Bold presenta la nuova Unplugged, bici da enduro con un’escursione di 170mm all’anteriore e 160mm al posteriore, inconfondibile per il suo design con l’ammortizzatore nascosto nel telaio. I formati ruota variano a seconda della taglia, infatti per la S e la M è previsto solo il formato mullet, mentre per le taglie più grandi è disponibile anche il 29″ davanti e dietro.
Oltre ad averla provata durante la presentazione ufficiale in quel di Girona in Spagna, Bold ne ha mandata una in redazione in taglia M per un test sui nostri sentieri. Nel video trovate la prova completa, più sotto nell’articolo invece potete leggere i dettagli della nuova bici e vederne le foto.
Geometria Bold Unplugged
Grazie ad un flipchip che regola l’altezza del movimento centrale la Unplugged può accomodare una ruota posteriore da 29″ o 27.5″. L’angolo sella molto verticale, unito ad un angolo sterzo di 64.5° e ad un carro posteriore lungo 438mm, la rendono un’ottima scalatrice malgrado il peso. L’anteriore infatti non tende ad impennare sul ripido.
L’angolo sterzo può venire aperto a 63.3° grazie ad una serie sterzo eccentrica.
Dettagli Bold Unplugged
Come in tradizione Bold, anche questa Unplugged si distingue per le linee sinuose e pulite grazie all’integrazione dell’ammortizzatore nel telaio. Lo dissi durante la presentazione della Linkin, e lo ripeto anche qui: difficilmente trovere sul mercato una bici più curata nei dettagli, a cominciare proprio dal vano in cui si nasconde il Fox Float X Nude.
Questo ammortizzatore è infatti il cuore della Unplugged, grazie al suo ottimo funzionamento da tutto aperto e soprattutto alla modalità intermedia in cui si diminuisce il volume della camera positiva al 60% del totale, diminuendo di fatto anche il sag e aumentando il sostegno a metà corsa, cosa che viene molto comoda quando si pedala in salita sul tecnico. Nella terza posizione, quella completamente chiusa, il blocco è deciso, come d’altronde anche quello della forcella, che però non è collegata al blocco a manubrio.
A proposito di comando manubrio, le due leve superiori regolano l’ammortizzatore, quella inferiore invece si occupa del reggisella telescopico da 200mm di escursione.
È possibile montare un reggisella telescopico con tutta questa escursione anche sulla taglia M grazie al tubo piantone corto e allo stesso tempo dritto e libero da linkage, se non quello posto molto in basso.
Il linkage è infatti un altro di quei dettagli pensati molto bene, perché quello alto è molto corto e dunque rigido, mentre quello basso è concentrico al movimento centrale ed è dotato di un misuratore di sag molto pratico.
Questo fa sì che il carro posteriore sia molto rigido e che i pesi siano molto in basso nel telaio, come si può vedere anche dalla forma del carro stesso.
A proposito di carro, non ha nessun foro per il passaggio del cavo della trasmissione. Infatti la Bold Unplugged è pensata esclusivamente per i cambi elettronici wireless, come lo SRAM Eagle GX montato sulla bici test.
I cavi partono dal manubrio e vanno nella serie sterzo. Una soluzione che non piace a tutti perché diventa complicato adattare l’altezza del manubrio, visto che gli spacer non possono essere messi sopra il manubrio con attacco integrato Syncros, ma sarà necessario tagliare la forcella. D’altro canto però il passaggio cavi è davvero pulito, anche perché il manubrio ha delle asole in cui farli passare per evitare che siano liberi.
Tornando al vano in cui si nasconde l’ammortizzatore, questo è apribile tramite un pratico bottone magnetico. Bold ha usato lo spazio nel telaio per infilarci il Save The Day Kit, dove troviamo camera d’aria, pompa e cacciagomme, e un multitool ben assicurato all’interno del coperchio in plastica.
Le chiavi mancanti si trovano nel quick release della ruota posteriore.
Essendo una bici da enduro, anche questa Bold Unplugged è stata pensata e montata per essere robusta e resistere a giornate di risalite meccanizzate. La gommatura è affidata a Maxxis, ed entrambi i copertoni hanno la carcassa Exo+, quella nuova che fa però salire il peso di ogni gomma a circa 1.1kg.
Il peso della bici completa senza pedali, con kit Save The Day (300 grammi circa) è di 15.8 kg nel modello in test ed in taglia M. Quando prima parlavo di come arrampica bene, il tutto si relativizza a questo peso: le salite vanno affrontate con calma e di sicuro questa non è una bici da lunghi giri pedalati con tanto dislivello.
D’altronde la Fox 38 montata davanti dovrebbe parlare da sé: la Unplugged brilla soprattutto in discesa, con una sospensione posteriore Virtual Pivot progettata per avere la giusta dose di Anti-squat in salita ed essere vivace in discesa, senza però dare quella sensazione di mangiatutto che si riesce ad avere con 4 Link (come la cugina Scott Genius).
Sul modello “pro” la 38 Performance stona. Uno si aspetta almeno la Perfomance Elite, con cartuccia Grip2.
Una caratteristica che piacerà agli enduristi in gara, perché pompare la Unplugged sugli ostacoli, bunnyhoppare e rilanciare diventa veramente facile. Questa vivacità risalta soprattutto con il formato mullet. Ho provato anche la versione con entrambe le ruote da 29 pollici e devo dire che, se quest’ultima offre maggiore trazione, la mullet si lascia buttare meglio dentro in curva, come è anche logico aspettarsi.
Un ultimo dettaglio: il tendicatena fissato al telaio. Un must su un telaio da enduro.
Prezzi
Bold Unplugged Ultimate: 10.999€
Bold Unplugged Pro (in prova): 8.999€
Telaio: 5.999€
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