Proviamo a girare la frittata per una volta: invece di scrivere cosa si deve fare per andare bene in bici, ecco cosa non si deve fare. O meglio, questi sono comportamenti che con tutta probabilità prima o poi portano ad una caduta.
Una cosa che vedo fare anche da biker esperti, per il timore di “cadere giù” nel dirupo. Peccato che in questo modo non si abbia il controllo sulla bici e la scivolata dal pedale sia dietro l’angolo, e con lei il dirupo. Il massimo sono poi i pedali a “due facce”, cioé quelli con sgancio rapido da una parte e senza dall’altra. Si va a finire che si guarda il pedale invece che il sentiero, e il dirupo è sempre lì che attende…
Questa è una mossa molto amata dagli integralisti del reggisella alto, quelli che per risparmiare 200 grammi perdono una marea di tempo se per caso sul tracciato c’è un pezzo difficile.
La nonna lo diceva sempre: “non frenare con il freno davanti che ti cappotti!“. Mai contraddire i detti di una volta! O forse sarebbe il caso di farlo, per evitare di surriscaldare l’impianto frenante (posteriore) fino alla sua distruzione, e soprattutto per avere un po’ di potenza frenante. Questa infatti viene creata per la maggior parte dal freno anteriore, visto che è lì che gravita il peso quando si va in discesa o si decelera.
Delle volte però la nonna ha ancora ragione:
Jack Bisi l’avrà ripetuto 1.000 volte nella sua rubrica, eppure è una delle cose che vengono più spontanee: guardare l’ostacolo invece di dove si deve passare con la bici. È lo sguardo a condurre il resto del corpo, come si può capire bene dal video.
A dir la verità non c’è niente di male nel chiacchierare con un amico su una strada forestale senza traffico, fin quando però questa non si restringe ed i manubri arrivano a toccarsi pericolosamente, causando delle cadute che, di solito, sono molto dolorose, perché arti e telai si contorcono in un unico polpettone sanguinolento.
Non c’è molto da dire in questo caso, se non che per fare veramente i fighi bisogna essere sicuri dei propri mezzi.
In Sardegna c’è ancora una roccia con una macchia arancione lasciata dal prode Muldox e dalla sua Rose Beef Cake (arancione) quando si gettò a capofitto in una discesa che non aveva mai fatto tentando di seguire un local, ello in sella ad una DH. Il finale fu scontato: bici a destra, Muldox a sinistra con costole rotte. Se veramente volete stare attaccati al local che conosce ogni sasso del sentiero, siate almeno sicuri che sia del vostro livello o, meglio ancora, un gradino sotto.
Con i movimenti centrali piuttosto bassi delle bici moderne, è un attimo andare ad impattare il pedale contro una roccia o contro una zolla di terra. Questo farà da leva catapultandovi poi ovunque ci sia spazio, dal famoso dirupo o proprio sopra una delle stesse rocce. Spalle e costole come se piovesse…
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