Pole riporta la produzione in Finlandia

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Conviene ancora produrre in oriente? Con l’attuale situazione politico/economica mondiale, gli strascichi della pandemia, navi bloccate, guerre in corso e guerre pronte a scoppiare, la situazione non è più così certa. Pole ha fatto i suoi conti e, dopo aver atteso due anni per la produzione di un telaio, molto prodotto buttato al controllo qualità per errori di produzione, problemi di trasporti e costi comunque in aumento, ha deciso di riportare la produzione in Finlandia.



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Certo, per una realtà di piccole dimensioni come Pole che produce poche centinaia di pezzi all’anno è più semplice di quanto non possa essere per i major brand che producono decine di migliaia di MTB al mese. Semplice, ma nemmeno così tanto. Per ottimizzare la produttività, i costi di manodopera e di lavorazione delle macchine, il prezzo superiore delle materie prime ed energia in Europa e numerosi altri dettagli importanti da far quadrare, Pole ha messo a punto la linea produttiva sotto ogni minimo aspetto.

Il risultato è quello che tutti noi appassionati di MTB ci aspetteremmo per i nostri gioiellini: un telaio in cui ciascun pezzo, ciascun minimo dettaglio è stato studiato per essere prodotto con il minor intervento umano possibile e con lavorazioni a macchina calcolate per abbattere gli sprechi e ottenere pezzi il più precisi possibile che facilitano e velocizzano accoppiamenti e montaggi. Inoltre Pole ha introdotto nuove tecniche di trattamenti superficiali e processi di passivazione e ha migliorato la tenacia degli incollaggi dei semigusci del telaio lavorati a CNC.

Insomma, lavorare molto di più all’inizio, per impostare una linea di produzione che assicuri alti standard qualitativi, per poi lavorare meglio e più velocemente dopo. Con questi accorgimenti, la capacità produttiva è salita a 80 bici al mese con l’obiettivo di arrivare a produrne 100. La velocità di produzione è passata da 6 mesi (salvo inconvenienti) a 30 giorni.

La prima bici del nuovo corso Made in Finland di Pole è la nuova elettrica Voima. Seguirà una versione tradizionale da enduro, quindi senza motore e batteria ma con uguali caratteristiche, che soppianterà la Stamina.

Pole Cycles

 

Commenti

  1. lorenzom89:

    Ma solo io ero convinto che un marchio da gioielleria come Pole producesse già in Finlandia?
    da quanto ne sapevo la gamma evolink ed i telai hardtail erano fatti a taiwan mentre tutti i telai realizzati al cnc (a partire dal machine, poi stamina e voima) li hanno sempre fatti in-house in Finlandia.
    Non credo le cose siano cambiate, da come la leggo stanno abbandonando la gamma di telai a tubi saldati che facevano fare in oriente per dedicarsi esclusivamente a telai fresati e incollati fatti internamente.
  2. Vedere made in taiwan mi ha sempre fatto sdubbiare, se vedo adesivi o altro con la scritta made in taiwan la stacco o la nascondo per non farmelo ricordare ogni volta.
    bravi in pole, valore aggiunto per la scritta made in finland
  3. In molti posti tipo Cina, Brasile, India, ecc., le multinazionali sono costrette a mantenere a costi abbastanza sostenuti tecnici, ingegneri, personale dirigenziale, per gestire e far andare avanti la produzione.
    A distanza di alcuni decenni, alcune aziende hanno preso consapevolezza dell'impossibilità di lasciare i loro stabilimenti alla conduzione dei locali. Se ciò accadesse avrebbero cali produttivi vistosi con qualità scadente.
    Testimonianza di ciò é la grande differenza tra il prodotto puramente cinese fatto li, la cui produzione é gestita dai cinesi, e ciò che viene prodotto dalle multinazionali da operai cinesi, ma sotto il controllo di standard affidati a tecnici provenienti dall'estero.
    Ecco perché diverse aziende, incoraggiate anche dalla situazione iternazionale, stanno rivedendo dove produrre.
    In definitiva, quando un'azienda riporta la produzione in patria e lo comunica ai 4 venti con evidenti fini pubblicitari, non possiamo avere dubbi: stare in Cina o altrove non é stato più conveniente.
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