4 ragazze e 1 notte all’addiaccio

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Una vera avventura in mountain-bike con pernottamento sotto le stelle, che cosa potrebbe esserci di meglio, ci siamo chieste. Noi siamo Cait, Susi, Wanda e Alex, ci siamo conosciute tramite il gruppo di ragazze Trail-Queen, che si riunisce ogni mercoledì per un giro sui sentieri di Zurigo, in Svizzera. Cait è quella con maggiore esperienza in bicicletta ed è estremamente in forma. Susi predilige invece il downhill e i bikeparks. Wanda gira in bicicletta solo occasionalmente ma, appena può, trascorre ogni minuto libero sulle montagne. La quarta ragazza, Alex, ama i giri all mountain ed è da sempre alla ricerca del single trail perfetto.

Ok, il target era chiaro: un’uscita in stile “bike packing” che andasse bene per tutte. A questo punto l’intero gruppo ha iniziato a pianificare il viaggio. Dove potremmo andare? Cosa dovremmo portare? Come sarà la sensazione di pedalare in bicicletta con uno zaino pesante? Abbiamo deciso di dirigersi verso il Vallese, uno dei luoghi migliori per la mountain bike in Svizzera. Il tour doveva essere impegnativo ma offrire anche delle possibili scorciatoie per rimanere flessibile in caso di problemi inaspettati. Chiaramente cercavamo un paesaggio fantastico e, se possibile, molto distante dai sentieri per bici ed escursioni maggiormente frequentati. Alla fine abbiamo deciso di portare solo il minimo indispensabile: indumenti adatti ad un clima variabile, le cose essenziali per il campeggio, acqua e cibo. Per il tour, abbiamo considerato il doppio del tempo che impiegheremmo normalmente. In questo modo, abbiamo la possibilità di fare molte pause, tenendo conto degli zaini pesanti e di alcuni eventi imprevisti.

La pianificazione è tutto – con un itinerario promettente e zaini relativamente leggeri, eravamo pronte per il Vallese
Solo il minimo indispensabile per la nostra avventura bikepacking: La sfida è quella di avere uno zaino più leggero possibile ma senza tralasciare nessun elemento essenziale.
Da non sottovalutare – Con tutta l’attrezzatura sulla schiena, il feeling in bici cambia.
Vestirsi a strati è il modo migliore per essere preparati a ogni tipo di clima

Con le nostre bici e gli zaini carichi abbiamo iniziato il nostro tour bike-packing di due giorni. L’unica cosa che avrebbe potuto fermarci erano le condizioni meteo troppo avverse: alla partenza le previsioni meteo cambiavano costantemente . Anche poco prima di partite per il giro, non sapevamo se avrebbe piovuto, se avrebbe fatto freddo o se avremmo potuto goderci dei sentieri asciutti e trascorrere tranquillamente la notte all’aperto. “Fino a che la temperatura non cala sotto lo zero, non dovremmo avere problemi”, questo era il punto su cui eravamo tutte d’accordo. Con le migliori aspettative e un piano di riserva come asso nella manica, ci siamo decise a partire.

Natura bellissima – il paesaggio del Vallese non delude mai.
Lo scotto che si paga per sentieri remoti, raramente battuti – trasportare in spalla la bici.
Un torrente – abbiamo fatto molte pause durante la lunga salita con gli zaini pesanti

Il primo giorno abbiamo puntato principalmente a guadagnare metri di altitudine per raggiungere l’altopiano che avevamo scelto per accampare. Gli zaini erano pesanti per il cibo, l’acqua e l’attrezzatura da campeggio. Durante alcune parti della salita, abbiamo dovuto anche portare in spalla la bicicletta. Per risparmiare le energie, abbiamo fatto molte pause e ci siamo aiutate l’un l’altra nelle sezioni più difficili.

Non tutti i sentieri si sono rivelati perfetti ma in generale il primo giorno è stato un successo.
La nostra zona per il campeggio era in una location bellissima, ma la notte e’ stata molto fredda.

Dopo essere finalmente arrivate al “campo base” scelto, ci attendeva la vera avventura. Avrebbe fatto troppo freddo per dormire all’aperto? Avrebbe piovuto o perfino nevicato? Ormai non c’era scelta e ci siamo preparate per dormire fuori, coscienti che se le cose si fossero messe male, ci saremmo potute dirigere verso un rifugio di montagna non troppo lontano.

Anche se dopo il tramonto abbiamo iniziato a sentire molto freddo, abbiamo tenuto duro . Raggomitolate nei nostri sacchi a pelo, abbiamo iniziato a cucinare qualcosa da mangiare e abbiamo preparato un tè caldo per tenere alto lo spirito. La notte è stata fredda e anche un po’ umida ma il giorno dopo abbiamo avuto la nostra ricompensa: al nostro risveglio, il sole ci ha deliziato con un caldo benvenuto.. Il panorama la mattina era semplicemente straordinario, cosa che ci ha dimostrato che era valsa la pena di passare qualche momento al freddo durante la notte.

Cibo caldo e tè per prepararsi alla nottata.

La giornata seguente ci riservava per prima cosa un’ottima discesa verso la vallata. Ancora un po’ infreddolite, nonostante il bel sentiero non vedevamo l’ora di arrivare alla lunga salita che ci avrebbe portato all’inizio di un altro fantastico single track. Il clima fortunatamente ha giocato a nostro favore e anche nella valle del secondo sentiero ci aspettava il sole in cui tutte speravamo il giorno prima. La seconda giornata è stata fantastica ed eravamo molto felici!Anche dopo essere arrivate al punto finale, un villaggio a valle dove una nostra amica ci aspettava per recuperarci, l’entusiasmo del gruppo era alle stelle!

La nostra conclusione: Un buon gruppo dinamico è fondamentale per un tour di questo genere. Ogni volta che le cose si sono fatte un po’ troppo avventurose, ci siamo sempre aiutate l’un l’altra per superare le difficoltà. Anche se in alcuni momenti è stata dura, è stata un’esperienza unica che ha rafforzato la nostra amicizia. Una cosa e’ sicura: faremo di nuovo bikepacking, speriamo per la prossima volta in una nottata un po’ piu’ calda e sole durante tutto il giro!

L’inizio della lunga salita il secondo giorno.

Il Vallese e’ straordinariamente bello: torneremo presto. Questa avventura è stata supportata da Trail-Queen un negozio dedicato all’abbigliamento da donna per mountainbike.

Il tour e il nostro fantastico fotografo sono stati inoltre supportati da Schweiz Tourismus, Wallis Tourismus, Mons Royale e BMC.
Grazie a Simon Ricklin per le bellissime fotografie.

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