[Test] Santa Cruz Tallboy CC

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Lo scorso agosto Santa Cruz ha presentato la Tallboy, ultima bici della sua gamma ad essere migrata al nuovo design di VPP con ammortizzatore sulla biella bassa. Oltre all’aumento di escursione da 110 a 120mm, la bici da XC da downhiller, come la chiama Santa Cruz, prevede geometrie più aggressive, lunghezza del carro regolabile, passaggio dei cavi interno e guidato e un secondo attacco per il portaborraccia. Abbiamo messo alla prova la Tallboy negli ultimi mesi, continuate a leggere per scoprire come se l’è cavata…

Santa Cruz Tallboy


Dettagli Santa Cruz Tallboy

  • Ammortizzatore metrico
  • Mozzi Boost
  • Sistema di sospensione VPP
  • Escursione anteriore 130mm front / posteriore 12omm
  • Geometrie regolabili
  • Due portaborraccia
  • Taglie: XS, S, M, L (in test), XL, XXL
  • Peso: 12,5kg (sulla nostra bilancia, in taglia L)
  • Prezzo: 8.999€ (altri prezzi e montaggi qui)

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L’allestimento XO1 di questa bici è quasi completamente dotato di componenti SRAM Eagle XO1 Carbon, eccetto le pedivelle, che sono comunque X1 in carbonio con movimento centrale DUB. La corona da 32 denti può essere un po’ dura per i giorni più impegnativi ma per la maggior parte dei giri è adeguata. La sede del perno della ruota rivela il flip chip del carro che permette di cambiarne la lunghezza da 430 a 440mm.

Santa Cruz ha dotato ogni allestimento di una protezione del carro che riduce il rumore della catena che sbatte e che lavora in modo efficace. Si può montare un secondo portaborraccia sotto all’obliquo se volete una maggiore scorta di acqua ma odiate lo zaino idrico. Visto che l’ammortizzatore è esposto ai detriti alzati dalla ruota posteriore, Santa Cruz include un piccolo parafango in plastica per proteggerlo. Infine, il passaggio interno dei cavi è guidato, quindi silenzioso, e gestisce in modo pulito il cockpit.

Uno stem Raceface Aeffect R da 50mm e un manubrio Santa Cruz in carbonio completano l’anteriore. Il manubrio è da 800mm di larghezza e 20mm di rise con attacco da 35mm. Con la sua garanzia a vita e un peso di soli 235g, porta “la robustezza da DH in un peso da all mountain”, come dichiara Santa Cruz. Le manopole sono le Palmdale di Santa Cruz, che ho sostituito con le Sensus Meaty Paws nella foto.

Il modello in test è dotato di ruote Santa Cruz Reserve Carbon con garanzia a vita, con cerchio da 27mm di larghezza interna su mozzi DT Swiss 350. Il mozzo anteriore monta i Torque Caps per abbinarsi al meglio alla forcella RockShox. Questo allestimento XO1 è disponibile anche con ruote Easton in alluminio per 1.300€ in meno.

Per ciò che riguarda le sospensioni, la RockShox Pike Select tiene la bici incollata al suolo con i suoi 130mm di corsa e i registri di singola compressione e ritorno. Il posteriore è gestito da un Fox Float DPS Elite con la regolazione a 3 posizioni “open, trail, closed”, la regolazione a 3 posizioni della compressione alle basse velocità e il ritorno. Il foro inferiore di ancoraggio dell’ammortizzatore ha un flip chip per cambiare le geometrie da high/steep a low/slack. Gli eccellenti freni SRAM G2 RSC permettono di rallentare le ruote con rotori da 180mm davanti e dietro.

Lo spazio per i copertoni nel carro è abbastanza ampio. Con il carro regolato sulla misura corta la Tallboy accetta copertoni da 2.5″ mentre sulla misura lunga arriva a 2.6″.

