La presentazione dell’ultimo aggiornamento della Specialized Stumpjumper ha destato interesse e per alcune buone ragioni. Guardando oltre il lato estetico del disegn “Sidearm”, offre delle geometrie più aggressive (inoltre regolabili), un rapporto di leva più basso e una manciata di nuovi dettagli in puro stile Specialized. In passato sono stato piuttosto critico nei confronti di Specialized per il loro approccio conservativo con la Stumpy, che vedevo come un modo per conservare la meritata posizione sul mercato di trail bike di riferimento. Tuttavia le traill bike sono cambiate, principalmente come risposta allo stile di riding più aggressivo al quale gli attuali mountain biker si aspettano di sottoporle.
La nascita della nuova Stumpjumper ha significato la scomparsa dell’intera gamma Camber. Dopotutto si trattava di una bici piuttosto timida in un mare di nuove bici a corta escursione molto aggressive proposte da marchi più piccoli che sono più veloci a reagire al mercato di quanto non facciano i colossi. In ogni caso mi ha fatto felice vedere che Specialized ha sostituito la Camber con la Stumpjumper ST. Infatti nella nuova gamma esiste sia una versione standard che una versione Short Travel (ST) della Stumpjumper, disponibile sia con ruote da 27.5″ che da 29″. Questo allarga e diversifica il range della Stumpy che resta fedele alla stessa linea, dato che le versioni standard e ST usano lo stesso telaio per ciascun diametro ruota. Esiste anche la versione EVO, ma si tratta di un prodotto completamente differente che analizzeremo in futuro. Questo articolo si concentra sul confronto tra l’agile Stumpjumper ST e la stabile Stumpjumper per una comparativa diretta dei modelli S-Works con ruote da 29″. Chiariamo: questo non vuole essere un confronto elitario su quale bici top di gamma sia meglio, piuttosto un confronto alla pari tra lo spirito delle due piattaforme. Specialized offre un’ampia gamma di allestimenti con differenti prezzi così che ognuno possa scegliere quello più adeguato.
Geometrie
A confronto con l’edizione precedente, troviamo un reach più lungo sull’intera gamma. L’aumento varia in base a modelli e taglie ma è in media di 10/20mm, mentre la lunghezza del carro resta la stessa per entrambi i nuovi modelli da 29″ con 437mm. L’angolo di sterzo è di 1° più disteso per una maggiore confidenza in velocità e sul ripido, mentre l’angolo sella diventa più verticale per una migliore posizione di guida in salita. Anche il manubrio diventa più largo passando da 750 a 780mm e i reggisella passano dai precedenti 125mm agli attuali 160mm di escursione, al passo con i tempi.
Dato che entrambi i modelli utilizzano lo stesso telaio, ci si aspetta di vedere quote molto simili ma ci sono delle differenze. Sia l’angolo sella che l’angolo sterzo sono 1° più verticali sul modello ST. Il modello standard (150mm front / 140mm rear) ha un reach di 10mm più corto del modello ST (130mm front / 120mm rear). Chiaramente i due modelli usano ammortizzatori con lunghezza e corsa completamente differenti tra loro ma hanno anche un attacco yoke differente.
Differenze chiave
Come anticipato, questo articolo non si concentra sui componenti delle due bici ma come riepilogo generale, i due allestimenti in test montano trasmissioni SRAM XX1 Eagle e freni Guide RSC, ruote Roval e sospensioni FOX. Da notare che la Stumpy ST monta copertoni da 2.3″ di larghezza mentre sulla Stumpy standard sono da 2.6″.
La Stumpjumper ST monta una FOX 34 e la Stumpjumper ha la più massiccia 36. Questi numeri, come saprete, identificano il diametro degli steli e sono correlate con maneggevolezza, rigidezza e precisione. Le Stumpjumper con allestimento RockShox montano una Pike. Tutti i modelli da 29″ utilizzano forcelle con offset di 51mm.
Così come per la sospensione anteriore, anche al posteriore il modello con più escursione prevede un ammortizzatore più lungo e performante con serbatoio separato. La ST monta un Float DPS da 190×42.5mm e la standard un Float DPX2 da 210x50mm. Tutti gli ammortizzatori della gamma hanno il tune specifico Specialized RX Trail. Con una progressività del 16,5% per la Stumpjumper e del 16,3% per la Stumpjumper ST, non le considererei molto progressive ma piuttosto lineari con una buona resistenza al fondocorsa grazie all’ammortizzatore ad aria.
