Mi chiamo Marco, ho 44 anni e sono malato di cancro.
Era il 28 Dicembre scorso, una splendida giornata di sole, quando il dottore mi ha diagnosticato un adenocarcinoma intestinale, o come lo chiamo io…[B]il bastardo[/B]. A quel punto, prendi la botta e cerchi di raccogliere i cocci, trovi la forza di parlare con la famiglia e ti chiedi come farai ad affrontare quello che ti aspetta.
Ho trovato una sola risposta a questa domanda:la normalità.
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(Io e Giovanni alla partenza della Poggiona)
Niente autocommiserazione, niente ricerca di compassione, ma solo una sana e positiva normalità nella vita di tutti i giorni. Ho pensato che, se avessi trovato il coraggio di affrontare il bastardo con queste armi, avrei potuto sconfiggerlo una volta per tutte.
Sono un attivo forumendolo della sezione Toscana da ormai un paio d’anni, e proprio a Novembre scorso uno degli organizzatori del Raduno tenutosi in Roveta (Scandicci, Firenze) con la partecipazione straordinaria del campione italiano superenduro 2010 e 2011 Andrea Bruno, adesso mio buon amico e soprattutto campione di umanità oltre che in bici.
Con una punta d’orgoglio posso dire che la manifestazione, complici i perfetti sentieri tenuti dal team Aurora di Scandicci ed il tempo quasi primaverile, è riuscita alla perfezione!
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(I sentieri in Roveta..una garanzia!)
Questo mi ha permesso di fare tante nuove conoscenze all’interno del forum toscano, oltre quelle che già avevo fatto grazie al team “i pehori” di cui faccio parte e, rovistando in fondo al cuore a Gennaio ho trovato il coraggio di scrivere della malattia e chiedere un appoggio a persone che, per la maggior parte, erano appena dei conoscenti.
Beh,la risposta è stata a dir poco commovente.
Nemmeno una parola di commiserazione nei miei confronti, ma solo un coro di di frasi che mi spronavano a combattere e ancora combattere per distruggere il bastardo. Ognuno come ha potuto, dagli amici delle uscite domenicali in bici, a quegli che avevo magari soltanto conosciuto una volta ad un raduno, hanno capito
perfettamente quello di cui avevo bisogno e mi hanno aiutato ad affrontare questo periodo con una serenità di cui ancora oggi mi stupisco.
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(Con Gio al seguito…i bambini sono come spugne anche in mtb: “Babbo,ti seguo, se lo fai te lo faccio anch’io!)
Certo, l’aiuto della famiglia è primario e fondamentale, senza quello sarebbe stato impossibile per me, ma l’appoggio ricevuto da tutti i membri del forum lo è stato altrettanto, specialmente perchè per molti versi inaspettato.
Il forum è diventato ormai una seconda famiglia per me.
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Credo che la passione per questo bellissimo sport sia il filo che ci unisce. La mountain bike è uno sport vero,senza fronzoli e sfumature, al massimo ci permettiamo questo zaino all’ultima moda o quel paio d’occhiali che crediamo ci renda più “fighi”, ma alla fine è sudore e forza di volontà, sfida dei propri limiti e rispetto per la natura, competizione e solidarietà verso i compagni di mille avventure.
Queste sono le stesse sensazioni che ho percepito attraverso i messaggi nel forum e le azioni di tanti che mi hanno offerto aiuto quando ne avevo bisogno, una parola di conforto oppure la capacità di capire quando avevo solo bisogno di una sferzata perchè mi stavo lasciando andare.
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(che soddisfazione sentire il mio Giovanni urlare…Vai più forte babbo!!)
Sono passati quasi 4 mesi ed una operazione perfettamente riuscita per l’asportazione di circa 32cm del colon sinistro, oltre che i primi 3 cicli di una durissima chemio terapia (ne avrò almeno fino ad Agosto ogni 3 settimane, poi spero di aver annientato una volta per tutte il bastardo), ma non mi lamento, anzi mi ritengo un uomo fortunato: tutti i giorni vado a lavoro e non appena le condizioni fisiche me lo permettono,mi faccio un bel giro in bici!
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Proprio a Pasquetta son tornato per i bellissimi sentieri della Roveta in queste foto, ed ho portato tutta la famiglia al seguito, con il mio piccolo Giovanni (9 anni) impaziente di percorrere la famosa discesa della Poggiona oppure guardare il babbo con occhi pieni di ammirazione affrontare un salto e poi il mitico torcicollo (serie di curve strette molto ripide, con i “burloni” del team Aurora che hanno affisso un cartello all’inizio della prima curva con scritto: fasten seat belt!) in sella alla bici. Solo questo merita lo sforzo per sopportare le giornate di dolore che ho passato e quelle che dovrò ancora affrontare.
La mia è una battaglia ancora lunga e non sarà facile vincerla, per questo, da quando il bastardo è venuto a trovarmi affronto ogni singolo momento della vita cercando di dargli la giusta importanza: tornando indietro nel tempo mi rendo conto di non averlo fatto per tante volte.
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Sono purtroppo sicuro che la maggioranza di voi che state leggendo hanno avuto o avranno a che fare con il bastardo, o per esperienza diretta o perchè un parente od un amico ci sono già passati, e quindi sanno di cosa parlo.
In questi mesi ho visto uomini e donne della mia età in ospedale, ma anche tanti più anziani o più giovani, affrontare questo percorso con una grande dignità. Il più grande aiuto che potete dare loro è l’appoggio morale, una parola di conforto o anche un semplice sms alle volte sono un aiuto enorme per non farli sentire soli ad affrontare la malattia.
E naturalmente, per noi mountain bikers, rinunciare una volta a quell’epico ride di 50km per accompagnare un malato anche solo in ciclabile oppure a fare una semplice passeggiata per i boschi è un aiuto incredibile non soltanto per chi lo riceve, ma anche per chi lo da, credetemi.
La salita è lunga,la battaglia è dura ma…NEVER STOP RIDING.
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