60cm di neve. Vuoi non uscire in bici?

Succede così, quando non si va in bici da tanto tempo e la voglia supera il buon senso. Previsioni: pioggia in basso, neve in alto. Ha nevicato ieri. Ha nevicato stanotte. Beh, in Val d’Anniviers non si sbaglia. Ho già girato con un buon 30 cm di neve su sentieri da favola, quindi vado sul sicuro.

Chi viene con me?

Chiamo gli amici più pazzi: Fred, il canadese da un un milione di km all’anno in tutte le condizioni, e Pierre, il francese multisportivo, che in realtà vedo più a tavola che in bici, ma che avevo portato l’anno scorso a raidare su un ghiacciaio a 3’490m con imbrago, ramponi e bici. Piove a dirotto. Siamo gli unici matti elettrizzati* che vanno dove gli altri tristi vengono via.

* elettrizzati, non elettrificati.

L’idea è di partire dai 2800 metri di Sorebois, ma per precauzione chiamiamo gli impianti: più di 60cm di neve, visibilità nulla. Ok, lasciamo perdere. Ma non mi demoralizzo di certo, anche se i soci sono un po’ titubanti.

“C’est n’importe quoi!”

Il piano B è di restare sul versante del video con Mike e Mirko, prendendo un’altra funicolare. Ma anche questa idea dev’essere accantonata, quando ci rendiamo conto che già in paese a St-Luc ci sono 50cm di neve e piove. Neve pesantissima. I trail che avevo già percorso nel manto candido avevano tratti diagonali con una pendenza insufficiente per vincere la resistenza della coltre collosa.

Quindi la mia cartografia mentale ha già un piano C pronto all’uso! Tranqui. 60cm di neve? ghe pensi mi.

A Chandolin ci sono 60cm, alcune macchine sono completamente sepolte, gli alberi sono piegati, nevica. Perfetto! Non è facile aprire la traccia con le ruote che non hanno troppa voglia di girare, ma con della sana irruenza, si passa la zona più ostica. Non abbiamo attraversato completamente il villaggio che già subito Fred piega male la gabbia del cambio. Dannazione.

Smonta tutto, tira, picchia, raddrizza, rimonta: sembra dritta. Ripartiamo e poco dopo la gabbia ritorna a contorcersi. Non gli resta che smontare catena e cambio e scendere così, nelle condizioni più facili, con ottimo grip, terreno asciutto e bel sole. Chainless. Catapultati dall’estate all’inverno, ci sono degli alberi che ci ricordano che stagione dovrebbe essere, con i loro colori meravigliosi, che spiccano potenti nonostante la luce mogia.

Più si scende e più la massa bianca lascia toccare le radici viscide e i sassi viscidi sottostanti, ritornando a condizioni per guidare meno aliene, ma meno spensierate.

Arrivati giù alla strada con un po’ di ritardo per l’inconveniente meccanico, Fred è costretto a ripiegare mestamente verso la stazione, mentre noi aspettiamo bagnati ed infreddoliti il bus successivo. L’adrenalina ci è amica, facendoci sopportare bene la lunga attesa, ma offuscandoci la mente. Infatti avremmo potuto pedalare (sotto la pioggia) solo un quarto d’ora per arrivare ad un’ottima pasticceria ed attendere là al caldo il bus.

Pazienza. Si riparte!

Si fa un tentativo su un altro sentiero, che si rivela essere ancora più impraticabile, grazie a colate di neve che fanno raggiungere spessori dei numerosi cumuli superiori al metro. Niente. La miglior soluzione è riprendere la traccia faticosamente aperta.

E così, rapidi, riusciamo a riprendere un’altra risalita per poi goderci l’ultimo discesone fino a Sierre. E mola mia!

Con serpentine e drop, per non rimpiangere gli sci.

Gran divertimento, come bambini. Com’è bello avere amici scemi uguale. ♥

Testo e foto di Happykiller.

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