Formula: il ruolo di un tester dietro le quinte

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[Comunicato stampa]  Dalla nostra bici pretendiamo molto, ed è giusto così. Chi gira in mtb affida la sua sicurezza, non solo il suo divertimento, alla solidità del suo mezzo. La performance gioca un ruolo fondamentale ma non deve mai farlo a discapito dell’affidabilità e della durata nel tempo.

Siamo spesso abituati a prenderci cura del nostro mezzo, controlliamo la nostra mtb quasi ad ogni uscita. Ci assicuriamo che i freni siano a posto, che le sospensioni scorrano bene, che il telaio non faccia rumori strani, che la catena sia pulita e ben lubrificata e di almeno una dozzina di altre cose.



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Ci sono però rider professionisti che, in un certo senso, fanno esattamente il contrario. Non che non abbiano cura della bici, per carità, ma il loro compito è quello di trovare il limite della componentistica, e quindi devono un po’ maltrattarla. Devono muoversi nel territorio dell’estremo, devono superare quel limite che a noi non è dato superare e vedere se tutto va bene. E se qualcosa dovesse andar storto allora qualcosa si romperà.

Quello che fanno questi rider è fondamentale per lo sviluppo di prodotti sempre migliori. Spesso girano quasi esclusivamente con prototipi, non appena un prodotto nuovo è fuori loro hanno già sulla loro bici il prototipo di quello successivo che uscirà due o tre anni dopo o che magari non uscirà mai. Spesso devono assumere, controvoglia, gli atteggiamenti di un “cattivo rider”, ad esempio facendo una discesa di mezz’ora con i freni tirati o con la forcella con il lockout inserito, o magari sparando di proposito il getto dell’idropulitrice sulla componentistica delicata, come purtroppo fanno molti rider. Non devono essere bravi solo a portare al limite il mezzo, ma a volte devono anche maltrattarlo un po’.

Questi rider devono avere un rapporto di fiducia molto solido con i loro collaboratori, quasi sempre ingegneri, e si devono fidare di loro quando gli propongono cose che farebbero tremare un rider normale. Cosa direste ad un ingegnere che vi chiede di segare l’archetto della vostra forcella da DH e di buttarvi a gas aperto sul trail più tecnico che conoscete? Bene, un buon tester esegue e riporta i risultati.

Molto spesso i tester vivono in zone piene di sentieri e vanno in bici praticamente ogni giorno, perché devono fare chilometri e chilometri, settimana dopo settimana. Uno dei nostri test rider più attivi è Matteo Lupidi, una guida professionista che vive a Finale Ligure. Le persone come Matteo sono indispensabili al nostro lavoro. Il loro contributo nello sviluppo del prodotto è irrinunciabile.

Vi vogliamo mostrare un po’ di foto della bici di Matteo, per darvi un’idea di come è fatta la mtb di un test rider professionista. Piena di prototipi fatti spesso di componentistica grezza, a volte fresata o lavorata all’ultimo momento, solo per farla entrare a forza nella bici.

Se avete un prodotto Formula sulla vostra bici e se ne siete soddisfatti, come speriamo, e se vi capiterà di fare un giro a Finale Ligure ed incontrare Matteo, bene, ringraziatelo, magari allungategli una birra, perché la felicità che vi si stampa sul volto tutte le volte che uscite con la vostra bici è anche merito suo.

Formula  //  Matteo Lupidi

 

Commenti

  1. Zero Cool:

    Bell’articolo, ma.. la presentazione dell’ammo? @marco me la sono persa io o..
    Non c'è ancora stata. L'ho provato a fine febbraio e avrei dovuto pubblicare l'articolo tra pochi giorni ma a causa del lockdown la presentazione ufficiale da parte di Formula è stata rimandata a data da destinarsi... probabilmente a fine maggio.
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