L’impennata

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Dopo le numerose richieste di alcuni utenti eccomi a spiegare l’impennata. L’avevo data un po’ per scontata nella puntata del manual. In effetti però avere qualche rudimento su una tecnica di questo tipo può risultare utile. Oltre ad essere la manovra tamarra per eccellenza, l’impennata ha qualche utilità anche sui sentieri. Ad esempio se vogliamo salire su uno scalino in salita (argomento già affrontato) di base dovremo alzare un istante l’anteriore proprio come se impennassimo. Ovviamente saper gestire al meglio l’impennata e non esagerare o viceversa nell’alzata dell’anteriore ci aiuterà non poco a passare lo scalino con fluidità. Onestamente non vedo tante altre applicazioni dell’impennata, è comunque una manovra che dona confidenza con la propria bici e in quanto tale dovrebbe essere provata. Aiuterà infatti a capire (soprattutto in salita) come siamo messi sulla bici e come stiamo distribuendo i pesi anche quando abbiamo entrambe le ruote a terra.



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Veniamo subito alla tecnica vera e propria. Impennare significa alzare l’anteriore utilizzando la pedalata come spinta per alzare e mantenere sollevata la ruota ant. Normalmente si fa da seduti (si può fare anche in piedi ma è più difficile). É un movimento in realtà molto diverso dal manual (alzare e mantenere alto l’ant senza pedalare). Nella classica “pinna” infatti le gambe vengono usate per generare coppia alla ruota posteriore. Come se fosse il motore di una moto. Analogamente il freno post. viene usato per generare la coppia opposta ed evitare il cappottone. Nel manual invece sono le gambe a muoversi molto per mantenere l’equilibrio, il freno potrà essere usato solo in casi eccezionali. L’impennata avrà quindi un utilizzo del freno molto accentuato e necessario, il manual, una volta imparato bene si potrà fare tranquillamente anche senza freni.

 

Alzare la ruota.

Per prima cosa la ruota anteriore va alzata per poi essere portata ad una altezza “di equilibrio”. Ovviamente ogni bici è diversa da alzare, sarà più o meno faticosa a seconda delle geometrie e della distribuzione dei pesi (Es carro lungo + difficile da alzare, xc con pesi in avanti + difficile di bici da enduro con pesi orientati alla discesa). Inoltre sarà bene iniziare a provare le prime volte in salita/ leggera salita. La pendenza ci aiuterà infatti ad alzare l’anteriore senza fatica. Inutile dire che dovremo sempre tenere un dito sul freno posteriore, e possibilmente fare la manovra le prime volte con pedali flat o sganciati per evitare brutti inconvenienti in caso di cappottone.

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Come già anticipato la spinta sul pedale ha una grande importanza nell’impennata. Ovviamente questa però da sola non basta, altrimenti saremmo moto e non biciclette.Vediamo quindi come assecondare col corpo questa “alzata”.

Abbiamo detto che siamo seduti, il sedere forma quindi un vincolo per il nostro corpo. Questo significa che gli unici movimenti che potremo fare riguardano le spalle e le braccia.

Ricordiamoci però che anche nell’impennata è il peso che arretra e il baricentro che “ondeggia” intorno al punto di contatto della ruota posteriore a tenere su l’anteriore, non sono le braccia. Uno degli errori classici è cercare di tirare su la bici con le braccia. Cioè di piegarle come se la tirassimo su un peso.

È come entrare con i piedi dentro uno scatolone e cercare di alzarlo dai manici.

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Il movimento è di spinta, come sempre. Partiamo quindi con le braccia piegate e andiamo a stenderle. Importante rimanere con la schiena dritta, vedremo infatti che avrà un gran potere di stabilizzazione in seguito. Parlo della schiena perchè mi capita spesso di vedere persone che cercano di tirare a se la bici inarcando la schiena e incassando la testa nelle spalle. Questa tecnica è ovviamente controproducente. A parte rischiare di infiammare schiena e muscolatura varia del tronco, avremo, come già spiegato per il manual, uno spostamento molto minore del peso.

Pensiamo infatti di tirare una corda. Se lo facciamo inarcando la schiena e arretrando col sedere tireremo 10, se lo facciamo con la schiena dritta lasciando andare indietro le spalle sfrutteremo il peso del corpo e alzeremo 100 (leggi ingrediente segreto per prova pratica). Inoltre consideriamo che se siamo seduti sulla sella questa imporrà come già detto un vincolo al nostro “core”, rendendo ancora più necessario utilizzare le spalle e il peso del corpo per alzare l’anteriore.

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Quindi con le braccia spingiamo e, rimanendo a schiena dritta (quasi impettiti) arretriamo con le spalle.

