Dopo 2 intensivi giorni ai 2500m di Park City, il camp GT è finito. Sarebbe un vero peccato ritornare subito a casa in europa, così io e Stefanus (giornalista tedesco di mtb-news) abbiamo approfittato della trasferta oltreoceano per un roadtrip nel deserto dello Utah, alla ricerca di quelli che sono i veri sentieri americani. Niente di organizzato, abbiamo solo noleggiato una macchina, prenotato due alberghi e percorso i 500km che separano Fruita da Salt Lake City.
Perchè Fruita? Il posto più conosciuto per la mountain bike nello Utah è sicuramente Moab, con i suoi famosissimi percorsi che sono ormai diventati leggendari. Moab è sicuramente la mecca della mountain bike, ma lo Utah non è solo Moab, c’è molto altro da esplorare oltre ai soliti itinerari battuti da migliaia di riders ogni anno.
Fruita è una piccolissima cittadina subito dopo il confine del Colorado, in pieno deserto. Un posto dimenticato da tutti in mezzo ad un territorio arido ed alquanto inospitale, ma in grado di offrire dei paesaggi unici in tutto il mondo.
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Ieri abbiamo dedicato l’intera giornata al viaggio, ma stamattina ci siamo svegliati di buon’ora e dopo aver consultato alcuni siti con informazioni sui percorsi, siamo andati al Kokopelli Trail’s Head, una sorta di parcheggio da cui partono numerosi sentieri. Non conoscevamo nulla sui percorsi, ma essendo perfettamente segnati abbiamo deciso di prendere quello che più ci ispirava: il Moore Difficult.
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Mai scelta fu più azzeccata: il Moore Difficult si è rivelato uno dei più bei percorsi che abbia mai fatto. Una salita epica, molto tecnica, con passaggi al limite delle leggi della gravità e delle abilità del rider. Gradoni, stretti passaggi tra le rocce, ripidissimi placconi di roccia: non mi sono mai divertito così tanto in una salita. Dopo circa un’ora di “tecnical climbing” siamo arrivati in cima, sull’orlo del canyon. Una vista spettacolare sul canyon del fiume Colorado, con un ripido strapiombo ed il sentiero che scorreva sul ciglio del precipizio: vietato sbagliare!
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La discesa è stata altrettanto divertente, come la salita. Un sentiero a tratti flow, a tratti più tecnico e roccioso, con alcuni strappetti in salita al limite del trialistico, alcuni stretti tornanti e divertenti roccioni da scendere sfidando la gravità. Insomma, c’era di tutto… Credo che se esista al mondo la discesa perfetta, per quanto non fosse eccessivamente lunga, quella del Moore Difficult le si avvicina tantissimo.
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Peccato non essere riusciti a scattare tante foto: si stavano avvicinando le ore centrali della giornata, il caldo cominciava a diventare insopportabile (eravamo già a 36°) ed mancavano diversi chilometri per tornare alla macchina. Il deserto non scherza, abbiamo quindi dovuto procedere con un buon ritmo, rinunciando alle foto.
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Pranzo in un tipico bar americano, con hamburger, patatine fritte e litri di the freddo e coca cola (la sete e la disidratazione si fanno sentire!), abbiamo poi dedicato le ore centrali della giornata a visitare il Colorado National Monument, uno stupendo parco nazionale con incredibili formazioni rocciose. Se capitate da queste parti, dovete assolutamente farci un salto!
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Anche il negozio di Ross Schnell merita una visita: un negozio di bici in pieno stile americano!
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Nel tardo pomeriggio, verso le 6, ci siamo invece incontrati con Ross Schnell, un pro rider locale che conosce i sentieri come le sue tasche. Grazie alla sua guida ci siamo spostati verso la 18th Road Trail Area, una zona pianeggiante, con poco dislivello, ma con dei sentieri mozzafiato, con un flow pazzesco.
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Sentieri stupendi, non saprei dirvi i nomi di tutti i percorsi che abbiamo fatto, ma concatenando numerosi anelli siamo riusciti a pedalare fino alle 9 di sera, quando è calato il sole.
Pedalare al tramonto, con il deserto che diventa rosso infuocato, il sole basso, su sentieri disegnati in mezzo alla radura, tutti da guidare è stata un’esperienza unica.
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La temperatura calava rapidamente e pedalare diventava sempre più gradevole. Purtroppo però ad un certo punto i giochi sono finiti: il sole ha fatto capolino dietro l’orizzonte e siamo dovuti rientrare all’albergo.
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Una cena tipicamente americana a base di carne, una doccia calda e poi a dormire. E’ stata dura allontanarsi dai sentieri, nonostante la fatica e la stanchezza, ma domani si ricomincia!