversi, dovrà programmare le proprie uscite in notturna. I figli a cena presto, magari già a letto, e via con gli amici. Con un buon faretto ci si vede alla perfezione anche sui sentieri più tecnici. E poi vogliamo mettere il ritrovo di fine giro all’osteria preferita all’una di notte? Impagabile!

Ultimo consiglio: se avete fretta, andate piano! O perlomeno aumentate la concentrazione. Le uniche volte che mi sono fatto male in bici è stato proprio perchè avevo fretta, dovevo per forza tornare ad una certa ora ed ero in ritardo, cosi ho fatto una discesa tecnica ad una velocità che non mi garantiva la completa sicurezza e la caduta è stata inevitabile. Niente di troppo grave per fortuna, ma cosi ho imparato che se proprio sono in ritardo, è meglio avvertire con una telefonata piuttosto che rischiare di farsi male!

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