Quando sono uscite le prime ruote oversize c’era chi predicava la morte definitiva del 26″ e chi invece riteneva le 29″ una bolla di sapone, che dopo pochi anni sarebbero morte e dimenticate. Con l’uscita delle 27,5″ la scena si è ripetuta: da un lato i sostenitore del formato intermedio, dall’altro chi riteneva le 650b una mera trovata commerciale.
In realtà però le cose sono andate diversamente e tutti quelli che hanno profetizzato la morte dell’uno o dell’altro formato si sono dovuti ricredere: il mercato oggi si sta muovendo infatti verso la specializzazione del formato di ruote a seconda della disciplina e della destinazione d’uso della bicicletta.
Il mercato però segue spesso delle regole strane che non sempre coincidono con le reali esigenze degli utilizzatori, quindi ci chiediamo: ha senso utilizzare diametri di ruote diversi a seconda della destinazione d’uso della bici? Se si, quale diametro è più adatto ed a cosa? Il mercato si sta muovendo nella giusta direzione?
Da un punto di vista teorico l’utilizzo di diametri ruota differenti per ogni “specialità” della mountain bike è una scelta condivisibile: è sotto gli occhi di tutti che un crosscountrysta avrà esigenze diverse da un endurista, così come l’escursionista non avrà le stesse esigenze del downhiller. Ogni disciplina ha insomma delle esigenze specifiche e la bici ideale deve soddisfare queste esigenze affinchè possa considerarsi un mezzo performante.
A parte le battaglie personali contro l’uno o l’altro formato, è evidente a chiunque provi bici con diametri ruota differenti che ci sono delle caratteristiche particolari per ogni standard. Ci sono vantaggi e svantaggi in tutti i formati, non ce n’è uno migliore ed uno peggiore: sono semplicemente diversi.
In quest’ottica è quindi logico cercare di far coincidere le esigenze di ogni disciplina con le caratteristiche di ogni formato di ruota: una ruota più performante in salità sarà ad esempio più adatta all’XC o al marathon, una più performante in discesa più indicata per le discipline gravity.
Abbiamo buttato molta carne al fuoco, ma l’obiettivo su cui si basa la nostra analisi è semplice: cercare di capire le caratteristiche dei tre formati di ruota attualmente sul mercato in modo da capire per quale destinazione d’uso sono più adatti.
Nei paragrafi successivi cercheremo di capire in che modo il diametro delle ruote può influire (positivamente o negativamente) in determinati ambiti della guida: solo vedendo le cose da un punto di vista oggettivo, potremo poi giungere ad una classificazione non influenzata dalle mode o dalle leggi del mercato.
Non ce ne vogliano i discesisti, ma come nostra consuetudine partiremo nella nostra analisi dalla salita, visto che di solito in un giro in bici prima si sale e poi si scende.
Sappiamo benissimo che le salite non sono tutte uguali, per cui, come facciamo in genere nei test, identificheremo due grosse categorie: le salite scorrevoli e quelle più tecniche e sconnesse.
La salita scorrevole è molto frequente nei nostri giri: capita spesso di salire su asfalto o sterrato compatto. Che il fondo sia asfaltato o meno, in questo tipo di salita la trazione ed il grip contano davvero poco, quello che conta è la scorrevolezza.
La scorrevolezza è data dall’impronta a terra degli pneumatici, in particolare quello che è molto influente è il disegno dello pneumatico. La superficie di impronta a terra è infatti sempre uguale, indipendentemente dalle dimensioni della ruota: essa dipende dal peso da scaricare a terra e dalla pressione di gonfiaggio.
Studi dimostrano che un’impronta a terra allungata (tipica delle ruote più grandi) determina maggior resistenza al rotolamento di un’impronta più allargata, più circolare (tipica di ruote più piccole), ma questi studi non considerano un aspetto: su sterrato le ruote più grandi offrono più grip, quindi è possibile montare gomme più scorrevoli e meno tassellate. Il risultato? Una ruota più grande può scorrere meglio anche su asfalto perché gommata con gomme meno aggressive.
Meglio quindi ruote più grandi o più piccole in questa situazione? Difficile a dirsi, le differenze non sono particolarmente marcate, quello che fa la vera differenza sono le gomme.