Geometrie Santa Cruz Tallboy

Santa Cruz Tallboy sul campo

Partiamo con un breve accenno alla taglia che è una L e si adatta perfettamente ai miei 183cm di altezza. Con 470mm di reach, Santa Cruz non si è presa il rischio di spingersi al limite con geometrie innovative. Comunque ci sono ben sei taglie (giuste) quindi c’è qualcosa di adatto a ogni necessità. Per la maggior parte del tempo ho usato la Tallboy con le geometrie più divertenti, BB basso / angolo disteso e carro corto. Tendo a valutare molto bene le bici con molte possibilità di regolazione, quindi a Santa Cruz va il mio elogio per questo aspetto. Avere quattro configurazioni geometriche completamente differenti rende la bici ultra versatile.

Configurata in modalità low/short/slack, la Tallboy rappresenta tutto quello che amiamo in una moderna e aggressiva bici da 29″ a corta escursione. Significa maneggevolezza fulminea, ottima capacità in curva e accelerazione invidiabile. Le ruotone offrono grande capacità di superamento degli ostacoli che fornisce confidenza su tutti i terreni e l’escursione corta ma efficace ottimizza il lavoro della sospensione mentre permette alla bici di essere super reattiva agli input del rider.

Parlando della sospensione, per quanto non tutte le declinazioni del nuovo VPP con ammortizzatore in basso abbiano ottenuto recensioni completamente positive (qui potete trovare un paragone fra High- e Megatower), la Tallboy è effettivamente valida. Ha il perfetto mix tra sensibilità nella parte iniziale di corsa, sostegno nella parte centrale e resistenza ai fondocorsa che chiunque cerca in una sospensione. Personalmente avrei preferito trovare un ammortizzatore con piggy back ma è una cosa comune a tutte le bici a corta escursione che ho testato perché penso che in generale possano avere dei benefici da una migliore gestione della temperatura sulle lunghe discese.

In merito alla salita, nonostante sia sicuramente utile a molti, personalmente non ho mai usato il lockout, nemmeno in un paio di occasioni nelle quali ero appesantito dallo zaino fotografico. Il cinematismo della Tallboy è molto neutrale quindi stabile in salita, facendo risparmiare energie. Dal punto di vista della posizione di guida, le geometrie mettono il rider dove deve essere anche se mi sono sentito un po’ tirato, come se avessi potuto orientarmi su di una XL. L’angolo sella effettivo di 76° è nella media delle geometrie moderne ma se fosse stato anche leggermente più verticale nessuno se ne sarebbe lamentato.

Per ciò che riguarda la componentistica, Santa Cruz ha optato in modo furbo per componenti conosciuti e per i quali difficilmente si sentono lamentele. La trasmissione Eagle è perfetta per l’uso e i freni G2 RSC sono potenti ed efficaci, anche se a volte avrei voluto un disco da 200mm all’anteriore visto il livello di prestazioni della bici. La Pike Select si è comportata bene con scorrevolezza ed efficacia nonostante la limitata possibilità di regolazioni visto che non ho sentito la mancanza della seconda regolazione in compressione.

Penso che le Santa Cruz Reserve siano ruote eccellenti che migliorano il feeling sui trail ma i  1.300€ extra non sono pochi e spingono la bici a un livello di prezzo dove i clienti cercano qualcosa di più come componenti. Per chi vuole risparmiare è meglio considerare le ruote Easton in alluminio che comportano un aumento di soli pochi grammi ma comunque hanno buone prestazioni. Detto questo, le Reserve, come il telaio d’altronde, offrono un’eccellente garanzia a vita.

Conclusioni

Negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di provare diverse bici aggressive a corta escursione da 29″, indubbiamente una categoria interessante. Seppure sia difficile scegliere la mia preferita, la Tallboy è certamente tra queste. Non ha un particolare dettaglio che la ponga al di sopra delle altre bici di pari categoria ma non ne ha bisogno. È uno spasso da guidare, è composta, efficace e regolabile, che significa che anche se non sei uno che spacca il capello in quattro, non avrai problemi a settarla precisamente per come la vuoi.

