[Test] Riparare uno stelo graffiato con il kit SendHit Scratch Cover

51

Tra tutti i danni che una bici può subire in caso di caduta, i graffi sugli steli delle sospensioni sono sicuramente tra i più temuti. Che siano graffi superficiali o veri e propri solchi profondi, possono incidere notevolmente sulle prestazioni e sull’usura della sospensione, oltre ovviamente ad avere un forte impatto estetico. L’azienda francese SendHit ha messo in commercio una soluzione a questo problema, il kit Scratch Cover, che nella maggior parte dei casi evita l’onerosa sostituzione degli steli, ripristinando efficacemente la finitura lucida degli steli… ma quanto efficacemente? Scopriamolo insieme!



.

Il kit è disponibile sia in versione nera che trasparente così da poter scegliere la versione più indicata alla colorazione dello stelo che occorre riparare. Parlo in termini generici di stelo poiché lo Scratch Cover è indicato non solo per le forcelle ma anche per gli ammortizzatori e per i reggisella telescopici. La confezione contiene il necessario per almeno 5 applicazioni e ben oltre, come vedremo in seguito. Troviamo una boccetta di resina e una di indurente, 5 pezze imbevute di alcol isopropilico, 5 provette, 5 contagocce, una lima, 10 strisce di carta abrasiva fine con relativo supporto, un barattolino di pasta abrasiva e un paio di guanti in nitrile, oltre ovviamente al libretto con le istruzioni per l’uso illustrate in modo chiaro e preciso in sei lingue tra cui l’italiano.

Ho utilizzato il kit nero, dovendo intervenire su di uno stelo di una forcella RockShox che ho graffiato appositamente per l’occasione. Tranquilli, non sono diventato matto, si tratta semplicemente di un ricambio destinato alla discarica. I graffi che ho realizzato sulla finitura sono di media entità, vistosi ma non troppo profondi e privi di bave in rilievo. In caso di bave in rilievo occorre utilizzare la lima fornita in dotazione, lubrificata con un paio di gocce di olio, per eliminare ogni asperità. Se oltre ai graffi il vostro stelo ha subìto anche un’ammaccatura, purtroppo si dovrà necessariamente optare per la sostituzione.

Iniziamo con il procedimento di riparazione dei graffi, utilizzando una delle pezze imbevute di alcol isopropilico per pulire adeguatamente la zona da trattare, soprattutto se ci sono residui di limatura e di olio, affinché la resina aderisca perfettamente. Lo stelo della sospensione deve essere posizionato in piano, con i graffi rivolti verso l’alto, quindi consiglio di smontare dalla bici il componente interessato per posizionarlo sul banco di lavoro.

Indossiamo i guanti, prendiamo la boccetta di resina epossidica e agitiamola per bene, successivamente versiamone 1ml all’interno di una delle provette monouso, facendo riferimento alla tacca che indica il livello da raggiungere. Per eseguire comodamente questa operazione, la confezione in cartone del kit è provvista di un foro nel quale posizionare verticalmente la provetta.

A seguire, prendiamo la boccetta di indurente e, dopo aver agitato anche questa, versiamone o,5ml nella provetta, riempiendola fino all’ultima tacca, quella da 1,5ml. L’indurente serve a creare la reazione chimica una volta miscelato alla resina epossidica e consentirle così di indurirsi a contatto con l’aria.

I due componenti vanno miscelati accuratamente per almeno due minuti, cambiando diverse volte il verso. Per questa operazione si può utilizzare direttamente il contagocce che servirà anche da applicatore, poiché è dotato di un beccuccio fine che si adatta alle dimensioni della provetta. Attenzione a non far fuoriuscire il liquido dato che la provetta risulta piuttosto piena. 1,5ml è una quantità veramente esagerata per una singola applicazione, quindi consiglio di dimezzare le dosi consigliate, ovviamente mantenendo le proporzioni grazie alle tacche sulla provetta.

Ora passiamo ad applicare il prodotto sui graffi. Con un pezzo di carta assorbente puliamo il beccuccio dell’applicatore, così da eseguire un lavoro preciso e pulito. Con una leggera pressione sull’ampollina del contagocce, eroghiamo la giusta quantità di resina affinché ogni parte del graffio sia adeguatamente coperta con uno strato “rotondo” di resina, senza lesinare e senza esagerare.