Pedalando su sterrato non conta più solo la scorrevolezza delle gomme, ma entrano in gioco fattori come l’assorbimento degli ostacoli, la capacità di scavalcamento degli stessi, il grip, la stabilità della bici sul ripido.
Avete mai provato a pedalare una gomma slick su sterrato? Non si va da nessuna parte, è un continuo slittamento e perdita di trazione.
Il grip è molto importante ed in questo una ruota più grossa aiuta. Abbiamo detto che la superficie di impronta della gomma è sempre la stessa, ma quello che cambia è la forma, più allungata mano a mano che il diametro ruota aumenta. Sappiamo bene che su fondi cedevoli o sdrucciolevoli, un’impronta allungata è più efficiente. Se camminate in montagna, sapete bene che lo scarpone tiene molto meglio dritto piuttosto che di taglio. Lo stesso vale per le gomme: senza scendere in complicate analisi fisiche, un’impronta più allungata e stretta riduce la tendenza del terreno a spostarsi sotto la ruota, migliorando il grip.
Il risultato è che quindi, a parità di destinazione d’uso, su una ruota più grande è possibile montare gomme meno tassellate, migliorando quindi la scorrevolezza sul compatto. In alternativa è invece possibile mantenere inalterati sezione e disegno, ottenendo un vantaggio in termini di grip e trazione.
Parliamo ora di superamento degli ostacoli. Una salita su sterrato, specialmente su sentiero, presenta una continua serie di ostacoli e di irregolarità: sassi, radici, gradoni sono presenti su ogni terreno. Una ruota più grande, specialmente alle basse velocità tipiche della salita, tende a scavalcare con maggior facilità gli ostacoli. E’ un discorso legato al miglior angolo di attacco, il risultato è che con una ruota più grande la marcia risulta più fluida e la bici rimane meno rallentata dalle irregolarità.
Un sentiero per sua natura non è però mai rettilineo o completamente sgombero: sono sempre presenti una serie di ostacoli (curve, cambi di pendenza, compressioni o dossi, rami, radici) che obbligano a continui cambi di ritmo. Si frena per affrontare una curva, poi si accelera per affrontare di slancio una ripida rampa: il ritmo di pedalata non è mai costante. In questa situazione quindi è molto importante l‘inerzia della ruota: maggiore è l’inerzia delle ruota, più sarà difficile modificare la velocità di marcia, in particolare accelerare. L’inerzia delle ruote dipende da due fattori: il peso ed il diametro. Più una ruota è grande, maggiore è la sua inerzia a parità di peso. In quest’ottica ruote più grandi e pesanti sono quindi penalizzanti.
Tirando le somme cos’è meglio per la salita su sterrato? Se il peso complessivo è basso, sicuramente una ruota più grande offre notevoli vantaggi su questo tipo di terreno.
Uno dei principali vantaggi delle ruote più grandi è la maggior facilità con cui superano gli ostacoli. Senza scendere nel tecnico, è abbastanza semplice capire come una ruota più grande tenda a superare gli ostacoli con più facilità, grazie all’angolo di attacco maggiore. E’ tutto in proporzione: se la ruota è più grande è come se affrontasse un ostacolo più piccolo.
Il vantaggio in termini di superamento degli ostacoli è particolarmente evidente alle basse velocità, come ad esempio in salita. I vantaggi sono molteplici: la bici tende a mantenere costante la sua velocità, non rallenta sulle irregolarità e si impunta con minor facilità. Il vantaggio non si ha solo sugli ostacoli in rilievo, ma anche scendendo da gradoni o scalini. Tipico è il caso di un tratto tecnico, ripido gradonato, il classico passaggio da affrontare a velocità bassissima: la ruota più grande tende ad impuntarsi con maggior difficoltà, permettendo quindi di superare dislivelli superiori. Un indubbio vantaggio in termini di sicurezza e prestazioni.
Quando però le velocità si fanno più sostenute, il vantaggio delle ruote più grandi si riduce. Alle alte velocità entra infatti in gioco l’inerzia che favorisce il superamento degli ostacoli grazie alla velocità. Immaginiamo di affrontare una pietraia, prima ad alta velocità, poi a passo d’uomo.
Ecco quindi il succo della questione: il vantaggio delle ruote più grandi in termini di scavalcamento dell’ostacolo è tanto maggiore quanto più è bassa la velocità. Ad alte velocità invece le differenze sono minime perchè entra in gioco l’inerzia.
