Me lo avete chiesto in tantissimi… vediamo dunque di snocciolare questa manovra per filo e per segno, e per farlo dividerò la “lezione” in tre puntate. Questa dedicata ad esercizi propedeutici, la seconda riguardante proprio l’atto pratico del nose press e di come imparare a curvare sulla ruota anteriore, l’ultima sull’uso della manovra nei tornantini stretti…
Come tutti sappiamo il gioco qui è di utilizzare come perno la ruota anteriore per far girare la bicicletta in spazi risicati.
Spesso viene usato su tornanti stretti in discesa, ma in realtà è una manovra che può capitare di dover usare anche in piano o salita.
Ciò che sicuramente rende difficile rimanere in equilibrio sulla ruota anteriore è la paura di cappottare in avanti. Proprio per questo motivo reputo che un po’ di esercizi atti a migliorare il feeling con l’avantreno e con la sensazione di ruota posteriore per aria possano servire decisamente.
Sappiamo bene tutti che frenando con l’anteriore tendiamo ad alzare la ruota posteriore, consideriamo che lo stesso risultato si ottiene anche senza freno e spingendo verso il basso con le gambe (come se dovessimo saltare). In automatico infatti alzeremo il sedere, a spalle ferme sentiremo perciò il peso che si sposta in avanti e la ruota posteriore che si alza (non provate a spingere tanto perchè rischiate la cappotta!!).
Con questo metodo però il posteriore rimane alzato un istante, proprio come se saltassimo e ricadessimo per terra. Col freno invece il posteriore rimane alzato più a lungo. In particolare finchè non “finiamo” l’inerzia che abbiamo accumulato con la velocità.
Per poter gestire al meglio il nose press è fondamentale riuscire a conoscere e gestire sia la frenata che il movimento di spinta delle gambe.
Se ipotizziamo di essere in piano e di avere curve molto strette e lente, ci accorgiamo subito di come non avremo possibilità di usare esclusivamente la frenata per innescare il sollevamento del posteriore. Al contrario se arriviamo ad un tornante in discesa da un tratto più scorrevole la frenata la farà da padrone.
Veniamo al movimento e agli esercizi propedeutici.
Per prima cosa mettetevi in una zona tranquilla (magari un parcheggio o un tratto di sentiero pianeggiante e largo) che offra un buon grip alle gomme, possibilmente senza pedali a sgancio in modo da poter saltare via dalla bici in ogni momento e dotati di protezioni (almeno casco e magari ginocchiere, gomitiere).
Iniziamo a velocità molto bassa, tale che sia impossibile il ribaltamento, a passo d’uomo può funzionare. Come al solito la posizione di partenza è quella “base” spiegata nel topic apposito.
Blocchiamo ora il freno ant con forza e, rimanendo ben saldi con le braccia (che rimangono leggermente piegate), cerchiamo di focalizzare l’attenzione su quelli che sono gli spostamenti di carico che il nostro corpo attua sulla bicicletta.
Iniziamo anche a prendere confidenza con il freno, proviamo a frenare e ricadere senza mai lasciarlo, poi a lasciarlo mentre la ruota posteriore è ancora in aria.
Mi raccomando mentre fate questi esercizi di guardare davanti a voi. La velocità è ridottissima e quindi non vi sto dicendo di guardare a 10 metri, ma un buon metro davanti alla ruota anteriore aiuta a stabilizzare il tutto e a capire cosa si sta facendo. Se guardate il manubrio vi irrigidirete e non avremo spostamenti di carico sulla bicicletta.
Adesso proviamo, sempre per gradi, a spingere con le gambe e a piegarle leggermente, arretrando col sedere, mentre la ruota posteriore sta salendo. Vi renderete conto che questa sale di più e la bici va in una posizione più verticale senza che abbiate l’impressione di cappottare in avanti (visto che il vostro baricentro rimane nello stesso punto).
In seguito dovrete provare a modulare il freno in modo da allungare lo spazio in cui riuscite a stare sulla ruota anteriore.
