Ode ai cartelli per le mountain bike

145

Visto che mi trovo da quasi un mese a Lenzerheide, dove ho praticamente spostato l’ufficio estivo, mi sono cimentato in diversi giri alpini che non conoscevo. Ho scaricato le tracce, le ho caricate sul mio Garmin Edge 530, e sono partito. Alcuni di questi itinerari sono stati messi insieme da me, cosa che risulta molto facile grazie alla cartografia svizzera, per me una delle migliori in assoluto. Con 30 Franchi all’anno ho accesso alle mappe aggiornate da telefono e computer.

Inoltre caricando le tracce sull’apposita app, quando sono in giro posso vedere esattamente dove mi trovo rispetto al percorso programmato, ed eventualmente prendere un sentiero diverso.



.

Non è però di questo che volevo parlarvi, ma della cartellonistica per MTB presente in tutta la Svizzera, e di quanto sia una manna quando si gira in posti che non si conoscono. Per esempio il fantastico Pischa Trail di Davos è un percorso ufficiale, segnalato dall’inizio alla fine. Considerando che si tratta di un itinerario in gran parte su sentiero, salita compresa, e con dei tratti a spinta (qui il mio report), la cosa non è scontata.

Siamo abituati a pensare agli itinerari segnalati come a quelli per i principianti o sui lungofiume, ed è quello che capita in tante parti d’Europa. Eppure, se pensate che anche il tratto esposto sul Monte Tamaro è segnalato per le mountain bike, capite che non deve essere per forza così.

Perché vi parlo dei cartelli se ho la traccia sul GPS? Semplice: provate ad andare in discesa e a guardare il Garmin allo stesso tempo, senza fermarvi o rischiare di andare contro un albero. La velocità intrinseca della discesa rende l’operazione piuttosto complicata: o rischiate o rallentate, o addirittura vi fermate per capire dove andare. Ci sono delle app che mandano indicazioni vocali del tipo “gira a destra, gira a sinistra”, ma con il rumore che c’è in discesa, non è facile sentirle.

Avere dei cartelli facilmente leggibili, posizionati bene e presenti su tutto il percorso facilita molto la navigazione. Senza considerare che uno può programmare i giri direttamente sul sito dell’ente (turistico) senza andare a cercare informazioni su 1000 siti diversi.

Ieri, mentre mi godevo una discesa da 1700 metri di dislivello, faticosamente guadagnata con le mie gambe, mi chiedevo perché sia così difficile trovare i cartelli fuori dalla Svizzera. Pensavo al Lago di Garda, che vive di turismo sportivo, o a Finale Ligure. Nel secondo caso tentano di appiopparti una guida a pagamento, nel primo è più facile trovare un cartello di divieto che quelli per un sentiero interessante per i biker.

Eppure dove ci sono sentieri segnalati la gente va molto volentieri. Un esempio: il Monte Arsenti a Massa Marittima. Visto che, a parte uno, i trail puntano tutti verso valle, non dover abbassare la testa per guardare la traccia è una bella comodità.

Mi rendo conto che i cartelli costano, ma se si vuole puntare al turismo su due ruote, anche per ovviare alla cronica mancanza di neve di certe località di montagna, è un investimento che porta i suoi frutti. Unendoli a dei percorsi ben descritti e presenti online, il biker che cerca un posto dove andare si fa subito un’idea sull’offerta del posto.

Un altro esempio che vi abbiamo mostrato recentemente è la Lunigiana Bike Area. Cercate queste tre parole su Google e arriverete subito al loro sito, con i percorsi indicati su una mappa e, cosa ancora più importante, una cartellonistica permanente sul territorio.

Cosa ne pensate? Conoscete altre zone ben segnalate e mappate per i mountain biker?

 

Commenti

  1. Mauro-TS:

    Per il proprietario si tratta soltanto di un "onere fondiario" (servitù in gergo) che grava il tuo fondo, ma non comporta responsabilità (al massimo il dovere di garantire l'accesso se vi sono recinzioni).
    La responsabilité dell"infrastruttura" ce l'ha soltanto l'ente gestrore della stessa. Se mettono un parapetto o un ponte devono garantirne la solidità.

