[Test di Durata] Pedali Time Speciale

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Lo scorso ottobre vi abbiamo presentato i nuovi pedali di Time dedicati all’enduro, gli Speciale. A marzo ne abbiamo ricevuto un paio da mettere alla prova e abbiamo scelto di spremerli a lungo in un test di durata per capirne non solo le qualità in termini di performance ma anche di resistenza all’usura. Ho quindi utilizzato quasi esclusivamente questi pedali per tutti i cinque mesi di test, mettendoli alla prova sia in enduro che sui trail in quota, dove le frequenti rocce sporgenti rappresentano il peggior nemico dei pedali. Vediamo come ne sono usciti.



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Gli Speciale rappresentano il primo pedale prodotto da Time in modo specifico per l’enduro, completando la gamma MTB già ricca di prodotti specifici dedicati a XC, Trail e DH. La piattaforma degli Speciale è realizzata a CNC da un blocco di lega di alluminio 6016-T6, scelta da Time per le doti di robustezza. La forma è piuttosto affusolata per minimizzare gli impatti con le rocce e risulta efficace dato che i pedali hanno riportato prevalentemente graffi e strisciate sulla finitura anodizzata ma il corpo del pedale è tuttora integro e privo di ammaccature o scalfiture significative.

La parte centrale della piattaforma, in corrispondenza del perno, è invece più ampia con i suoi 69mm di larghezza. Tale dimensione è studiata per adeguarsi alla suola delle scarpe da enduro. Grazie all’aumento di spessore che crea un rialzo ai lati del sistema di aggancio, la piattaforma offre una specifica superficie piana di appoggio che si interfaccia perfettamente con la parte di suola che incornicia la scanalatura della sede delle tacchette. L’appoggio è sufficientemente ampio e ottimale anche quando, volenti o nolenti, si appoggia il piede sul pedale senza agganciare.

Lo spessore massimo della piattaforma, ovvero in corrispondenza del perno nella parte centrale del pedale, è di 21mm e risulta abbastanza basso, così da fornire al rider maggiore sensibilità sui pedali e quel pizzico di stabilità in più durante la guida in discesa rispetto a quei pedali dalla piattaforma particolarmente alta.

Ciascun lato è dotato di quattro fori per i pin, per un totale di otto fori a pedale. Venti pin, appositamente predisposti di frenafiletti, vengono allegati al pedale nella confezione di acquisto ma non sono già installati. Sta al biker scegliere se e quanti installarne, nonché quanto avvitarli all’interno dei fori per determinarne l’altezza rispetto alla piattaforma. Personalmente ho scelto di montarli tutti, ma con un’altezza molto ridotta, per lasciare un minimo di mobilità al piede una volta agganciato.

Durante il test ho utilizzato prevalentemente due paia di scarpe da enduro, un paio con intersuola piuttosto morbida e flessibile, grazie alla quale la suola poggiava su tutti e quattro i pin, l’altro paio (nella foto seguente) con intersuola nettamente più rigida che permetteva di appoggiare esclusivamente sui due pin posteriori. In ogni caso la superficie di contatto della piattaforma in corrispondenza del perno e i due pin posteriore offrono un valido appoggio e contribuiscono a dare solidità all’aggancio del sistema ATAC.

Passiamo al cuore dei pedali Time, il sistema di aggancio ATAC di cui il brand francese detiene il brevetto. Conosco bene questo sistema dato che è quello che da parecchi anni utilizzo abitualmente sulle bici da trail ed enduro e che apprezzo molto per diversi motivi: semplicità, buona mobilità del piede sul pedale, affidabilità in ogni condizione di utilizzo compreso con il fango. Il sistema ATAC del pedale Speciale è tuttavia leggermente differente: la molla di aggancio ha una sezione quadrata come quella utilizzata sui più recenti pedali della gamma XC, diversa invece  da quella dei pedali da DH e dei pedali della serie MX dedicati al trail, che utilizzo abitualmente, la cui molla ha sezione tonda.

Inoltre, a differenza degli altri pedali Time dove si può spostare lateralmente di alcuni millimetri la tacchetta all’interno del sistema ATAC, sulla molla degli Speciale gli angoli interni sono dotati di uno spigolo quadrato che funge da invito per la tacchetta. Questo piccolo ma significativo dettaglio determina una sede fissa per la tacchetta che rende l’aggancio più solido e il piede più stabile nella sua posizione, riducendo di conseguenza la notevole mobilità laterale del piede che ha sempre caratterizzato il sistema ATAC. Per lo stesso motivo viene esclusa la possibilità di regolare “in corsa” la posizione del piede rispetto all’asse del pedale.

Le tacchette di Time infatti non hanno il classico sistema ad asola che consente di regolarne la posizione in termini di fattore Q, come invece per esempio le tacchette Shimano o Crank Brothers. Questo perché tradizionalmente con il sistema ATAC si poteva spostare il piede nella posizione preferita sfruttando tutta la larghezza della molla. Con gli Speciale invece il fattore Q di fatto è quello scelto da Time e non può essere modificato. Le tacchette in dotazione nella confezione di acquisto sono le 13/17°, che determinano appunto un angolo di sgancio di 13° oppure di 17° in base al lato su cui le si montano. Le tacchette sono di ottone e di conseguenza sono soggette a un’usura piuttosto veloce. Da nuove tra l’altro le tacchette necessitano proprio di qualche uscita di rodaggio per smussarsi leggermente e iniziare a interfacciarsi più facilmente con il sistema ATAC dalla sezione quadrata.

