La primaverà è arrivata, ma fino ad ora ha portato solo pioggia e sentieri bagnati. Corriamo subito ai ripari ed andiamo ad analizzare un po’ di trucchetti per la guida sul viscido. Oggi analizziamo la frenata. Innanzitutto dobbiamo capire cosa si intende per viscido. In base alla composizione del terreno e al numero di passaggi/ quantità di pioggia scesa, ci possono essere vari livelli di viscido. Spesso i sentieri su terra battuta molto utilizzati dalle biciclette, tendono ad incanalare l’acqua e ad assorbirne poca. Questo perché grazie al passaggio delle biciclette (e alle sostanze tipo olio per catene che cadono dalle bici che passano) la terra si compatta a tal punto che riesce, almeno in un primo momento, a respingere l’acqua. Questo normalmente si traduce in una patina, uno strato viscidissimo (dato dalla polvere che si impregna d’acqua), che, scorrendo sulla zona sottostante che come detto rimane dura, rende il solo stare in piedi un’impresa. Ci sono invece zone che, magari meno battute o con un terreno più morbido, tendono ad assorbire una gran quantità d’acqua. A volte tali zone restituiscono fango più o meno colloso, a volte permetteno di trovare un buon grip nonostante l’acqua. Ci sono poi le zone di roccia sulle quali l’acqua scorre senza essere assorbita. Alcuni tipi di pietre diventano sapone. Al contrario invece altri tipi continuano a grippare come se fossero asciutte. Mi viene in mente una discesa che feci con Mr. Ducci e degli inglesi pazzi su “scogli rossi”, un percorso di Sanremo, completamente sotto l’acqua. Nonostante il sentiero fosse un ruscello e difficilmente si vedeva cosa c’era sotto le ruote, il grip non mancava affatto e si poteva girare quasi come sull’asciutto.
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Detto questo la barriera che andiamo ad incontrare in caso di pioggia è spesso psicologica. Scarsa fiducia nelle gomme, inesperienza (perchè se piove magari stiamo a casa di solito!), poca confidenza in generale. Insomma non sappiamo proprio cosa aspettarci dalla bicicletta. Prima di entrare nello specifico argomento di oggi diamo un paio di consigli generali sul bagnato. Come già avevo scritto nel topic sul fango bisognerà cercare di diminuire il più possibile la coppia applicata alle ruote. Bisognerà cioè evitare le frenate brusche, degli ingressi in curva forzati ecc ecc. Insomma sul fango bisogna tirare un pochino i remi in barca e far lavorare la tecnica e il giusto bilanciamento dei pesi cercando di trovar la guida più pulita e fluida possibile.
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feeling con la frenata
Oggi analizziamo un aspetto fondamentale della guida sul viscido. La frenata. Innanzitutto vi invito a riguardare la puntata sulla frenata per rinfrescare quanto detto allora. Ovviamente andremo ad analizzarla nel frangente più difficoltoso, la discesa. Abbiamo appena detto che l’anteriore non ci dà fiducia, eppure dobbiamo per forza di cose affidarci a lui per rallentare prima delle curve o su zone tecniche . Ricordiamoci però che anche il posteriore ci aiuterà a rallentare, e spesso sul viscido possiamo preferirlo per lasciare più grip all’anteriore (anche se volenti o nolenti dovremo usare anche l’anteriore prima o poi). Per rendere la sua azione più proficua possibile dovremo cercare di applicare la massima coppia frenante senza portarlo al bloccaggio. Per farlo non ci sono altri modi che allungare la frenata, cioè frenare prima, meno intensamente e iniziare la frenata in modo più dolce. Vietato l’uso dei freni in modalità on-off. Dovremo necessariamente andare ad accarezzare il posteriore stando sempre pronti a rilasciarlo nel momento in cui sentiamo la ruota che tende a bloccarsi. La transizione da libero a frenato deve essere dolce in modo da poter percepire al meglio la coppia frenante massima e poter ottimizzare la frenata. Discorso analogo vale per l’anteriore. Abbiamo detto che per motivi di grip e sicurezza possiamo affidarci al posteriore ma non potremo mai tralasciare l’ant. quando si tratta di frenare in modo deciso (staccata ecc). Considerate inoltre che per una guida davvero redditizia, come quelle che si potrebbe ricercare in gara, l’utilizzo continua ad essere proporzionato come sull’asciutto. Le staccate insomma saranno meno violente ma più riusciamo a frenare “come sull’asciutto”, più la nostra azione sarà veloce. Un concetto che invece bisognerà tenere sempre a mente sarà quello della necessità di frenare sul dritto. Non potremo cioè, pretendere di forzare una frenata fino ad ingresso curva. Come abbiamo detto più volte la frenata toglie grip alle ruote, va da se che togliere grip all’anteriore in ingresso curva non sembra essere una grande idea. Anche per quanto riguarda gli spostamenti di carico dovremo essere il più dolci possibile, così come nello spingere nelle compressioni o sugli appoggi. Insomma dobbiamo dimenticarci la guida aggressiva e a scatti a favore di una guida movimenti moderati e calcolatissimi, cercando di cambiare direzione il meno possibile. Ecco cosa intendevo quando, poc’anzi, parlavo di guida fluida.