    In caso di un evento naturale tipo frana, la responsabilità parte dal momento che il gestore ne viene a conoscenza. Deve intervenire in un tempo ragionevolmente breve per metterlo in sicurezza o chiuderlo (temporaneamente o definitivamente se non può essere ragionevolmente ripristinato o se dovesse risultare geologicamente pericoloso).

    Le segnalazioni (vedi pagina apposita sul SITO) e le chiusure le gestiamo noi in tempo reale, anche sulle mappe online.
    Fantastico... grazie moltissimo per la conferma. Questo è come dovrebbe funzionare un sistema solido e sensato, ho imparato qualcosa.:prost:

    Come dice @avalonice nella terra dei cachi è tutto ovviamente più nebuloso, ma muoversi in questa direzione potrebbe rendere più solide alcune realtà locali, e tutelare le parti coinvolte in caso di incidente, che è veramente la rogna prioritaria da evitare, sia per il proprietario del terreno che per chi gestisce i sentieri.

    Se nella trail area "xyz" ho segnaletica consistente con la classificazione STS e chiari link a un sito dove segnalare problemi di manutenzione o degrado, basterebbe ad esempio un QR che punti ad una pagina di segnalazione come quella a cui hai fatto riferimento.

    Con queste premesse qualcuno che si fa male per propria negligenza non dovrebbe poter scaricare la responsabilità sul proprietario del terreno o su chi ha aperto il sentiero.

    Si applicherebbe il principio dell'articolo 2050 c.c., essendo in atto le misure idonee a evitare il danno, la responsabilità sarebbe solo del biker.

    Questo significa che ovviamente aprire e mantenere un sentiero non è uno scherzo, specie se ci sono strutture artificiali (tipo salti, ponticelli, parapetti o simili), ma almeno il discorso della responsabilità potrebbe essere gestito in maniera sensata anche nella ridente penisola Italica.
  2. DoubleT:

    bah… ritengo che con un gps e una traccia gpx bella pulita ogni cartello sia superfluo
    è sulle tracce gpx che occorre puntare il dito…
    e qui dico la mia sulle tracce gpx che si trovano in giro, compreso quelle che i vari utenti/biker caricano nella apposita sezione della community di mtb-mag… ovvero, ma prima di caricarle ‘ste tracce non è che si potrebbero pulire dai vari ingarbugliamenti di percorso e rettificate dalle perdite di segnale? così si renderebbero subito fruibili a tutti
    e poi, scusate lo sfogo ma… abbandonerei certi percorsi assurdi con portage infiniti o discese al limite del canyoning chiaramente inseriti, previa ridicola declinazione di responsabilità sull’inconsapevole utilizzo della traccia proposta, solo per un altrettanto ridicolo narcisismo
    infine, direi che tutti i percorsi dovrebbero comunque essere validati prima di venire caricati in qualsiasi sito o portale, primo per la sicurezza di tutti noi e secondo per offrire percorsi di qualità e fruibili sulla bicicletta e non con la bicicletta
    Eh si, la condivisione delle tracce è una piaga ... :smile:
    Vanno prese per quello che sono: espressioni personali dell'utente (come sui vari social). :pirletto:
    A te l'arduo compito di valutare se sono degne di nota per il tuo personale interesse.

    Come dice @yura non le puoi giudicare, ma sotanto considerare/ignorare!

    Circa alla validazione, potrebbe stare in piedi se il "validante" si prendesse la responsabilita di quello che valida... anche in caso d'incidente!
    Pensi veramente che ci sia qualcuno disposto a farlo? :smile:


    PS: in certi casi la condivisione il danno l'ha fatto sul serio, portando un sacco di gente maleducata che ha incrinato l'equilibrio tra biker, escursionisti e territorio :roll:
  3. Bad Rooster:

    esatto, anche se Valle Stura MTB alcuni li ho trovati un po' vecchio stampo, nel senso discese su sterratone e pochi sentieri. Ti faccio una domanda: Vinadio Enduro Bike propone dei suoi percorsi? on line trovo solo la pagina facebook e instagram
    Quelli di Vinadio Enduro so che curano alcuni sentieri come la Barma, Forte Neghino e Monte Autes dove hanno ospitato una tappa del Stone King Rally non sono sicuro se i sentieri del Saben siano anche loro a seguirli.
Storia precedente

Chris Akrigg on the rocks

Storia successiva

Mondiali DH 2022: preview del tracciato di Les Gets

Gli ultimi articoli in Report e interviste