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[Comunicato stampa] È stato un grande successo questa prima edizione di uno dei trail in mtb più duri al mondo…sicuramente uno dei più emozionanti.
Il 20K ULTRATRAIL è un’avventura in MTB attraverso le Alpi Occidentali, le Hautes Alpes francesi e le Alpi marittime, che ha condotto i coraggiosi biker da Pinerolo a Ventimiglia attraverso oltre 20 passi alpini spesso superiori ai 2500m di altitudine che hanno seguito una linea lunga più di 650 km per un totale di oltre 20.000 m di dislivello (da cui il nome 20K).
Queste le caratteristiche fondamentali del 20K ULTRATRAIL: NESSUN SUPPORTO: ognuno se la deve cavare da solo per tutto, dalla ricerca di acqua e cibo,alla soluzione di problemi tecnici e meccanici fino alla ricerca di un luogo i cui riposare…
CLOCK NEVER STOP: il cronometro non si ferma mai…non ci sono “tappe” e tempi di riposo..ognuno si fa la “sua” tappa giornaliera e riposa quanto vuole…e se vuole.
LIVE TRACKING: ogni singolo partecipante può essere monitorato in tempo reale online.
CHECK POINT: lungo il percorso dovranno transitare in 2 posti di controllo.
L’avventura è partita venerdì sera 08 luglio alle 22 dal centro storico di Pinerolo in una suggestiva atmosfera, i biker hanno subito affrontato salite impegnative come Pramartino, il Cro e il colle Braida ancora nelle tenebre della notte, per poi ridiscendere in val di Susa all’alba ed affrontare il primo dei tantissimi mostri del percorso, il leggendario Colle delle Finestre, seguito poi dalla strada militare più alta d’Europa, la strada dell’Assietta per scendere a Sestriere, sede del 1° check point.
Alcuni hanno deciso di fermarsi qui, mentre i primi si sono spinti ben oltre…alcuni a Oulx, altri, più temerari, hanno affrontato forse il più ostico di tutti i colli…lo Jafferau, con i suoi 2850m di altezza e oltre 1800m di dislivello positivo.
Chi è riuscito a superarlo è ridisceso a Bardonecchia dopo 200km e oltre 7000 m. di dislivello…mica male come prima giornata!
Alcuni, come la mitica Ausilia Vistarini, addirittura hanno dormito dentro una rientranza del forte che si trova in cima al monte a 2800 m senza sacco a pelo e su un giaciglio da lei creato con alcune pietre piatte.
Il primo giorno hanno prevalso le qualità puramente fisiche, la cosìdetta gamba, ma dalla seconda notte è entrato in gioco lo “stopped time”, cioè il tempo che si passa stando fermi, a mangiare e bere ma soprattutto a riposare. Si perché gli esperti di queste manifestazioni fanno proprio della privazione del sonno la loro arma vincente.
Infatti se a Bardonecchia erano in testa il duo polacco composto da Tomasz Sodowski e Miroslaw Wojcick, questi sono stati sorpassati nella notte da chi invece aveva deciso di non fermarsi proprio, nemmeno dopo 200 km, e di continuare a pedalare durante la notte, così da affrontare anche il colle della Scala, giungere in Francia e scalare il col du Granon a 2500 m per ridiscendere su di un fantastico singletrack fino a Briancon, bellissima città fortificata dove i primi si sono concessi un riposino di un paio d’ore dopo 250 km dal via e circa 8500 m di dislivello.
Da Briancon si ripartiva per salire alle fortificazioni per poi ridiscendere e andare a scalare il mitico col de l’Izoard a 2350m e poi giù verso Guillestre. Nessun biker è rimasto indifferente al fascino della Casse deserte, e la foto di rito l’han fatta tutti.
Il successivo colle è stato il col de Valbelle, che come dice il nome porta proprio in una valle poco battuta ma decisamente affascinante da cui ci si butta in picchiata su una bellissima e lunghissima forestale in terra battuta immersa in un bosco di pini, fino a intravedere lontano il lago di Embrun, da cui si riprende a salire verso il mitico col du Parpaillon ed il suo affascinante tunnel militarescavato nella roccia.
Da qui parte una lunghissima discesa che porterà i biker al rientro in Italia attraverso quella che è stata definita da molti, la perla del 20K, cioè la Gypierre de l’Oronaye ed il successivo passo della Cavalla. Qui si parla di ciclo-alpinismo, è l’unico tratto in cui bisogna spingere la bici, ma il paesaggio ripaga del grande sforzo fatto per raggiungere l’Oronaye.
Qui la montagna è veramente “montagna vera”, lontana anni luce dal turismo e dalla civiltà…qui si è soli con la montagna selvaggia di fronte, anzi, si è totalmente immersi in essa.
La discesa dal passo della Cavalla viene affrontata totalmente in sella alla mtb solo dai più bravi, per gli altri, quelli “normali”, meglio restare in sicurezza e fare qualche tratto a piedi. Il panorama è veramente mozzafiato.
Tornati in valle ora un’altra grossa fatica aspetta i partecipanti, la salita al bellissimo altopiano della Gardetta, dove domina lo skyline la rocca La Meja. Dopo oltre 20 km di ascesa si raggiunge finalmente l’altopiano a 2350m e l’omonimo rifugio, sede del 2° check point, dopo 450 km e 16000 m di dislivello.
I primi giungono lunedì pomeriggio, altri il martedì ed il resto del gruppo transita mercoledì. Da qui il percorso si fa più “veloce”…mancano “solo” 5000 m di dislivello spalmati su 200 km e il tratto più significativo è sicuramente quello finale, la famosa Via del Sale che partendo dal col di Tenda porterà gli intrepidi biker fino al traguardo di Ventimiglia.
Quest’ultimo è stato raggiunto per primo da Maurizio Doro, esperto di queste manifestazioni di ultra-endurance e reduce da un ottimo 3° posto all’Arizona Trail, dopo soli 3 giorni e 14 ore…un record che sarà molto difficile da battere.
Dopo qualche ora è giunto anche Enrico Ferrero e, prima dell’inizio del 4° giorno anche Marco Beligni e Michele La Rosa.
Verso la mezzanotte è giunta al traguardo anche la prima coppia, quella composta dai polacchi Tomasz Sodowski e Miroslaw Vojcik, felicissimi dell’eccitante avventura vissuta sulle Alpi. Entusiasmo che è stato comune a tutti i partecipanti, rimasti affascinati da paesaggi incredibili e selvaggi e dall’incontro con la fauna locale composta da moltissime marmotte, branchi di caprioli e camosci, aquile e, sembra anche, un paio di lupi.
La prima donna a giungere al traguardo è stata Ausilia Vistarini dopo 5 giorni 4 ore e 48 minuti. Sulla fine quasi tutti i partenti sono riusciti a giungere in fondo, solamente 2 i ritiri, molto meno del previsto data l’estrema durezza di questo trail.
Si ringraziano i punti di controllo check Point Hotel Sud Ovest di Sestriere e il rifugio Gardetta sull’omonimo altopiano per l’ottima accoglienza dei biker e l’estrema disponibilità dimostrata versodi loro. Tutti i partecipanti sono rimasti piacevolmente colpiti da tutto questo. Inoltre un doveroso grazie agli sponsor Bikecafe, biciclista, Endura e Miss Grape.
Ora si pensa già all’edizione 2017.
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