[VIDEO=156]Rocky Mountain Slayer 50 2011[/VIDEO]
“Come va sta nuova Rocky?”
La casa americana Rocky Mountain sicuramente non ha bisogno di presentazioni, tantomeno la Slayer, modello dedicato all’enduro/all mountain, quest’anno proposto in veste rinnovata con 165mm di escursione posteriore e nuove geometrie decisamente particolari.
Durante le festività natalizie, abbiamo (uso il plurale e poi capirete perché) provato la nuova Rocky Mountain Slayer 50, in taglia 19” Il mezzo ci è stato messo gentilmente a disposizione da Cicligiorgio, negozio di San Damiano d’Asti.
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La RM Slayer era stata già annunciata durante il Bike Festival in primavera, e il prode Muldox assieme al nostro direttore, avevano avuto l’occasione di fare un minitest che potete leggere quì.
Il nuovo mezzo della casa canadese ha un progetto completamente nuovo rispetto al passato. In primis, abbandona il sistema LC2R(ora presente solo sui mezzi da FRX/DH) e introduce il sistema “smoothlink suspension link”, sistema molto simile al giunto Horst, anche come feeling sul campo. Non solo: sono state anche riviste radicalmente misure e geometrie,introducendo il concetto di “straight up geometry”. Nel corso dell’articolo, cercheremo di svelare un po’ tutti questi aspetti.
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(il Fox Rp23 e la nuova biella)
La RM mantiene la possibilità di scegliere tra tre allestimenti, dando la possibilità di acquistare anche il solo telaio. L’allestimento della versione 50 è quello intermedio: viene proposto con un ammo Fox RP23 (200×57) che permette un’escursione di 165 mm alla ruota posteriore e una forcella sempre Fox 36, nella versione Float R ad aria ed escursione fissa (160 mm). Il telaio è realizzato con tubi idroformati, disegnati e progettati con il progetto FORM. Grazie alle idroformatura, il telaio è ben disegnato, pulito, con una zona serie sterzo importante dove alloggia una SS conica della FSA. Il ponte dei comandi è pulito, avendo un match maker che insieme tieni i comandi Sram X7 e i freni RX (con rotori da 180+180). Il manubrio della 50 è da 685, Easton EA50, un po strettino considerata la destinazione d’uso della bici (un 710 sarebbe stato preferibile).
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(Il triangolo anteriore)
Il carro è stato anche esso rivisto completamente e presenta un giunto sul fodero basso, tra mozzo e movimento centrale, ma sopra la linea catena non rientrando quindi nel brevetto del giunto Horst. La battuta del mozzo posteriore è da 142mm e viene adottato il perno E-thru della shimano, sistema molto comodo e funzionale
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(Perno E-thru Shimano e battuta da 142)
Sul piantone verticale, una biella molto alleggerita trasferisce le sollecitazioni all’ammortizzatore, posizionato verticalmente e ancorato, tramite un supporto molto snello, a piantone sella e tubo obliquo. Se ad una prima vista sembrebbe un giunto Horst, in realtà non lo è. RM defisce il proprio sistema patentandolo come “smoothlink suspension link”, ma le analogie con il giunto Horst sono molte, anche in termini di funzionamento.
Molti si sbizzarriranno a paragonare il telaio nel suo insieme a molte altre bici. Ma se proprio dobbiamo guardare ad altro, credo che RM abbia fatto un passo indietro e ripreso il vecchio progetto della ETSX, facendo scendere il fodero basso del carro e diminuendo la lunghezze dei bracci dei bilancieri
Insomma, un vecchio progetto, rivisto e migliorato, secondo il loro intento
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(Il carro con il nuovo sistema smoothlink)
Ciò che più ci incuriosiva era, invece, lo “straight up geometry”
L’angolo del piantone sella è di 75°(dichiarati). Si pedala, insomma, completamente dritti
L’angolo della serie sterzo (o ss+forcella) è di 66,5°(dichiarati). Si tratta di una novità che non avevamo mai visto e provato, insomma era una vera curiosità… forse la Curiosità!!
