L’inverno che non c’è

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Se una rondine non fa primavera, due inverni senza neve cosa fanno?

Una manna per i ciclisti, una disgrazia per sciatori e per chi lavora con l’indotto dello sci, gli ultimi due inverni hanno avuto di invernale solo il nome, nelle Alpi. Precipitazioni con il contagocce, temperature rigide che sono solo un’eccezione alla regola, fiumi in secca, croste di neve spacciate per piste. Questa è la situazione attuale, che vede al momento in cui vi scrivo ben 8° a Livigno. Sopra lo zero.



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Ieri ho fatto un giro che non avevo mai fatto a metà febbraio, perché di solito la neve copre il sentiero e, se non è la neve, il ghiaccio rende la traversata molto pericolosa. L’unica cosa che ho trovato è stato il terreno morbido per il disgelo, e tante tracce di chi aveva pensato di passare di lì in bici prima di me.

Per quando sia fantastico girare per quei posti in pantaloni corti a metà febbraio, mi manca vedere le montagne ricoperte di neve e soprattutto salirle (e scenderle) con gli sci o lo snowboard. Al di là di quello, viene spontaneo chiedersi cosa sta succedendo e a che ritmo forsennato sta succedendo.

Pensavamo che il riscaldamento del clima fosse una cosa graduale, ma di graduale c’è solo la consapevolezza che non abbiamo altra scelta se non quella di cambiare le nostre abitudini, e anche in fretta. Lo so che tanti diranno che non si si può fare niente, che tanto la Cina e l’India inquinano 1000 volte più di noi, ecc. Eppure non sono state la Cina o l’India le prime a inquinarsi all’inverosimile a causa della produzione industriale. E noi non abbiamo mai smesso, complice anche alcune scelte scellerate di politica energetica.

Sembrava che durante la pandemia tutti avessero capito che ci si può parlare anche attraverso Skype o Zoom, invece siamo tornati ai soliti spostamenti in stile galline con la testa mozzata. Lo stesso settore ciclo ha ricominciato a proporre ai media presentazioni che richiedono voli aerei per mostrare un prodotto che potrebbe essere comodamente spedito alle redazioni in anteprima.

È difficile cambiare le proprie abitudini, anche perché siamo abituati a certe comodità e non ne vogliamo fare a meno. Dove sono tutti i pendolari che avrebbero comprato milioni di biciclette grazie al bonus? Io “pendolo” ogni giorno con l’ebike, eppure quelli che vedo in bici andare al lavoro sono una manciata di persone, sempre le stesse. Malgrado l’inverno mite, la stragrande maggioranza degli spostamenti avviene in auto.

Poi però si va in palestra a correre su un rullo, rimanendo di fatto fermi sul posto. L’immagine perfetta del momento attuale che stiamo vivendo.

Avete cambiato le vostre abitudini negli ultimi anni?

Commenti

  1. gazpo:

    Tanto irrealistica non penso, magari non in 100 anni, ma se continuiamo così magari ce la facciamo in meno di 1000 anni. Stiamo facendo tutto il contrario di quello che dovremmo fare per assicurarci un buon futuro nel mondo, il problema è che siamo troppi, e per ora continuiamo a crescere come numero, forse una speranza di cambiamento potrà esserci solo dopo un drastico calo della popolazione mondiale, che sia per malattie, eventi naturali o autodistruzione (vedi guerre o inquinamento) non lo possiamo sapere.
    Prima o poi qualunque specie vivente si estingue, o comunque si evolve e si trasforma in un'altra specie.
    Tante cose possono succedere, nel lungo termine.
    Ma al momento sembra fuori luogo pensarlo.

    Nella scala di conservazione siamo classificati "a rischio minimo":
    https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens
  2. Boro:

    Già cambaire la bici ogni due anni perché gli angoli, le geometrie, l'escursione, i diametri, il carbonio fa parte dello stesso meccanismo distruttivo. La tecnologia avanza ma lo spreco aumenta. Quindi il ciclista sportivo è green come tutto il resto, na beata fava.
    Questo centra poco però , il ciclista è green ( sempre non del tutto ) veramente se pedala con le sue gambe e non per fare la solita retorica .
    Cambia bici anche ogni due anni ma non la butta nel fiume o al macero ma qualcun altro la comprera’
  3. Andrea7576:

    L'alluvione io l'ho beccato in pieno ed il mio paese è quello finito sui tg (persa anche un'auto diventata una barca), ma è una cosa ciclica. Nel secolo scorso ce n'erano già stati altri 3, meno disastrosi ma con una maggiore quantità di acqua. E di sicuro non è dipeso dal cambiamento climatici, ma dall'abbandono e la cattiva gestione dei fiumi e dei corsi d'acqua in generale, con i verdi che impedivano di toccare qualcosa come in passato, perché guai modificare la natura. Il risultato è stato di avere foreste all'interno dei fiumi, pieni di breccia e detriti che hanno creato il disastro.
    davvero abiti in un paese dove i Verdi hanno tutto sto potere? strabiliante...
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