[Fotostory] DH World Cup, GWINner anche a Fort William

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Lo statunitense Aron Gwin e la francese Emmeline Ragot vincono accomunati da un insolito destino, sbagliando quasi tutto in prova e nulla, o quasi, in gara.



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Il terzo round della World Cup Downhill si è svolto in Scozia sui versanti del monte Aonach Mor, il nono per altitudine, nel massiccio del Ben Nevis, l’unico luogo del Regno Unito dove sia possibile sciare grazie anche alla cabinovia per le risalite.
Fort William ha ospitato per la 11esima volta consecutiva una prova iridata. E’ un appuntamento ormai tradizionale, imperdibile, una gara che mette a dura prova i concorrenti per quasi 5 minuti, su un tracciato di 2.82 km con 555 metri di dislivello negativo.
Molto completa, la pista ha una prima parte compatta e filante, con rocce a vista e curve a gomito molto strette, che formano gole i cui pertugi necessitano una impeccabile interpretazione della traiettoria. La parte centrale boschiva, nettamente più tecnica, presenta lunghi single-track e salti naturali e artificiali, con una nuova velocissima sezione – disegnata da Mark Hedderwick e chiamata “motorway section” – che offriva due lunghi “table top” precedenti l’ingresso nella parte finale del tracciato, con i caratteristici “drop” da affrontarsi tutti d’un fiato prima del rettilineo finale, il “grand stand” dove si concentra il solito numerosissimo pubblico, che generalmente super le 25.000 unità.

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Per la finale di domenica, il sole dei giorni precedenti lasciava il posto a nubi basse e pioggerella insistente, che rendevano un po’ scivoloso e molto più lento il tracciato, fino a quel momento insolitamente asciutto e polveroso. Il fondo adesivo e le zone più viscide frenavano parecchio le performance dei concorrenti, alzando i tempi di percorrenza dei migliori atleti di oltre dieci secondi rispetto a quanto fatto registrare nel corso delle prove.

Women
Le prime a partire sono state come sempre le donne. Solo ventuno le concorrenti al via, dalla stazione della funivia, con il cancelletto di partenza avvolto nella nebbia e una temperatura di soli 13° C.
Qualificatasi con il 33esimo tempo a causa di un paio di cadute, la graziosa 26enne francese Emmeline Ragot (MS Mondraker Team) metteva subito in cassaforte un tempone, atteso e del resto prevedibile anche dall’avere la tabella N.1 di leader della classifica di Coppa. La transalpina non sbagliava praticamente nulla, facendo segnare la miglior performance al secondo intertempo, accomodandosi autorevolmente sulla “hot seat” per godersi il primato e osservare i risultati delle avversarie.
Pioggia insistente, emozioni con il contagocce. Non succedeva praticamente nulla finché non scendeva la britannica Tracy Moseley, settima in prova e acclamatissima dal suo pubblico, che si scaldava nel vederla temporaneamente seconda, ma con un gap di oltre 14”. La francese Floriane Pugin (Team Scott 11), terza nelle prove, scalzava la Moseley dal posto d’onore, ma anche per lei la gloria durava un amen, perché la connazionale Myriam Nicole (Team Commençal – Riding Addiction) le dava subito il benservito.
A quel punto mancava solo la temutissima inglese Rachel Atherton (GT Factory Racing), giustamente osannata dal pubblico locale. Velocissima e potente sulla pista di casa, Rachel dava luogo a una manche quasi impeccabile, con il migliore intertempo nella parte tecnica e il secondo in quella più veloce. Il Dio del tempo, Crono, la condannava tuttavia al secondo posto, a soli 1”314 dalla Ragot.

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Classifica gara femminile.

La classifica generale di Coppa ricalca quella della gara, con Emmeline Ragot prima con 570 punti, Rachel Atherton seconda con 450 e Myriam Nicole terza con 441.

