Vi siete mai chiesti perché il mondo della mountain bike e del ciclismo in generale sia così conservativo? L’ultimo esempio lo abbiamo avuto ieri con l’invenzione di Jo Klieber per stabilizzare lo sterzo. L’ho chiamata volutamente invenzione per provocare un’ulteriore reazione nella grande fetta dei commentatori che hanno subito sentenziato “il K.I.S. è una cagata pazzesca” senza averlo neanche mai visto dal vivo, lasciamo perdere poi l’averlo provato.
Mi rendo conto che nel mondo dei cuoricini e dei like pochi sappiano chi è Jo Klieber, una persona così lontana dal marketing come poche. Ho avuto la fortuna di passarci una giornata intera ben 14 anni fa, nella sua officina in Baviera. Dalla telecamera con 1000 frame al secondo per capire come si comporta la bici quando incontra gli ostacoli ai suppostoni aerodinamici a pedali per andare al lavoro, passando per una frase che non dimenticherò mai: “Il riscaldamento a sedile è molto più efficiente di quello a bocchettoni (nell’auto)“. Da allora compro solo macchine con Sitzheizung.
Mi soffermo solo per un attimo sul K.I.S. facendovi notare che tantissimi biker sono posizionati molto indietro sulla bici in discesa. Questo, unito ad angoli sterzo molto aperti e reach lunghi, fa sì che la direzionalità vada a farsi benedire e che il controllo del manubrio possa essere un problema. Immagino i signori della “cagata pazzesca” siano tutti dei pro.
Vogliamo forse parlare del lustro di cui hanno avuto bisogno gli stradisti per sdoganare i freni a disco? O del panico che assale certi cross-countristi quando vedono un reggisella telescopico? O dell’eterna diatriba sul peso “perché la mia enduro 29 del 2010 pesava 11kg“?
Ci sono due fattori che spingono a questo atteggiamento conservatore. Il primo è il più primordiale: ciò che conosco non mi fa paura. Un istinto cavernicolo che accompagnerà l’essere umano fino alla sua estinzione.
Il secondo invece è più legato ai soldi. La trail da 14 kg, fighissima e con cui si può fare tutto, non può andare meglio della mia bici che ho comprato due anni fa. Visti i prezzi assurdi di questo periodo, difficile non dare ragione a chi la pensa così. Però ragazzi, siamo sinceri, pensate ad una bici di 10 anni fa, senza telescopico, con i ruotini, le gommine, il manubrio da slalom fra le auto in coda e delle sospensioni che pisciano olio. Ecco, questo è un motivo per non essere conservatori.
Perché la trail bike da 14kg va decisamente meglio anche di una bici di due anni fa. Ci farete le stesse cose, ma vi divertirete di più. È più performante, robusta e vi farà apprezzare anche quel benedetto scompartimento per il salame nel tubo obliquo. Non è che la bike industry ci vuole sempre fregare. Ci sono fior fiore di ingegneri che tirano fuori prodotti coi fiocchi dal loro cilindro, proprio come Jo Klieber.
Se proprio volete dubitare di qualcuno, dubitate di chi vi fa vedere solo immagini pensate per i cuoricini e per i like. Un indizio: non sono ingegneri.
«Mi soffermo solo per un attimo sul K.I.S. facendovi notare che tantissimi biker sono posizionati molto indietro sulla bici in discesa. Questo, unito ad angoli sterzo molto aperti e reach lunghi, fa sì che la direzionalità vada a farsi benedire e che il controllo del manubrio possa essere un problema.»
Verrebbe da dire che se il KIS è la risposta ai problemi legati all'andare in giro arretrati su bici troppo grandi, forse prima di aggiungere un nuovo elemento all'insieme bici, si potrebbe lavorare su due fronti: il primo, riconsiderare le geometrie attuali e la maniera in cui si vendono al pubblico, forse la storia del "lungo è meglio" non è poi così verosimile, e dunque si potrebbero togliere dei cm dal reach, oppure spiegare ad una persona alta 1.75 che se compra una moderna taglia L si troverà su una bici sì stabile sul dritto, ma governabile come un transatlantico nello stretto, e su cui avrà difficoltà a caricare l'anteriore per trovare trazione in frenata e in curva, eccetera.
il secondo, lavorare sulla tecnica di guida.
per intenderci: il video di Ude che prova il KIS e ne racconta pregi e difetti partendo dal punto di vista di un rider esperto, mi spinge più a dubitare dell'efficacia di questa novità, che a farmi desiderare un test ride.
Tutte bici da migliaia e migliaia di euro... neanche fosse stato un raduno di grazielle.