Posizione Base
Normalmente il fango ci pone in uno stato mentale di tensione o paura per il quale tendiamo a fare cavolate. Basti pensare a quanti, vedendo una discesa fangosa, si siedono sulla sella, braccia tese per evitare di cappottare, piedi per terra per aumentare il numero di punti di contatto a terra, e via scendere così. Mai tecnica fu più stupida… anzi forse sì, cercare di scendere in piedi coi pedali a sgancio sganciati forse vince il premio. Come ho detto già in altri articoli per chi ha gli spd vale la regola che bisogna fare tutto con i pedali agganciati. Se non vi sentite sicuri, se non avete confidenza a sganciare, usate i flat. Usare i pedali a sgancio poggiandoci il piede a caso corrisponde a mettersi delle saponette bagnate sotto le scarpe e cercare di fare arrampicata. É inutile anche cercare più punti di contatto come detto prima perchè in realtà se scarichiamo il peso sui piedi lo togliamo alle ruote. Vedremo la prossima settimana tutto il discorso sul piede interno sganciato in curva. Per ora stiamo parlando di frenata, e qui dare il massimo carico alle ruote è fondamentale perchè le nostre gomme gripperanno certo di più dei nostri piedi se ben utilizzate. La posizione da tenere non varia rispetto all’asciutto, quindi il peso va distribuito in modo da caricare bene l’anteriore per donargli potere frenante e direzionalità. Arretrare come fanno in molti porta solo al probabile bloccaggio della ruota anteriore che, per via dello scarso grip, tenderà a galleggiare sul fango senza riuscire a morderlo e ci farà presumibilmente andare per terra. Cercate quindi di vincere la paura ricordandovi che più riuscirete a caricare l’anteriore (senza esagerare ovviamente, non dovete cappottare in avanti) più gli darete grip. Inoltre un fattore da tenere presente è anche che avendo delle frenate “ovattate”, meno potenti, anche lo spostamento di carico necessario a bilanciare la coppia frenante dovrà essere minore. Se cioè sull’asciutto con pieno grip per frenare tantissimo dobbiamo anche arretrare un bel po’ per compensare a questo potere frenante, sul fango, avendo una frenata più dolce, dovremo anche arretrare molto meno (e in modo più dolce.) Nelle seguenti foto vediamo la tecnica giusta e quella sbagliata (posizione base = grip all’ant., posizione arretrata = anteriore che si blocca e scivola)
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Tecnica Giusta
(avevo anche una foto mia della tecnica giusta, ma Mr Fluo, dopo aver partecipato sia al corso a sauze dello scorso anno che al primo power week end, mi ha dato una tale soddisfazione che ho deciso di mettere la sua!!)
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Tecnica errata
Ingrediente segreto. Zona di frenata.
Quando si tratta di fango cercate la traiettoria meno battuta. Il fango che troviamo in zone già battute da altre bici prima di noi è spesso molto più viscido della terra umida che troviamo “fuori traiettoria”. Proprio per questo motivo può convenire, in caso ce ne sia la possibilità, andare a frenare “fuori traiettoria”, per poi rientrare nella traiettoria ideale subito dopo (argomento del quale parleremo la prox settimana nella puntata sulle curve sul fango).
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