Per gestire la differenza di 30mm di escursione sullo stesso telaio, ogni modello ha uno yoke differente che comprime l’ammortizzatore. La ST, nella foto di sinistra, ha uno yoke più lungo per ospitare l’ammortizzatore più corto. Inoltre non serve più un attacco dell’ammortizzatore dedicato. Il nuovo yoke permette di modificare l’escursione tramite una camma situata nell’attacco dell’ammortizzatore.
Sul campo
Il test è iniziato dalla Stumpjumper ST sulla quale ho trascorso un paio di mesi prima di passare all’altra bici. Di gran lunga la mountain bike più maneggevole che io abbia mai guidato. La più agile, precisa nella guida e con un incredibile reattività. Inoltre, entrambe le Stumpy hanno il brillante sistema SWAT per riporre oggetti all’interno del telaio, da quest’anno più capiente del 20%.
Tornando alle caratteristiche di guida, le performance della ST sono attribuibili anche alla lavorazione del carbonio e non esclusivamente alle geometrie e alle sospensioni. Parlando di sospensioni, pur essendo calibrate molto bene, ho un paio di punti da discutere. Innanzitutto, considerando le prestazioni della versione ST, personalmente avrei preferito un montaggio con ammortizzatore dotato di serbatoio separato e forcella 36. Con un piccolo aggravio di peso si avrebbe un miglior allestimento per abusare della bici nelle discese lunghe e impegnative. Potrebbe essere una coincidenza ma ho constatato un filo di gioco nelle boccole della 34 dopo solo un paio di mesi. La bici chiede di più e le parole non possono descrivere quanto sia intuitiva.
Passando in sella alla Stumpjumper standard, ho trovato una bici che, grazie alla maggiore escursione, risulta più stabile sui terreni impegnativi, sacrificando però un po’ di vivacità. Non fraintendetemi, è comunque incredibilmente maneggevole e ho apprezzato la sospensione più domabile. Ho un’avversione generale per le 29″ a lunga escursione poiché normalmente non avverto la classica sensazione di “esserci dentro”, ma seduto piuttosto in alto, invece seppure 140mm non siano propriamente una lunga escursione, con la Stumpjumper mi sono trovato bene. Ho utilizzato entrambe le bici con entrambe le misure di copertoni ed entrambe le bici mi sono piaciute di più con la misura opposta a quella prevista di serie. Probabilmente perché la ST con i 2.6″ è più confortevole e al contrario la Stumpjumper standard con i 2.3″ diventa più agile.
In salita, la posizione in sella è piuttosto simile su entrambe le bici. L’angolo sella non è incredibilmente verticale ma mi posiziona abbastanza in avanti e risulta piuttosto moderno, rendendo facile lo spostamento di peso per i passaggi più ripidi. Parlando della sospensione, il sistema FSR è piuttosto buono, nonostante ci siano bici con sospensioni più neutrali in pedalata. In ogni caso il blocco completo è una valida opzione per i lunghi tagliafuoco su entrambe le bici mentre la posizione trail è giusta per i terreni più tecnici. Pesando leggermente meno (12,15 contro 12,7kg) e avendo copertoni più stretti, la ST rende un po’ meglio in salita ma sul lungo entrambe le bici salgono molto bene, lasciando poco di cui lamentarsi.
Conclusioni
Il punto è semplicemente che se avete il lusso di possedere più di una mountain bike, la Stumpjumper ST è la “seconda bici” perfetta per i rider appassionati di gravity. Complementa una enduro a lunga escursione come bici perfetta per i lunghi giri dove è preferibile una bici più leggera su quei trail che non necessitano di molta escursione. Ma grazie alle geometrie regolabili non è solo una bici aggressiva dato che in posizione high è veramente bilanciata che tende a essere piuttosto conservativa. La si può considerare una Camber con maggiore versatilità.
Se invece avete spazio nel vostro garage oppure budget per una sola bici, la Stumpjumper standard è pressoché la bici tuttofare. Una performante bici a media escursione con ruote da 29″. Ha comunque dei limiti ma vi darà soddisfazioni sul 90% dei trail che incontrerete.
Ciò che va meritatamente elogiato di entrambi i modelli è che Specialized li ha veramente migliorati rendendoli entrambi aggressivi e performanti in ogni aspetto. Ottimi per quanto riguarda le geometrie, le sospensioni e gli allestimenti. Detto questo, hanno giocato bene le loro carte senza perdere di vista ciò che la Stumpjumper deve rappresentare: versatilità. Inoltre grazie al flip-chip si può scegliere una configurazione di geometrie più conservativa, per chi lo desidera. Se dovessi spendere i miei soldi, opterei per la Expert ST che al suo prezzo offre un eccellente allestimento, sulla carta davvero difficile da battere.