Con i suoi 8.999€, l’allestimento del test non impressiona per il suo rapporto qualità/prezzo, ma con sei taglie e una pletora di allestimenti disponibili, c’è scelta per ogni esigenza. Le nostre recensioni tendono a focalizzarsi principalmente sul cuore della bici, ovvero il telaio. Nel caso della Talloby, è un’ottima arma per le lunghe giornate in sella, specialmente per chi cerca qualcosa che privilegi il divertimento ma che sappia anche svolgere bene il suo lavoro.

www.santacruzbicycles.com

 

Commenti

  1. mariogt:

    Guardo con interesse questo genere di bici introdotte ultimamente sul mercato, possiedo due mtb che sono agli estremi opposti tra di loro, una front da xc in carbonio e una full 160/150 sempre in carbonio e da ignorante in materia mi chiedo se rispetto a quest'ultima ci possano essere grosse differenze tangibili nella guida/pedalato in confronto alla tallboy.
    Guardando i numeri (ma probabile che sbaglio) non ci sono grandi differenze con ad esempio una enduro pedalabile tipo questa, che, escursioni e prezzo a parte che non discuto dovuto indubbiamente al brand meno prestigioso, non ha grandi differenze a livello geometrico e di peso ma sicuramente è molto più sfruttabile in contesti più impegnativi rimanendo pur ben pedalabile.
    Questo lo posso affermare perchè possiedo il modello inferiore dello scorso anno con cui ci faccio un po' di tutto, in salita si pedala molto bene e in discesa gli unici limiti sono i miei. Ecco, mi chiedo quindi quali siano le grosse differenze rispetto a questa tallboy.
    Beh, oltre al prestigio del marchio c'è la R&D che sta dietro allo sviluppo di uno schema sospensioni proprietario (il VPP di Santa Cruz) rispetto a Cube, che adotta la soluzione più diffusa sul mercato (giunto Horst con infulcro sul piantone sella).

    Alla fine, fra una Hightower e quella che hai linkato tu io sceglierei comunque la Cube 150, perché sono un caprone e non sono in grado di apprezzarne a fondo le differenze e perché onestamente la Cube 150 rappresenta un biciclettone tamarro che mi ha sempre fatto impazzire.
  2. D-Lock:

    La Ripley è bellissima, ma non credo proprio risponda alla domanda "prezzo più umano".E neanche le Transition non sono propriamente economiche.

    Io ho provato la Smuggler in autunno, e in salita mi era piaciuta molto, in discesa complice delle sospensioni completamente da rifare non ho potuto apprezzarla per niente, ma da chi ce l'ha mi dicono tutti sia ottima. Ho provato anche la Neuron nuova e in salita mi è piaciuta ancora di più, ci ho fatto 60km e 1600m d+ in un giro di 5 ore (un giro che fatto con la Hightower mi avrebbe fatto sputare sangue). In discesa per il segmento che è mi è parso andasse bene, ovvio è un compromesso tra agilità e prestazione discesistica, come tutte le bici.

    A me di queste nuove Santa Cruz continua a non convincere l'infulcro in basso dell'ammortizzatore. Sicuramente a livello dinamico funziona meglio del precedente vpp attaccato in alto, sia come curve che come masse portate in basso, ma leggo ovunque che misurare il sag è un atto di fede, si sporca parecchio li sotto, e mi pare che ci siano molti più leveraggi in quella zona che abbiano contribuito ad alzare i pesi.
    Esatto anche la ibis è fuori dalla mia portata... Mentre la neuron CF 8.0 è quella che sto valutando da un po' e purtroppo me ne sono fatta sfuggire una usata in vendita in un paese vicino al mio...
    Grazie per le info.
  3. ci-clo:

    se questa tipologia di bici fosse stata inventata 10 anni fa, ce la saremmo goduta senza andare a prenderci le endurone/freeride pesanti.
    Queste hanno la giusta escursione con una geometria non XC, che alla fine ti fa divertire perchè non ti stanca come una trail/marathon tradizionale.
    C'erano già 10 anni fa queste bici, ovviamente con ruote da 26 pollici. Ma la massa era troppo intenta a seguire le tendenze del mercato che proponevano escursioni sempre più lunghe o bici da xc super racing. Alla fine alla moltitudine interessano più le mode e l'apparenza che la sostanza e la reale efficacia
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