La resina va lasciata asciugare per far sì che raggiunga la durezza necessaria per essere lavorata e integrarsi alla finitura stessa dello stelo. I tempi di indurimento vanno dalle 6 alle 8 ore minimo. Personalmente, non avendo fretta, ho lasciato indurire la resina per circa 24 ore prima di passare agli step successivi. Ricordiamoci di lasciare lo stelo in orizzontale, con la resina rivolta verso l’alto per evitare che possa colare.

Ora posizioniamo la striscia di carta abrasiva sull’apposito supporto e iniziamo a levigare la resina in eccesso, con delicatezza e con attenzione, bagnando leggermente la superficie da levigare e seguendo con i movimenti la direzione di scorrimento dello stelo, avendo cura di muoverci attorno alla curvatura dello stelo per levigare accuratamente tutta la superficie. Fermiamoci spesso per verificare le condizioni della levigatura, controllando non solo alla vista ma ancora più attentamente al tatto, fino a non sentire alcun rilievo sotto alle dita, anche facendo scorrere l’unghia.

A questo punto si passa alla finitura con la pasta abrasiva fornita in dotazione che crea un effetto lucidante. Basta poco prodotto, disteso e strofinato con un panno di cotone o ancora meglio di microfibra, per eliminare la leggera opacizzazione dovuta alla carta abrasiva e far tornare lo stelo lucido come da nuovo.

Il risultato è uno stelo meccanicamente tornato come nuovo, con una finitura lucida e incredibilmente uniforme sulla quale non si avverte nemmeno il più impercettibile segno dei graffi che avevo procurato allo stelo. Non si può dire altrettanto del risultato estetico, dato che purtroppo alla vista il danno è stato solo leggermente ridotto e che la colorazione nera della resina è completamente svanita una volta levigata per riportarla al livello dello stelo. Probabilmente si riescono a ottenere risultati migliori anche in termini estetici quando i graffi sono più profondi e permettono alla resina di penetrare più in profondità, senza che la carta abrasiva asporti buona parte della pigmentazione che contiene. Tuttavia, prescindendo il fattore estetico, il risultato in termini meccanici è notevole.

Il kit Scratch Cover è venduto al prezzo di 39,99 euro.

SendHit Scratch Cover è distribuita in Italia da RMS

 

Commenti

  1. cianci:

    Non so se dico eresie, ma ci vorrebbe la resina, delle strisce di carbonio e una pompa a vuoto per eliminare completamente l'aria dalle fibre e colla.
    Ci avevo pensato a riparare il mio telaio una volta, ma poi mi sono affidato a italcarbon, Sergio grande professionista, il telaio non si è mosso di un millimetro.
    Dipende che uso ne deve fare: se puramente estetico perchè magari è venuto via del trasparente potrebbe andare bene, anche se va verificata bene la composizione per evitare che faccia reazione con l'epossidica del telaio, ma è difficile.

    Altro discorso per un danno strutturale dove è bene affidarsi a chi ha esperienza e strumenti per intervenire, come hai giustamente fatto tu.
  2. DoubleT:

    non hai capito nulla
    Scusa maestro... Non scriverò mai più un mio pensiero.. Chiedo pietà al mondo dei forum...
    P. S. Ci sono modi e modi di intervenire in un forum.. Non mi conosci.. Non sai nulla di me.. Usa un tono diverso, grazie...
  3. Barons:

    Fai sapere se il prodotto funziona veramente con una foto a lavoro finito ..
    lavoro finito.soddisfatto solo per il fatto che è tutto bello liscio.per niente soddisfatto del risultato estetico nonostante abbia acquistato il kit con la resina nera.Confermo ,come nell'articolo, che le quantità sono un pò troppe.
Storia precedente

Arrivano le storie!

Storia successiva

Alla ricerca del KOM: 160km e 2000m di dislivello in 5 ore e 28min, nel deserto

Gli ultimi articoli in Test

Nuova forcella Manitou R8

Manitou presenta la nuova forcella R8, pensata per il cross country. L’abbiamo provata sulla Rockrider Race…