Come ho anticipato, due grandi pregi del sistema ATAC sono rappresentati dalla semplicità d’utilizzo e dall’affidabilità in ogni condizione d’uso. Entrambe queste doti sono riconducibili a un unico, semplice dettaglio che è parte integrante del sistema ATAC: la rampa di invito della piattaforma che facilita l’innesto delle tacchette sulla molla e rende sempre intuitivo e immediato il gesto di agganciare il piede al pedale, più che con qualsiasi altro sistema Clipless. Questa rampa è tra l’altro la parte del pedale che riporta i maggiori segni di usura, proprio per via del continuo sfregamento delle tacchette che graffiano la finitura anodizzata ma non intaccano la robusta lega 6016-T6. Il sistema ATAC inoltre è estremamente efficace in caso di fango grazie alla suddetta rampa che facilita l’ingaggio della molla anche con le tacchette sporche ma soprattutto grazie all’elevata capacità di scaricare la sporcizia dalle tacchette durante l’innesto nella molla.

Nuovo anche il sistema di precarico della molla che determina la durezza di aggancio e sgancio. Ora la vite è posizionata sulla parte superiore della piattaforma invece che sul lato del pedale come i precedenti pedali top di gamma di Time che, prima degli Speciale, erano gli unici dotati di precarico. La regolazione è efficace e la differenza è concretamente avvertibile. Purtroppo però la vite tende ad allentarsi e va periodicamente controllata, anche per evitare il rischio di perderla definitivamente, come mi è successo su entrambi i lati dello stesso pedale. Fortunatamente si tratta di un semplice grano, facilmente ripristinabile con uno dei pin di riserva in dotazione nella scatola dei pedali.

I cuscinetti sigillati sui quali ruotano i pedali, adeguatamente protetti da un tappo filettato che ne sigilla la sede, hanno resistito ai cinque mesi di test senza evidenziare alcun problema di usura in termini di scorrevolezza e ruotano ancora fluidi e corposi. In termini di gioco laterale invece l’usura è minima. Il pedale ruota su di un perno in acciaio cavo di dimensioni generose, adeguato alla destinazione d’uso, che ha retto ogni maltrattamento senza piegarsi come invece spesso accade per i perni alleggeriti. Time difatti, per l’utilizzo di questi pedali, non pone un limite di peso per il rider. In definitiva gli Speciale sembrano confermare le doti di longevità già apprezzate sugli altri pedali di Time.

I pedali Time Speciale sono disponibili in 3 colorazioni anodizzate: oltre al grigio in test, è possibile scegliere tra blu e rosso.

Prezzo: 274,90 Euro

Peso dichiarato: 404 grammi la coppia
Peso verificato: 408 grammi la coppia (401g senza pin)

Time è distribuita in Italia da Larm

Commenti

  1. giouncino:
    Sono pure belli, ma per 3 ragioni non li comprerei:
    1 - tacchette in ottone con usura precoce
    2 - perdita del grano della rampa (per me i pedali sono monta e dimentica)
    3 - ovviamente il costo esagerato (quasi 300€ per una coppia di pedali, ma scherziamo???)
    L'usura veloce (NB: ho scritto veloce, non precoce) delle tacchette è legata al fatto che siano in ottone. L'usura più veloce è quindi comune a tutti i sistemi che usano tacchette in ottone come per esempio Crank Brothers. Per ovvi motivi questo tipo di tacchette si consumano molto più in fretta di quanto non facciano quelle in acciaio ma offrono un comfort decisamente più elevato. Con un utilizzo normale, uscendo 2/3 volte a settimana tutto l'anno (inverno compreso), le tacchette durano comunque più di un anno, pur camminandoci molto sopra.
  2. sgamarco:
    ed inoltre con gli Xtr ( o XT trail nel mio cas ) che sono piu aperti al centro è piu facile l'aggancio anche con molto fango. Provati personalmente a confronto con i Time MX.
    sulla questione fango ti ha già risposto @frenk e io concordo con lui al 100%.
    Sia gli xtr che gli xt trail ti danno molto meno appoggio per la pianta del piede. La piattaforma shimano è assolutamente inutile da questo punto di vista in quanto la scarpa non vi appoggia minimamente. I TIME in test così come la serie MX invece garantiscono un perfetto appoggio per la pianta del piede.
    verissimo, la piattaforma dei trail è come se non ci fosse ma io parlavo del problema fango. L'attacco spd sugli XT o XTR è praticamente separato al centro a confronto dei time e c'è moltopiu spazio per l'avacuzione del fango.
  3. sgamarco:
    si vede che i miei pedali SPD son diversi perchè x esperienza personale io ho constatato l'esatto opposto di quanto affermi.
    ...o magari diverso è il quantitativo di fango con il quale hai potuto avere un feedback positivo sugli SPD, rinomatamente disastrosi in caso di fango vero. ;-)
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