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(Straight Up Geometry)
A chiudere la presentazione dell’allestimento, aggiungiamo ruote DT swiss 480. Sul sito è descritto come UST compatibili e ci siamo fidati latticizzando le due Ardent, 2,4 front e 2,25 rear. Sui cerchi non è descritto nulla della presunta capacità tubeless.
Cambio posteriore Sram X.9, guarnitura Race Face Evolve X type, in tinta con il telaio, con rapporto 32+22 e bash. La cassetta è una 11-34, 9v, adatta per un uso all mountain
Sella SDG, manopole Lizardskin verde acido e CB Joplin 4 sono personalizzazioni del negozio
Fatta tutto questa lunga e doverosa presentazione, passiamo alla prova sui nostri sentieri
Il test non può assolutamente definirsi di lunga durata, sebbene si sia approfittato delle vacanze natalizie per usarla praticamente tutti i giorni
Visto il periodo, non siamo potuti andare sui nostri amati trail alpini, ma le nostre mete sono state le colline torinesi, i sentieri di bassa Valle di Susa e i tracciati del finalese, compresi alcuni sentieri dell’ultima superenduro 2010, Briga e Ruggetta, per chi è avvezzo e conosce i posti
Oltre al sottoscritto, il mezzo è stato provato da Danybiker e Beermaster
Settati ammortizzatore e forcella come da manuale, si parte!
Salita scorrevole
Non è sicuramente una bici da gare marathon, ma sale bene, molto bene per la sua categoria, comoda. Sicuramente il peso gioca la sua, così come le coperture single ply dal peso molto contenuto. L’Ardent da 2,25 scorre con piacere e la sua impronta a terra è minima. Onesta in salita, anche sui tratti tecnici. Una gomma ideale per lunghe escursioni in vista delle nostre lunghe escursioni estive, forse non il massimo per l’inverno. Scalando sul 22, un po’ di bobbing si sente, specie se provate a calare la pressione dell’ammortizzatore. Nonostante la sospensione posteriore abbastanza sostenuta sconsigliamo set-up eccessivamente morbidi quindi.
Salita Tecnica
Il timore di avere una forcella a escursione fissa scompare immediatamente. L’angolo da 75° aiuta parecchio e di questo dobbiamo dare atto ai progettisti, anche se comunque quando le pendenze si fanno elevate una forcella abbassabile farebbe comodo, ma comunque si sale quasi ovunque con la dovuta tecnica grazie anche alla leggerezza della bici.
La Fox 36 Float è un pochina pigra. Certo, è nuova. La aiutiamo cospargendola dopo ogni uscita con un po’ di Moton. La fluidità ne guadagna parecchio, ma il classico punto di stacco “morto” si sente sempre un pochino. Il carro non si insacca mai e questo permette di aggredire rampe anche decisamente ripide e tecniche, chiaramente, cercando di mantenere una pedalata più fluida e rotonda possibile e il peso piuttosto avanzato.
Lo Sram x.7 anteriore non si dimostra un cambio così rapido ed efficiente come gli altri di categoria superiore (X.9 o X.0, per es.). nel corso del test, poi, lo abbiamo dovuto regolare per sincronizzarlo meglio con lo Shimano SLX e la cambiata non era sempre secca e precisa.
Discesa veloce/sconnesso
Anche qui la Float ci ha dato da lavorare sui settaggi. Alla fine, il giusto compromesso è stato chiudere tutto il rebound, lasciandola su pressioni come da manuale. Non siamo bikers pesanti e non usavamo certo pressioni elevate (75psi) eppure giravamo col il ritorno praticamente tutto chiuso… Ci è venuto il sospetto che qualcosa non andasse…
Il carro e l’ammortizzatore posteriore, invece, lavorano a meraviglia.
La sospensione è sensibile, ma al contempo progressiva. Abbiamo provato alcuni salti (non oltre il metro) e non siamo mai andati a fondo corsa. In questo, a nostro giudizio, RM ha lavorato molto e bene.