Giocando quindi con questi due fattori, modulazione del freno ant e spinta e successivo piegamento delle gambe, man mano vi renderete conto che anche a bassa velocità riuscirete a mantenere più a lungo la bici sulla ruota anteriore.
Per ritornare con le ruote a terra non dovrete poi fare altro che stendere le gambe (che dovranno assorbire l’urto della ruota a terra) e mollare il freno. Mi raccomando non andate ad arretrare ulteriormente, cercate di rimanere centrali e far “scorrere” la bici sotto di voi in modo da essere in posizione “base” non appena sarete atterrati.
Come ogni “trick” bisogna esercitarsi fino alla nausea prima di poterlo provare su terreni accidentati o in situazioni limite. Non abbiate quindi timore di perdere tempo a provarlo nel parcheggio di casa o sui sentieri durante una pausa del vostro giro in bici, tutto fa brodo.
Ora che abbiamo visto come gestire il nostro freno e le nostre gambe vediamo di prendere confidenza con questo trick.
Prima però analizziamo cosa stanno facendo le braccia in tutto questo… Le braccia devono rimanere abbastanza rigide perchè stanno reggendo tutto il peso del corpo e lo stanno trasferendo alla ruota anteriore. Saranno quindi leggermente flesse ma non andranno a fare grandi movimenti.
Tutti sappiamo che con l’aumentare della pendenza negativa aumenta la paura di cappottare e la “facilità” di avanzare col peso. Proprio per questo motivo vi consiglio, quando vi sentite pronti, di provare a fare questa manovra in un tratto di sentiero leggermente in discesa. Più sarete sicuri di voi stessi e del vostro controllo e più potrà aumentare la pendenza (senza esagerare!).
Un altro esercizio utile e scenografico potrebbe essere quello di salire in nose press e, sedendosi sulla sella, togliere i piedi dai pedali. Oltre che per fare invidia ai propri compagni di giro, questo tipo di esercizio (abbastanza facile) permette di capire due movimenti fondamentali. Il primo è come uscire dalla bicicletta in caso di ribaltamento. Se infatti andassimo oltre il limite questo movimento ci permette di atterrare in piedi (se non sta andando troppo veloci normalmente si riesce anche a rimanere in piedi). Inoltre questo esercizio ci obbliga a trovare “la posizione limite”, cioè l’inclinazione oltre la quale si cappotterebbe in avanti, infatti per togliere le gambe e rimetterle sui pedali prima di ricadere (mi raccomando i parastinchi!!!) bisogna avere un po’ di tempo, il che significa che non riusciremo se non siamo arrivati ad avere un buon feeling con frenata e controllo dell’avantreno. Conoscere questo “punto limite” è fondamentale, non tanto per andarlo a ricercare durante il nostro nose press, ma per sapere sempre di avere ancora margine o meno.
Ingrediente segreto: Dovete essere metodici!!!
Quando si parla di trick, l’ho già detto in precedenza, bisogna sempre andare per gradi ed esercitarsi all’infinito. Dobbiamo cercare di migliorarci di un briciolo ad ogni prova che facciamo. Quindi se vi mettete sotto casa a provarlo per un ora non preoccupatevi, non siete voi che non siete capaci, è che chi lo fa adesso ha passato ore della sua vita come voi sotto casa in passato.
Inoltre quando dico di andare per gradi significa che questo tipo di cose vanno imparate pian piano. Provare con troppa foga ed esagerare significa cappottare in avanti e presumibilmente prendersi un bello spavento. Sappiate che normalmente se in un’ora di allenamento si impara 10 con uno spavento singolo di pochi secondi si “disimpara” 100, saliranno le ansie di cadere che si trasformeranno in rigidità del vostro corpo e della vostra mente e questi non sapranno reagire alle situazioni in cui vi andate a cacciare.
Quindi fate le cose con calma e per gradi perchè solo così si possono imparare al meglio questi “trick”.
Nella prossima puntata vedremo come impostare le curve stando in nose press!!
Nel fotoalbum di RCM trovate come al solito le sequenze complete che ho presentato in questo articolo!
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Jack