Per diverso tempo Specialized ha mantenuto lo stesso stile di design per il modello Enduro che consiste in una sospensione con giunto Horst che spinge una biella che abbraccia il tubo sella la quale comprime l’ammortizzatore, ancorato al triangolo anteriore con la tipica forma X-wing. Quei tempi sono finiti! Ora l’Enduro adotta lo stesso design del nuovo Demo, con il quale Loic Bruni sta ottenendo grandi successi quest’anno nel circuito di DH World Cup. Oltre al design della sospensione, la bici ha subito un totale rinnovamento su tanti altri fronti. Vede geometrie aggiornate, dà l’addio al formato ruote 27.5″ e, come ci si augurava da parecchio tempo, vede anche un cinematismo più progressivo e con maggiore escursione. Hallelujah!
Ho avuto la possibilità di guidare la versione ammiraglia S-Works del nuovo modello in taglia S4, che corrisponde pressoché a una Large. Gran bici e sorprendentemente l’ho pedalata molto bene in salita nelle ultime settimane. Nota: normalmente quando presentiamo una bici che abbiamo potuto provare solo per poche discese, etichettiamo l’articolo come “First Ride”, mentre quando la prova ha una durata maggiore l’articolo viene pubblicato come “Test”. In questo caso il periodo a disposizione non è stato lungo ma la bici è stata provata intensamente in questo lasso di tempo. Comunque, approfondiamo questa Enduro completamente rinnovata…
Dettagli
- Formato ruota solo 29″
- Materiale telaio solo fibra di carbonio
- Escursione anteriore e posteriore di 170mm
- Quattro taglie: S2, S3, S4 (in test), S5
- 40% di incremento di anti-squat
- 12% di incremento di rigidezza del telaio
- Sospensione progressiva e percorso ruota più arretrato
- Ammortizzatore metrico trunnion (205x60mm)
- Entrambi i mozzi Boost
- Sistema di stivaggio SWAT
- Passaggio dei cavi interno e guidato
- Forcella con offset corto
- Flip chip per modificare le geometrie
- Attacco dell’ammortizzatore standard
- 14kg senza pedali, tubeless e con guidacatena
Come si può vedere, il design della nuova Enduro si basa sulla pulizia delle linee, come si nota anche dalla prosecuzione delle tubazioni dal triangolo anteriore al carro, interne al telaio e guidate. L’attacco dell’ammortizzatore trunnion è dotato di cuscinetti sigillati. Specialized ha optato per un FOX Float X2 con quattro regolazioni e con lockout. La nuova biella è in carbonio sulla versione S-Works ed è dotata di parafango in plastica per mantenere pulito l’ammortizzatore.
Alcuni dettagli del telaio, in senso orario da sinistra. Protezione del tubo obliquo massiccia e removibile. La biella superiore, dotata di un robusto ponte di irrigidimento, tira la biella inferiore che spinge l’ammortizzatore. Il carro offre spazio per i copertoni anche da 2.6″.
In senso orario da sinistra. Lo SWAT CC è uno degli accessori che preferisco da sempre. Oltre a fare da tappo per la serie sterzo, alloggia un multi-tool nel tubo di sterzo, insieme a uno smaglia catena e a una falsa maglia di scorta. Lo SWAT nel tubo obliquo, dove poter riporre una gran quantità di cose con facile accesso, è una delle migliori invenzioni che abbia mai visto nel mondo delle mountain bike. Infine, un dettaglio dell’attacco inferiore dell’ammortizzatore che ha un flip chip per modificare le geometrie e non utilizza attacchi con standard proprietari.
La S-Works del test monta una trasmissione Shimano XTR a 12 velocità con cassetta 10-51, abbinata a una leggera e robusta guarnitura RaceFace Next-R in carbonio e a un guidacatena MRP. Inoltre vediamo la massiccia protezione in gomma con quattro grossi tasselli rialzati che aiutano a rendere la bici silenziosa.
Non sorprende che la bici sia montata con ruote Roval Traverse SL, che essendo un marchio costola di Specialized trae vantaggio dalla loro esperienza con la fibra di carbonio per realizzare cerchi tosti e affidabili. I mozzi fanno affidamento su meccanismi DT Swiss.
Davanti troviamo una massiccia FOX 36 Factory da 170mm di escursione con cartuccia Grip-2. Come l’ammortizzatore, dispone di registri separati per alte e basse velocità sia in compressione che in estensione. Offre copertoni Butcher da 2.6″ con carcassa Grid Trail, piuttosto leggeri in relazione alla tipologia di bici.
