Esistono i dischi flottanti in ambito MTB?

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I dischi flottanti, così comuni in ambito motociclistico, non sono molto diffusi nel mondo mountain bike. Anzi, spesso si chiamano flottanti dei dischi che in verità non lo sono. Andiamo a vedere cosa sono e quali marchi li propongono veramente (qui trovate un esempio di vero disco flottante):

YouTube video

 



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In collaborazione con Bike Lab Torino.

 

Commenti

  1. ANDREAMASE:

    Di lunghezza???
    Lascia andare e frena quando spiana...
    Tanto più che, se affondavi fino alle caviglie, tanta velocità non avresti dovuto prenderla...
    Ho dimenticato di ricordarvi...ripida. era il fianco della montagna, non un zig zag ma una enorme e lunghissima, ripida discesa.
    Su 500mt circa ogni tot di metri c'era un pò di vegetazione che rendeva il terreno leggermente più solido ma subito dopo, nell'arco dell'interasse della bici, ripartiva il campo arato. Ripeto, ma per me eh, che non era possibile frenare dove e quando serviva
  2. franz_quattro:

    :nunsacci:

    Effetto autocentrante dei dischi?!?
    Dischi più facili da centrare?!?

    Scusami ma non riesco a comprendere queste tue affermazioni
    perchè di norma è la pinza che va centrata sul disco e non viceversa
    Provo a spiegarmi meglio: i dischi dopo ripetute frenate subiscono dei cicli di surriscaldamento-raffreddamento che li porta inevitabilmente a perdere la loro planarità e quindi a toccare in uno o più punti le pastiglie. Il fatto che esistano dischi in due materiali o con i nottoli serve a scongiurare questo fenomeno perché migliori la dissipazione del calore con l'alluminio oppure svincoli la pista frenante dallo spider in maniera che non si "butti" più di tanto.
    Quindi ad un certo punto è inevitabile ripristinare la planarità del disco tirandolo con l'apposito attrezzo o con la chiave regolabile. È un'operazione molto semplice e basta prenderci un po' la mano.
    I dischi monolitici sono più facili da centrare perché puoi tirarli sia dalla pista che dai bracci dello spider, mentre coi dischi coi nottoli o in due pezzi puoi tirare solo la pista. È un po' più laborioso ma nulla di impossibile.

    Logico che è una tirata "alla buona", cioè se lo riporti a +/-0.2mm di sbiecamento è già tanto, inutile insistere.

    Spero di essermi spiegato sennò per ogni dubbio c'è sempre @frenk.


    Qua si vede bene il problema ed il da farsi:
    [MEDIA=youtube]O0c2Ez2v0PU[/MEDIA]
  3. franz_quattro:

    certo però che leggere di dischi con effetto autocentrante, e di più facili da centrare
    spero converrai con me che queste sue "affermazioni" fanno veramente sorridere :-)
    ---
    L'hai pure scritto anche tu, adesso, facendo degli esempi - vecchi dischi - ecco appunto!
    Per cui queste tutte particolarità che descrivi sicuramente potevano andar bene
    con i s.d. vecchi impianti/vecchi dischi, ma ora credo non trovino più alcun riscontro

    infine, non credo valga la pena che stia qui a dilungarmi sull'evoluzione di materiali,
    tecnica e criteri costruttivi e tanto altro, tutte cose di cui sei benissimo al corrente,
    visto poi che le mie, potrebbero essere interpretate come inutili ridondanti ripetizioni
    Si è certamente espresso male, sbagliando terminologia, ma i concetti sono fondamentalmente corretti. In ogni caso, quanto ti ho spiegato non vale solo per i "vecchi dischi", ma anche per gli attuali, che ne soffrono mediamente meno ma il principio è lo stesso e le conseguenze le stesse, seppure in misura (forse) inferiore. Quello dei dischi formula era solo un esempio di combinazione di "freno potente VS disco soggetto a deformazione" che ho riportato in quando sono certo che molti qui sul forum hanno posseduto tali impianti e quindi possono comprendere... ma ti assicuro che lo stesso principio vale per tutti gli impianti e per tutti i dischi, in misura differente forse, ma succede la medesima cosa. L'evoluzione dei materiali può fare in modo che un principio fisico venga mitigato ma non può eradicarlo completamente.
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