Appare insomma evidente un’importante considerazione: più una bici ha attitudine discesistica, più permette di andare forte e quindi di superare gli ostacoli sfruttando l’inerzia. Una bici discesistica godrà quindi meno dei vantaggi di una ruota più grande, mentre al contrario una bici più orientata alla salita, con prestazioni discesistiche scarse potrà beneficiare maggiormente dei vantaggi derivanti da una ruota più grande.
Un aspetto da non dimenticare è poi l’ingombro delle ruote: ruote più grosse hanno ingombri maggiori e questo è spesso un problema quando si sale di escursione. I principali problemi di una bici con ruote grosse e lunghe escursioni sono due:
Da un lato si ha un carro più lungo del normale. Questo è necessario per consentire alla ruota di compiere tutta l’escursione senza interferire con il piantone sella. Per ovviare a questo problema molti produttori spostano ed inclinano in avanti il piantone sella, aumentando lo spazio a disposizione senza bisogno di allungare eccessivamente il carro. E’ una buona soluzione, a patto che si abbia un fuorisella simile a quello ottimale previsto in fase di progettazione. Variare l’altezza sella comporta infatti una notevole variazione della distanza sella-manubrio.
Il secondo limite consiste nell’altezza del manubrio. Una ruota più grande non solo aumenta l’altezza da terra del mozzo, ma richiede anche una forcella più lunga. Il risultato è che il manubrio risulta anch’esso più alto. In genere si cerca di compensare al problema con scatole sterzo più corte, con serie sterzo zero stack, con pipe montate in negativo o addirittura manubri flat, ma il problema non sempre è facilmente risolvibile.
Insomma, è abbastanza chiaro che ci sono dei limiti progettuali ad una bici long travel con ruote maggiorate. Questo non vuol dire che non sia possibile realizzarla, ma non senza dei vincoli geometrici ben precisi e con non pochi problemi di interferenza specialmente per le taglie più piccole.
Per questo motivo sono tanti i produttori ad aver accolto con interesse il formato intermedio da 27,5″ le cui ruote sono più grandi delle tradizionali 26″ ma meno ingombranti delle 29.
Abbiamo visto in precedenza che più una ruota è grande, maggiore è la sua inerzia e quindi maggiore è la sua pigrizia nei cambi di velocità. Questo si ripercuote in una minor reattività della bici su scatti, accelerazioni e rilanci. L’effetto che genere una ruota più grande è lo stesso di quello di una ruota più pesante.
Una ruota più grande è inoltre più delicata: aumentando la distanza tra il cerchio ed il mozzo, le sollecitazioni trasmesse dal terreno si trasmetteranno amplificate al mozzo a causa del maggior braccio di leva. Risulta quindi che per ottenere la stessa resistenza si deve aumentare la robustezza dei componenti, con mozzi, raggi e cerchi più robusti e pesanti, con conseguenze negative relativamente all’inerzia della ruota.
E’ insomma un delicato equilibrio: da un lato la resistenza e l’affidabilità, dall’altro il peso e l’inerzia.
Realizzare una ruota oversize sufficientemente leggera da non risentire più di tanto di un’eccessiva inerzia è insomma la sfida di quasi tutti i produttori. Per le discipline pedalate si sono ottenuti già dei buoni risultati: ci sono ruote 27,5 e 29″ dal peso molto contenuto che non fanno rimpiangere per niente le ruote da 26″. Il problema è però per le discipline più gravity, enduro e DH soprattutto. In queste discipline non si può infatti sacrificare più di tanto la resistenza e questo rende molto difficile la riduzione dei pesi e la conseguente inerzia.
Non dimentichiamoci poi delle gomme: gomme più grandi son più pesanti. Si può alleggerire riducendo lo spessore della carcassa, ma fino ad un certo punto. Per le discipline gravity è infatti importante che la gomma sia sufficiente robusta da non danneggiarsi a causa delle alte velocità e quindi più di tanto non si può alleggerire.
Abbiamo analizzato le differenze tra ruote più grandi e più piccole, delineandone i vantaggi e gli svantaggi. Dall’analisi che abbiamo fatto possiamo giungere ad una prima considerazione: non c’è un vincitore assoluto. Se la ruota più grande ha alcuni vantaggi in certi ambiti, quella più piccola ne ha in altri.
