NDR: Ugo ha scritto questo testo proprio durante il devastante nubifragio che si è abbattuto su Genova oggi. Un pensiero va anche alle vittime di questa seconda calamità.
Il giorno 25 ottobre si è verificato un evento alluvionale nella zona compresa tra l’estremo levante della Liguria e la Toscana. Nelle ore centrali della giornata sono piovuti oltre 560 mm di acqua , in pratica 1/3 delle precipitazioni annuali. Il bilancio successivo oltre a registrare la perdita di vite umane , incide profondamente nell’assetto del tessuto sociale dei luoghi colpiti, comprese le attività legate alla mountain bike.
Per quanto intuitivo e intuibile uno stop nelle attività produttive dirette del settore mtb ( dai rivenditori agli organizzatori di gare, al cicloturismo) vi è un elemento collaterale che riguarda lo stato dei sentieri e del territorio che muta profondamente. L’azione combinata di movimenti franosi delle colline unitamente alla straordinaria violenza delle acque dei fiumi disegnano un nuovo aspetto della morfologia del territorio.
Cambiano i percorsi nei boschi, i sentieri esposti , e ammassi di tronchi rendono impraticabile anche il solo avvicinarsi alle linee di collegamento boschive. In Val di Vara è accaduto che interi movimenti franosi collinari siano scesi a valle ed in seguito abbiano subito l’azione dei corsi d’acqua che hanno travolto i paesi.
Osservando una immagine satellitare si evince immediatamente quanto sia sensibile il territorio all’azione della pioggia , dei torrenti e del clima mite che produce un imboscamento importante.
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Confrontando l’immagine con la situazione odierna occorre prendere atto che alcuni rilevi delle colline sono franati e con essi tutte le strade che prima venivano percorse in mtb. Identica la variazione morfologica del territorio per i paesi di Vernazza e Monterosso.
In questa prima fase di emergenza si è posto in essere un intervento di supporto raccogliendo materiale di pronto intervento, alimentari e generi di prima utilità e fungendo da staffetta per trasporto pale, idropulitrice. L’obiettivo che mi sono prefissato e che avevo già sperimentato in passato consisteva nel raggiungimento in mountain bike di luoghi e abitazioni altrimenti non raggiungibili a causa della viabilità interrotta. Guadando i greti dei torrenti ho raggiunto alcune frazioni che tuttora risultano isolate.
Ho trasportato a zaino assorbenti femminili , e bombole di gas per fornelli. Non ho usato il carrello perché in passato non sono riuscito fisicamente a spingere in salita nel fango bici e carrello pur con un carico modesto intorno ai 30 kg e nei passaggi dove occorre aprirsi un varco tra la vegetazione è d’impaccio.
Questo tipo d’intervento, rende possibile trasformare il nostro sport in uno strumento efficace e molto apprezzato. Ovviamente occorre essere dotati di un set up minimo di formazione psico-attitudinale. Non si va a fare né una gara , né una passeggiata e la parola d’ordine d’approccio alle popolazioni coinvolte è “rispetto”.
In un secondo tempo si procederà alla mappatura dei “nuovi “ sentieri creatisi nella zona, supportando le conoscenze dei tantissimi appassionati di mtb della zona.