Men
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C’era molta attesa nel vedere all’opera lo statunitense Aaron Gwin (Trek World Racing Team), chiamato al riscatto dopo il mezzo disastro delle prove ufficiali, chiuse al 29esimo posto.
Prima di lui scendevano numerosi comprimari, che si alternavano vicendevolmente sulla “hot seat”. Steve Peat (Team Santa Cruz Syndicate), carriera in parabola discendente ma popolarità sempre elevata, si perdeva tra la nebbia delle cime, andando lungo in una delle prime curve.
La nebbia non infastidiva invece Aaron Gwin, che non sbagliava una virgola e chiudeva rifilando agli avversari un intero fuso orario, 9”654.

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Era per lui una situazione un po’ inconsueta, poiché doveva attendere altri 28 concorrenti prima di poter eventualmente esultare per un risultato prestigioso.
Poco dopo il fuoriclasse americano prendeva il via il nostro Lorenzo Suding (Team Pila – Black Arrows), che faceva segnare il terzo miglior intertempo prima di vedersi costretto al ritiro.
Gli altri atleti che si succedevano riuscivano solo a rosicchiare poche briciole di secondi al temporaneo leader Gwin, che sembrava avere messo le radici sul proprio trono. L’inglese Joseph Smith (Team Chain Reaction Cycles.com / Nukeproof) arrivava a 6”938, mentre peggio di lui facevano il neozelandese Justin Leov – teammate di Gwin – l’australiano Mick Hannah (Team Hutchinson United Ride) e l’altro neozelandese Brook Macdonald (MS Mondraker Team), che caduto nel bosco e ormai lontano dalle posizioni che contavano, deliziava il pubblico con qualche numero funambolico sui salti. Un altro atleta britannico, Josh Bryceland (Team Santa Cruz Syndicate), ottavo in prova, chiudeva momentaneamente secondo a 5”056 da Gwin.

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A quel punto mancavano all’appello finale sette concorrenti, primo dei quali era l’australiano Samuel Hill (Team Monster Energy – Specialized). L’aussie non tradiva le aspettative, giungendo sulla finish-line staccato di 3”532 dallo stratosferico Gwin, accomodandosi così alla sua destra sul momentaneo podio.
Era poi la volta del sudafricano Greg Minaar (Team Santa Cruz Syndicate), ma un salto di catena nella parte alta lo condannava al sesto posto finale.
Gli ultimi tre atleti a scendere erano tutti sudditi di Sua Maestà britannica. La maglia iridata di Danny Hart (Giant Factory Off-road Team), Campione del Mondo 2011 a Champéry, mandava in visibilio gli spettatori, prima illusi dal suo miglior primo intertempo, e poi delusi nel vederlo terminare a soli 0”834 dal mostruoso Gwin. Danny comunque non si rammaricava del secondo posto, dichiarando di avere disputato una buonissima gara, senza sbavature. E in effetti è stato così, la pista di Fort William non gli si addice nella parte finale, più adatta a potenti pedalatori che non a tecnici e agili furetti.

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Dopo Hart scendeva Gee Atherton (GT Factory Racing), che commetteva qualche sbavatura nella parte boschiva, conquistando alla fine il terzo posto a 2”516 da Gwin.
Marc Beaumont, team-mate di Gee Atherton e mattatore delle prove cronometrate, sbagliava parecchio un po’ ovunque e chiudeva senza più velleità al 66esimo posto.

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Classifica gara maschile.

Qui la replica integrale della manifestazione, con la gara femminile e quella maschile.

Dopo la strabiliante vittoria in Val di Sole, conquistata con temperature piuttosto calde e pista polverosissima, Aaron Gwin si è ripetuto una settimana più tardi qui in Scozia con condizioni diametralmente opposte, su un tracciato impegnativo per lunghezza e varietà morfologica, impartendo lezioni di guida a domicilio, con il solo Danny Hart a salvare i colori della “Union Jack” sulla pista di casa.
Con Aaron Gwin primo a 650 punti, Greg Minnaar secondo a 565, Gee Atherton terzo a 495 e Danny Hart quarto a 455, la Coppa del Mondo DH tornerà sulle scene il 23 giugno in Canada, a Mont Saint Anne, con il quarto atto degli otto previsti.

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