Da aggiungere che il carro presenta il mozzo posteriore Shimano E-Thru: battuta da 142mm con asse passante che si avvita direttamente in battuta sul carro (avvitandolo). La cosa l’abbiamo trovata molto comoda per estrarre la ruota. Non abbiamo dati “da banco” per valutare se ciò influisca sulla stabilità sentita, sicuramente comunque un sistema a forcellini chiusi con perno da 12mm migliora la rigidità del retrotreno.
Considerate le geometrie (angolo di sterzo aperto), la bici deve essere guidata in modo assai centrale, lavorando molto sull’anteriore. La cosa può anche non essere immediata ai più. Ma una volta prese le misure, la bici si rilancia facilmente e con una leggerezza unica e piacevole sull’avantreno. Con poche modifiche sarebbe un gran bel mezzo per le Superenduro o per le gare enduro in generale.
Singletrack
Leggerezza dell’anteriore, gomme leggere, attacco manubrio appropriato permettono alla bici di ben comportarsi. In questi frangenti, avremmo gradito un manubrio un pochino più ampio (almeno 710mm) cosa che troviamo nell’allestimento superiore (Slayer 70). Peccato…
Discesa tecnica
Già montata con Bash, “panino” (guidacatena interno attaccato all’ISCG per evitare che la catena cada oltre il 22) in queste situazioni il mezzo in prova si comporta bene, girando in modo assai agile. Purtroppo, la Float, come buona parte delle forcelle di casa Fox, hanno un comportamento “vuoto” verso metà della corsa. Questa versione, “R”, non permette di giocare con le alte e le basse velocità e ci si trova a dover cercare un compromesso, aumentando leggermente la pressione della camera positiva in modo da evitare che la forcella si insacchi sugli ostacoli, con la conseguenza però di non sfruttare correttamente gli ultimi 2-3 cm di corsa, molto progressivi e che vengono usati solo sui grossi impatti. Avendo in passato usato forcelle analoghe, credo che occorra un periodo di rodaggio più lungo dei 15 gg avuti a disposizione per trovare il set up ottimale o quanto meno un compromesso.
Una nota di merito ai freni Formula RX con logo personalizzato (classica fogliolina), potenti e modulabili, mai andati in crisi, anche con fermoni come me, sempre col ditino sulla leva…
Se l’Ardent da 2,25 è ottimo in fatto di scorrevolezza, la sua mescola e la carcassa a singolo spessore, mostra i suoi limiti su pietre smosse e lame. L’abbiamo tagliato, ma con un striscia di carta e una pezza di nastro americano ha retto per ben una settimana sui terreni anche accidentati. Sicuramente è una gomma da usare con pressioni elevate.
Conclusioni
Arrivati a questo punto, possiamo rispondere a tutti coloro che ci hanno incontrato lungo i sentieri e qui sul forum, chiedendoci informazioni e pareri.
E’ un mezzo che vediamo bene in ambito enduro, magari anche personalizzata con una 10v e singola davanti: infatti sia l’agonista, sia l’escursionista che vuole portarla in alta montagna, non potranno non apprezzare il buon peso (sotto i 14 kg, nel montaggio offerto dalla casa; 14,450 nella foto in apertura compresi i pedali), la leggerezza e la posizione comoda in fase di guida.
Sicuramente, questo è l’elemento di vero stacco verso la versione passata e credo che RM abbia centrato l’obbiettivo.
Sconsigliamo upgrade verso connotazioni più discestiche. Per quello, RM offre altri mezzi.
Una nota secondaria, ma sempre apprezzata da noi poser-biker: la verniciatura
la Slayer 50 vista in foto è grigio “topo”, ma alla vista, presenta una piacevole sorpresa. Si tratta di un effetto metallizzato, in tinta con il verde acido di alcuni particolari, una vera schiccheria! D’altronde Rocky è sempre stata attenta ai dettagli estetici e se questa bici in foto può sembrare banale, beh dal vivo è tutta un’altra cosa!
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