A questo movimento dobbiamo far coincidere una forte “mezza pedalata”. Cioè una spinta, con un rapporto abbastanza agile che ci dia quindi una buona coppia alla ruota senza grosso sforzo ma con grande prontezza. Dico mezza pedalata perchè la fase di alzata dovrà durare ipoteticamente il tempo in cui il nostro piede prediletto passa da una posizione di spinta piena alla posizione di “tutto giù”. In quella fase di inversione della pedalata per forza di cose andremo ad allentare la spinta sui pedali (difficile pedalare in modo rotondo mentre si impenna) e di conseguenza andremo ad allentare la coppia sulla ruota post. Evitare questo tipo di inconveniente durante la fase di alzata in cui la coppia deve essere sempre massima è decisamente redditizio.

Attenzione a non dare la spinta della vita con le braccia e contemporaneamente la pedalata della vita. In quel caso la bici salirà così velocemente da constringervi a frenare istantaneamente e riportare l’anteriore a terra per non trovarvi sulla schiena. Cerchiamo invece di fare un modimento fluido e “il più lento possibile. Sarà infatti molto più semplice trovare il punto di equilibrio e rimanervi.

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Gestire l’impennata.

Ok ipotizziamo di aver alzato l’anteriore. Noteremo che ora la coppia da applicare per “mantenere” è molto minore rispetto a quella necessaria ad “alzare” l’impennata. Ecco che il freno post e la variazione di ritmo e potenza applicata alla pedalata dovranno gestirsi al meglio per mantenere l’anteriore ad una altezza corretta. Difficilmente riusciremo a mantenerlo perfettamente alla stessa altezza durante tutta l’impennata. Diciamo che dobbiamo cercare un range nel quale far stare la ruota e dovremo utilizzare alternativamente pedali e freno per mantenere l’ant. entro questo intervallo.

Le spalle hanno finito il loro lavoro e ora rimangono rilassate, così come la schiena deve rimanere dritta e lo sguardo lontano!

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Come al solito lo sguardo lontano è il segreto per mantenere la stabilità laterale.

Spesso il problema di chi riesce a gestire il peso avanti/indietro, è quello di riuscire ad andare dritto o eventualmente di fare curve. Spesso questo deriva dal fatto di guardare il manubrio o la ruota anteriore mentre si impenna e di tenere un braccio più piegato dell’altro (mentre le braccia andrebbero tenute tese entrambe).

Per correggere questa postura consideriamo che come ogni volta in cui la bici non tocca terra (in questo caso con una ruota sola) dobbiamo lavorare al contrario. Per girare quindi a destra dovremo girare la ruota ant verso sinistra e guardare con la testa a destra. Così facendo le spalle ci porteranno a ruotare dalla parte desiderata in modo fluido. Durante questa manovra avremo una flessione delle braccia, ed è l’unico momento in cui questo avverrà.

Possiamo usare questo escamotage anche per gestire quelle situazioni in cui il terreno o la postura scorretta tenderanno a farci curvare o inclinare su un fianco. Usiamo anche le ginocchia (allargandole e stringendole sul telaio) per cercare di compensare questo tipo di movimenti e ritrovare il bilanciamento corretto. Le gambe ovviamente non vanno a pesare sulla struttura biker-bici, ma inducono un movimento del tronco e quindi vanno a spostare indirettamente i pesi a nostro favore.

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Per esempio se ci stiamo sbilanciando verso destra andremo ad allargare la gamba sinistra e a stringere la destra, in questo modo indurremo una leggera rotazione del bacino e di tutto il corpo verso sinistra, andando a compensare l’instabilità.

 

L’impennata è tutta qui, niente di difficile, richiede solo tanta pratica ma aiuta certamente a prendere confidenza col mezzo e può aiutare in salita.

La prossima volta che sul ripido sentirete l’anteriore che si solleva, saprete perfettamente come gestirlo (anche se sarete chini sul manubrio, altro che spalle indietro!) e non farvi sorprendere.

(sequenze complete sul fotoalbum di rcm)

 

 

Ingrediente segreto. Dimostrazione pratica del perchè bisogna tenere la schiena dritta.

Per capire quanto veramente sia valida la storia di utilizzare il peso del corpo per arretrare e di tenere quindi la schiena dritta vi propongo un rapido giochino che, per chi non l’ha mai fatto o non ci ha mai pensato, metterà sicuramente in luce ciò che vi sto dicendo.

Bisogna essere in due e dura pochi secondi. Mettetevi uno di fronte all’altro molto vicini e prendetevi saldamente un avambraccio l’un l’altro. Uno tiene e l’altro arretra come se fosse in bici. Prima provate ad arretrare portando indietro il sedere, e tirate con tutta la forza cercando magari anche di aiutarvi col braccio. Ovviamente il partenr dovrà cercare di fare opposizione e tenervi su.

Dopodichè ripetete l’esercizio ma lasciandovi cadere indietro rigidi, come se foste bloccati all’altezza del bacino, e con il braccio che tiene teso, senza cioè utilizzare la forza dello stesso. Se vi sarete messi con i piedi abbastanza vicini tra di voi vi renderete conto che questo modo il peso che andate a far gravare sul vostro compagno sarà decisamente maggiore!

 

 

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Sono inoltre ancora liberi 3 posti per il power week end enduro-gravity del 23-24 marzo!!!! affrettatevi.

Jack

 

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