Non abbiamo però risposto alla nostra domanda iniziale: esiste un formato di ruote ottimale per ogni disciplina? C’è un formato ideale per XC, marathon, all mountain, enduro e DH? Se si qual’è?
La risposta a questa domanda è si: andando ad analizzare vantaggi e svantaggi di ogni formato di ruote, dopo averli confrontati con i requisiti di ogni particolare utilizzo, si può stilare una suddivisione di massima. Vediamola nel dettaglio…
In ambito XC-marathon, la performance in salita è fondamentale. Abbiamo visto che su salite sterrate, specialmente se tecniche, le ruote più grandi sono avvantaggiate. Anche in discesa i vantaggi di una ruota più grande sono tangibili: visto che una bici di questa tipologia non permette elevate velocità e considerata la limitatissima escursione, la facilità con cui una ruota più grande supera gli ostacoli sarà sicuramente un punto a favore.
Per questi motivi possiamo identificare il formato ideale per questa disciplina nel 29″.
Quella dell’all mountain è una disciplina varia, che comprende numerose sfaccettature.
Per quanto riguarda le trail bike (bici attorno ai 120-130mm con ottime doti di arrampicatrici), siamo convinti che il formato migliore sia il 29″ o 27,5″. Analogamente alle bici da XC, ma in questo caso in maniera meno estremizzata, i vantaggi delle ruotone in salita possono essere senza dubbio un aspetto positivo per una bici che nasce per salire bene. Visto che una trail bike non eccelle in quanto a prestazioni discesistiche, anche quando si scende le ruote più grandi possono tornare utili per gli stessi motivi visti in precedenza.
Per le biciclette da all mountain (escursioni da 140-150mm, una via di mezzo tra performance in salita e discesa), crediamo che il giusto compromesso sia nel mezzo, ovvero nel 27,5″. Il minor ingombro di queste ruote risulta sicuramente vantaggioso per una bici che strizza un occhio alla discesa e richiede maneggevolezza ed agilità, permettendo comunque di mantenere una superiore capacità di scavalcamento degli ostacoli ed un buon comportamento sulle salite tecniche.
Per quanto riguarda l’enduro (biciclette da 150-160mm, ottime discesiste ma con una buona pedalabilità), crediamo che il miglior formato sia il 27,5″ o il 26″. Le moderne bici da enduro con ruote da 27,5″ ed allestimenti leggeri sono un buon compromesso per chi vuole ottime doti di pedalabilità e reattività nei rilanci, mentre le vecchie endurone 160-160, con forcella da 35 o 36 e ruote da 26″ rimangono comunque un ottima scelta per chi vuole un mezzo più discesistico. Insomma, dipende dai gusti.
In ambito freeride e dh crediamo che oggi come oggi la scelta migliore sia ancora il 26″. E’ vero, cominciano a vedersi sul mercato alcune DH da 27,5″, ma eliminando completamente l’aspetto pedalato, i vantaggi delle ruote da 27,5″ non sono tali da giustificare l’introduzione di un nuovo formato, senza contare che, come detto in precedenza, alle alte velocità i vantaggi di una ruota più grande sono inferiori.
Grazie a geometrie ed angoli adeguati insomma, una bici gravity garantisce ottime prestazioni discesistiche anche con ruote da 26″, più robuste, leggere, rigide ed affidabili.
La suddivisione che abbiamo visto è stata sviluppata sulla base delle nostre esperienze e non va vista in senso assoluto. Bisogna infatti prendere in considerazione anche lo stile di riding e le preferenze personali. Chi ad esempio vuole la maneggevolezza a tutti i costi, forse dovrà orientarsi su un formato di ruote più piccolo, così come chi vuole ottime doti di pedalabilità sul tecnico farà meglio ad orientarsi su ruote più grandi. Il mercato offre moltissime possibilità che possono essere sfruttate se si hanno esigenze particolari.
Quello che però riteniamo interessante è la tendenza del passare a ruote più piccole mano a mano che ci si orienta verso mezzi più votati alla discesa. Questo non è altro che la dimostrazione che non esiste un formato di ruote superiore in tutti e per tutto rispetto agli altri, ma ogni misura ha le sue caratteristiche e peculiarità, che possono adattarsi o meno ad una disciplina o ad una particolare destinazione d’uso.
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