La Enduro S-Works utilizza freni Shimano XTR a 4 pistoncini con dischi da 200mm all’anteriore e 180mm al posteriore che si sposano bene con l’indole della bici.
Il reggisella telescopico RockShox Reverb AXS da 170mm lascia un triste vuoto nel passaggio interno dei cavi ma un aspetto più pulito all’anteriore. Ottima la scelta della sella Specialized Henge.
Specialized passa il suo manubrio in carbonio,che abbiamo già apprezzato nei precedenti test, al brand Roval e non lo marchia più come S-Works. Ora è largo 800mm ed è abbinato a un attacco manubrio Deity Copperhead da 35mm.
Geometrie
Questo aggiornamento ha trasformato completamente la Enduro. Specialized è saltata a bordo del concetto della “Speed Balanced Geometry” introdotta da Transition un paio di anni fa. Ciò significa top tube più lungo, angolo di sterzo più disteso abbinato a forcelle con offset corto e angolo sella più verticale.
Sul campo
Molti buoni giri iniziano con una salita, giusto? Comunque, dal punto di vista della posizione del corpo, con la sella estesa la Enduro ti mette in una posizione eretta che permette di caricare facilmente l’anteriore. L’angolo sterzo spalancato da 64.3° in posizione high non sembra essere pensato per sterzare a velocità lenta, ma è quello che ci si può aspettare da una bici di questo genere. Dal punto di vista dell’efficienza di pedalata, la bici è inaspettatamente valida. Non ho mai toccato la leva del lockout e la sospensione posteriore è semplicemente impassibile all’influenza della pedalata. Impressionante considerando che ha 170mm di escursione.
Una volta che si gira la bici verso valle le cose iniziano a diventare interessanti. Per iniziare, questa è una belva completamente differente dall’ultima Enduro e non esiste più alcuna somiglianza tra il modello vecchio e questa nuova versione. A partire dalle geometrie, la bici è al passo con i tempi e calza a pennello mettendoti nella giusta posizione. Il reach lungo permette di spostarsi avanti e indietro in base al percorso senza paura di scomporre la bici. Angolo di sterzo spalancato, reach lungo e carro lungo da 442mm rendono la bici una macchina da EWS che ispira confidenza e stabilità su tutti i terreni. Questo la rende diversa dalla bici divertente e giocosa che era la versione precedente anche se con il rider giusto lo può essere lo stesso, però richiede maggiore abilità ed energia. Nonostante abbia solo pochi millimetri in più di corsa, è una bici molto più performante in discesa, ai livelli di una bici da downhill.
In merito alla sospensione, Specialized ha fatto diverse migliorie. In passato ho criticato molto la linearità delle loro sospensioni e l’alto rapporto di compressione che, soprattutto se combinati tra loro, non solo l’ideale. Ora la progressività è del 38,6% e il rapporto di compressione scende a 2.83:1, che è ancora abbastanza alto ma decisamente migliore in combinazione con la maggiore progressività del sistema. Infatti ho utilizzato il Float X2 senza volume spacer all’interno. La bici è fornita con uno spacer ma risulta un po’ brusca quindi ho eliminato lo spacer di serie ottenendo maggiore grip. Questo permette al rider di gestire effettivamente la curva di compressione della propria bici in base alle preferenze. Significa anche che la bici può lavorare bene con un ammortizzatore a molla.
L’altro argomento chiave nel miglioramento della sospensione della Enduro è il percorso ruota, grazie al punto di fulcro completamente rinnovato. Specialized ha spostato in avanti il perno principale del carro per ottenere un percorso ruota più arretrato, il quale aiuta la bici a mantenere velocità nei tratti molto sconnessi poiché la ruota si allontana dagli ostacoli mentre affonda. Inoltre migliora la stabilità. Sui trail questo è un notevole vantaggio rispetto alle Enduro del passato e la nuova versione gestisce molto meglio gli urti di media entità mentre la natura progressiva aiuta con i piccoli urti e con la resistenza al fondo corsa.
Per quanto riguarda l’allestimento, ho trovato tutto eccellente, come deve essere su una bici ammiraglia con questo prezzo. Ritengo che i product manager abbiano fatto un ottimo lavoro curando l’allestimento fino al più piccolo dettaglio. A partire dalla forcella con la nuova FOX 36 e la sua cartuccia Grip-2 che non necessita di presentazioni (qui il nostro test), con ampie regolazioni e una curva di compressione perfetta di serie che non necessita di essere modificata con gli spacer, una struttra rigida e un comportamento burroso che ingoia di tutto.
