La fine di un’era: la casa editrice di Bike è stata venduta

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La rivista tedesca Bike Magazin è stata per decadi il punto di riferimento per quanto riguarda i test, i giri da fare in mtb e gli eventi, a patto che uno masticasse la lingua teutonica. Creata ad inizio anni 90 da Uli Stanciu, che molti conosceranno per essere l’ideatore e l’organizzatore anche del Bike Transalp, la famosa gara che in una settimana attraversa le Alpi per arrivare sul lago di Garda, ha sofferto la digitalizzazione perdendo regolarmente lettori negli ultimi vent’anni.

Allo stesso modo Tour, la rivista dedicata alle bici da corsa, è probabilmente la rivista più autorevole in quel campo. Visto che gli anni passano anche per Stanciu, non poteva essere uno dei primi a creare una rivista dedicata alle bici elettriche, Emtb Magazin.



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Avendo vissuto a lungo in Germania, Bike inizialmente per me era un appuntamento imperdibile in edicola, quando internet muoveva i suoi primi timidi passi, per poi diventare uno dei miei clienti quando cominciai a lavorare come fotografo. Ai tempi Bike aveva l’unico forum tedesco (credo europeo), ed era visitatissimo, fin quando dei troll e la mancata moderazione non ne hanno decretato la fine, unita al fatto che gli utenti si spostarono su MTB-News.de, me compreso e compreso l’attuale caporedattore Henri Lesewitz, che risponde con tono piccato ai commenti della news dell’acquisizione proprio su MTB-News.

Chiesi in redazione perché non fossero interessati al loro sito e la risposta mi arrivò direttamente dalla casa editrice. Me la ricordo ancora: “Noi vendiamo riviste“. Correva l’anno 2003 o 2004. L’epilogo si scrive oggi, nel senso che la stessa casa editrice viene inglobata in un’altra specializzata in riviste che si trovano sui tavolini dei parrucchieri. Bike, Tour, Emtb non spariscono, anzi l’idea è di dare loro maggior forza dal lato online.

Bisogna dare atto al’editore Delius Klasing di averci visto lungo, negli anni 90, e di aver anche dato vita ad eventi come il Bike Festival che sono diventati un appuntamento immancabile nel calendario di ogni biker. Speriamo che i nuovi proprietari riescano a ridare lo smalto degli anni passati a delle pubblicazioni che fanno parte del nostro mondo esattamente come certi marchi storici di bici.

 

Commenti

  1. 30x26:

    peccato, erano tra i pochissimi a dare un approccio strumentale ad alcuni test. un po come il citato quattroruote e simili che credo sopravvivano solo grazie al fatto che le opinioni dei testers sono fortificate da numeri "neutri".
    chiaramente e' piu' facile "regalare" on line la recensione di un tester qualunque che far pagare in edicola quella di un professionista esperto. la tendenza e' quella in tutti i settori ed andra' solo a peggiorare, gia' adesso sbattendosi un poco e' possibile trovare on line qualche fonte competente gratuita o sovvenzionata in modo trasparente. ad esempio astonmtb.com
    Concordo in tutto tranne sulla neutralità di Quattroruote. É vero che bisogna dargli merito di aver costruito una memoria storica coi test e col modo di fare i test, e di saper far vendere la rivista, ma per me altro che neutri...sono da sempre pro Fiat e ad ogni nuovo ministro dei trasporti segue editoriale con leccata di c*lo. Poi sopravvivono anche loro coi contributi statali per l'editoria in varie forme...quindi se chiudono anche loro non mi dispiacerebbe per niente...
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