Specialized presenta la nuova Epic, bici da cross country biammortizzata e disponibile in due versioni con diversa escursione: la Epic “classica”, con 100mm davanti e dietro, e la Epic EVO, con 110mm dietro e 120mm all’anteriore. Proprio la EVO è l’oggetto del nostro test, dato che l’ho potuta provare a fondo sull’arco di più di un mese, sui sentieri dove giro di solito. Di seguito trovate il video test, dove spiego anche i dettagli della bici, e il testo con prezzi, geometrie e specifiche.
Specialized Epic
Sulla Epic da gara non poteva mancare il Brain, cioé il sistema di chiusura/apertura automatica delle sospensioni tramite un sensore meccanico che riconosce se gli impatti provengono dal terreno o dalla pedalata del rider, posto nel fodero sinistro.
Rispetto alla precedente versione, il Brain ha un settaggio più duro quando tutto chiuso e una transizione meno marcata fra aperto e chiuso. Specialized afferma di averlo testato sul campo per 1850 ore senza rotture, in ogni caso chi acquista una Epic ha diritto a due anni di manutenzione al Brain inclusa nel prezzo. Gli intervalli di manutezione consigliati sono di 125 ore per l’air sleeve e 250 per il damper.
La forcella è una Rock Shox SIDSL Ultimate 2021 (qui il nostro test) dotata però anch’essa di sistema Brain, settabile fra 0-3omm, dove per zero si intende il blocco totale.
Il telaio è in carbonio Fact11, con un peso identico alla vecchia serie S-Works, mentre l’attuale S-Works pesa 100 grammi in meno grazie al carbon link (che pesa solo 24gr.)
Interessante la geometria, con un angolo sterzo di 67.5° e un reach di ben 470mm in taglia L. I tubi hanno forma diversa a seconda della taglia, per mantenerne la rigidità al crescere delle dimensioni, ma gli strati di carbonio rimangono invariati. Specialized afferma che il carro è più rigido del 15% rispetto al modello precedente.
L’antisquat è leggermente più alto ma non troppo per evitare pedal kickback, anche perché c’è il Brain che blocca l’ammo a seconda del terreno.
In fondo all’articolo trovate la gamma con i prezzi.
Geometria
Specialized Epic EVO
Ovvero la definizione di downcountry. Questa è la bici che ho provato (Epic EVO Expert) e con cui, devo ammetterlo, mi sono divertito un mondo. Una geometria molto aggressiva, tenendo conto dei soli 120mm di corsa all’anteriore e 110mm al posteriore, vede ben 66.5° di angolo sterzo, un reach di 460mm in taglia L (quella testata) e dei foderi lunghi 438, vale a dire non troppo corti, cosa che si sente sia nelle discese veloci che sulle salite ripide, dove l’avantreno sta bene incollato al terreno.
Peso rilevato senza pedali: 11.5 kg.
Dove l’ammortizzatore viene fissato alla biella è presente un flip chip che chiude lo sterzo di mezzo grado e alza il movimento centrale di 6mm. Non ho mai sentito il bisogno di utilizzarlo.
Il triangolo anteriore è identico a quello della Epic classica, solo il carro differisce (ed è anche più leggero di 200gr.) perché non c’è il sistema Brain.
I foderi alti flettono, in mancanza del giunto Horst, come ormai sulla maggior parte delle bici da XC.
Su una bici da downcountry non poteva mancare il reggisella telescopico, un X-Fusion Manic da 100mm di escursione, oltre ad una generosa gommatura di soli 2.3″ nominali, ma che in pratica ha un ETRTO più abbondante. La carcassa è da XC, quindi non la più robusta, infatti durante il test ho squarciato il Fast Trak al posteriore a causa di un taglio laterale dovuto ad una roccia.
La trasmissione SRAM Eagle GX 1×12 si è confermata affidabile e precisa, peccato solo che la guarnitura in alluminio si sia scolorita a causa del contatto con la scarpa.
Non poteva mancare lo SWAT, cioé il sistema di stoccaggio di acqua e attrezzi, anche se il multitool manca di uno smagliacatena e della brugola del 2 necessaria per regolare il ritorno dell’ammortizzatore Rock Shox SID.
A proposito di ammortizzatore, non è presente un remoto a manubrio per chiudere le sospensioni, bensì si deve girare la leva blu, anche sulla SID Select +.
Con una bici così veloce in discesa, speravo in un impianto frenante più potente, purtroppo gli SRAM G2 RS con dischi da 180/160mm non si sono dimostrati all’altezza. Dopo un paio di uscite con lunghe discese alla cui fine arrivavo con polsi e avambracci doloranti a furia di tirare le leve, ho provato a mettere dischi e pastiglie (rosse) Galfer, e da quel momento i G2 hanno cominciato ad essere costanti nelle prestazioni e soprattutto potenti quando basta per divertirmi.
Vi rimando al video per le impressioni sul campo, concludendo che con la Epic EVO sono riuscito a fare giri con tanto dislivello senza per questo penalizzare il divertimento in discesa. Di sicuro uno dei prodotti più caldi dell’anno, un po’ fuori dai canoni degli agonisti, ma che strizza l’occhio a chi intende praticare la mountain bike a 360°.
Montaggi
Prezzi
Come ti dicevo io sono contento della mia Epic 2014 con il Brain. Riesco ad utilizzarla e sinceramente non ha mai dato problemi, tranne trovare qualcuno (Andreani) che facesse una buona revisione. Inizia un po' a preoccuparmi la sua eta' nel senso che andando avanti sarebbe piu' difficile gestire la manutenzione del brain e se non va il brain la bici e' inutilizzabile. Non ho mai avuto modo di cambiarla anche perche' e' una bici fenomenale per me almeno.
Mi stuzzica la Evo sostanzialmente perche' non c'e' il brain e non per andare piu' velocita' in discesa. anzi mi piacciono molto le salite scassate. La domanda principale e': la bici bobba? cioe' senza il brain sullo scassato siamo "tornati" all'antichita'? grazie