I freni Shimano XTR sono soprendentemente potenti, tanto da farmi desiderare più modulabilità, ma la bici è progettata per il riding aggressivo e quella potenza è adeguata. La trasmissione XTR fornisce un’ottima cambiata, meno ruvida dell’Eagle ma leggermente meno performante sotto sforzo. Le pedivelle RaceFace alle quali la trasmissione è abbinata sono piuttosto rigide e soddisfano le esigenze.
Sono un grande fan delle ruote Roval per il loro feeling e per il rapporto robustezza/peso. La versione top di gamma SL con cerchi in fibra di carbonio non fanno eccezione, offrendo un ingaggio veloce, grande accelerazione, assorbimento e un comportamento vivace. Se dovessi sostituire una cosa sarebbero i copertoni. Penso che il Butcher abbia un disegno del battistrada ottimo ma non mi soddisfa la carcassa piuttosto sottile. Mi piace ancora meno la mescola che penso abbia un rimbalzo piuttosto veloce che lo rende nervoso sui terreni compatti. Inoltre mi piace il volume maggiorato da 2.6″ all’anteriore ma personalmente avrei optato per un 2.3 o un 2.4 pollici al posteriore.
Il cockpit è un dettaglio per il quale molti brand deludono, ma in questo caso è assolutamente fenomenale. Adoro tutte le quote geometriche del manubrio e dell’attacco manubrio che consentono ampio margine di regolazione. Mi trovo molto bene anche con le selle Specialized e la Henge non fa eccezione. Infine il comando wireless del RockShox Reverb AXS è una chicca. Lascia il cockpit pulito, facilita la manutenzione e i 170mm di escursione sono adeguati alla bici. Il sistema SWAT del tubo obliquo è un dettaglio straordinario con il quale ormai dovreste avere familiarità, rende la vita più semplice, tanto quanto il multitool nel cannotto della forcella.
Conclusioni
Dopo alcuni anni di piccoli miglioramenti e rifiniture, fa piacere vedere che Specialized è ripartita da zero con la nuova Enduro. Le geometrie sono piuttosto estreme ma al contempo molto ben bilanciate. La sospensione è un aggiornamento concreto rispetto ai precedenti modelli che fornisce la giusta progressione e permette di mantenere velocità. Se state cercando un giocattolino, non è questa la bici… se i vostri trail sono tranquilli, dovreste cercare altrove. Questa è una bici fatta per spingersi al limite di ciò che si può fare con una monopiastra. Inoltre non va trascurato l’ottimo lavoro che è in grado di fare in salita. Oltre al discorso dei copertoni, c’è un altro aspetto negativo che purtroppo non si può sostituire: ha una quota di standover molto alta, aspetto a cui spesso non si bada ma che merita di essere menzionato. A parte ciò, penso che questa bici possa fare molto felici la maggior parte dei rider. Per tutti quelli che vogliono ottenere il massimo da una bici che può anche portarti in cima ai trail senza uno shuttle o una funivia, sarebbe assurdo non considerare la nuova Enduro.
Prezzi
- Enduro Comp 29: 4.899€
- Enduro Elite 29: 5.799€
- Enduro Expert 29: 6.899€
- S-Works Enduro 29: 10.699€
- S-Works Enduro 29 telaio: $3,200 (non disponibile in Italia}
Molto meglio che a ruotare siano solamente i cuscinetti del carro.
però come cavolo si fa a dire di pedalare bene una bici con cerchi massicci, gomme da 1kg,telaio da 4kg. insomma un insieme di roba da 14/15kg. magari un fantino super allenato di 70kg non ha problemi.. ma tutti gli altri si.
senza poi contare il controsenso del fatto che per sfruttare bici come queste hai bisogno di discese "medio lunghe" e impegnative (quindi anche ripide) e per forza di cose questo vuol dire almeno fare salite da 45min/1h o anche di più. quindi di tempo in salita ce ne stai un bel po'..
ovvio che se però furgoni o sei in bike park il problema è risolto..
insomma il senso del mio post è che una mini dh da 15kg dovrebbe costare max 3/4000euro.. altrimenti non ha senso.. molto meglio una ebike o un trail leggera da 130/140mm.