La semplificazione della mountain bike

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Negli ultimi tempi abbiamo parlato molto di cambi automatici, di trasmissioni che non necessitano di regolazioni e di sentieri resi più facili. Il trend è chiaro: rendere la mountain bike più abbordabile anche a chi è un novizio. L’elefante nella stanza è, chiaramente, l’ebike, ovvero lo strumento che ha aperto il mondo delle ruote grasse ad un’ampia fetta di pubblico che prima se ne teneva ben lontano a causa dell’alto costo di ingresso da pagare: l’allenamento.

Non serve girarci intorno: il successo della bici elettrica sta proprio nel poter affrontare salite o percorsi che prima mai e poi mai si sarebbero intrapresi perché ritenuti troppo faticosi e stancanti. Anche la bici elettrica, però, si scontra(va) con due dure realtà.



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La prima è la più ovvia: se la salita può essere facile, non altrettanto si può dire della discesa, se questa avviene su un sentiero. Prima dell’avvento dei motori elettrici c’era una sorta di avvicinamento ai trail più duri e magari esposti proprio grazie alla difficoltà nel raggiungerli data dalla lunghezza della salita. Ora questa difficoltà è sparita, anche grazie alle batterie sempre più grosse. Il problema della tecnica di guida su sentiero rimane. A Finale Ligure, dove la concentrazione di biker è molto alta, il numero di incidenti più elevato si ha per la fascia di età 50-60 anni, che guarda caso è esattamente la fascia di età più forte nel segmento ebike.

La seconda è dovuta alla relativa complicazione tecnologica di una mountain bike moderna. Relativa perché con l’avvento del monocorona cambiare è diventato molto intuitivo, ma rimaneva la difficoltà della cambiata sotto sforzo. Anche qui, se prima ad un neofita mancava la potenza per riuscire a rompere una trasmissione con la forza delle proprie gambe, ora ci pensa il motore elettrico dal primo minuto in cui uno sale in sella. Il problema è stato in parte risolto con la tecnologia Hyperglide di Shimano e T-Type di SRAM, ma se avete avuto la sfortuna di trovarvi dietro d un noleggiatore estivo di Ebike che fa la scampagnata verso il rifugio, avrete sentito senza dubbio lo sferragliamento delle cambiate assurde.

Dunque eccoci arrivati alle soluzioni, o presunte tali: cambi automatici e sentieri per tutti. Sui primi c’è poco da protestare. Se uno non li vuole, non li compra. Fra l’altro sono disponibili solo per le ebike, dunque il cerchio degli utilizzatori si restringe.

Sui secondi, cioé i sentieri, c’è da protestare solo in un frangente: se vengono semplificati sentieri già esistenti. Piuttosto che togliere le difficoltà spianandoli o distruggendo le rocce, sarebbe più opportuno creare nuovi trail proprio per i neofiti, così questi possono imparare ad andare in mountain bike e, con il tempo, sapranno affrontare anche i passaggi più difficili degli altri percorsi. Anche perché un cosiddetto “flow trail” diventa noioso molto velocemente anche per i novizi, una volta che hanno imparato le nozioni di base della tecnica di guida.

In sintesi, semplificare la mountain bike ha un suo perché, ma solo se visto come un primo gradino per poi migliorarsi tecnicamente, sia per quanto riguarda l’utilizzo della bici, sia per quanto concerne la tecnica di guida, che si può affinare solo con tempo e dedizione. Appiattire tutto verso il basso è un errore.

Commenti

  1. A mio avviso la MTB in Italia non e' vista dalla massa come uno sport , o meglio , l'italiano medio vede la bici come un passa tempo quindi fare MTB per molti e' visto come l'hobby da fare nel fine settimana ed e' questo l'errore più grosso, il nesso e' "so andare in bici quindi posso andare anche in mezzo ai monti con una MTB". Il novizio che si compra una MTB o una E-bike con escursione da TRAIL- ENDURO non ha la minima percezione del fatto che sta acquistando un attrezzatura sportiva che richiede una bella dose allenamento ,di pratica e soprattutto tecnica per poterla usare e così finisce inevitabilmente col farsi male , bisogna poi ammettere che pure i negozianti ci mettono molto del loro nel vendere bici esagerate a neofiti che a mala pena sanno scendere in piedi e non seduti sulla sella. Quindi ben vengano i corsi che insegnano ai neofiti a guidare una bici ed ancora di più quelle società sportive che hanno dei settori giovanili che insegnano la guida e la tecnica da usare su una mtb ai bambini. Fino a quando in sto arretrato paese ( a livello di cultura sportiva ) non si avrà la consapevolezza che fare MTB vuol dire praticare uno sport che comporta numerosi rischi , al pari ad esempio del motocross, non c'è santo che tenga si può dire quel che si vuole e facilitare tutto il possibile ma ci sarà sempre qualcuno che cadrà e si farà male in maniera del tutto incauta.
  2. Gio.facaccina:

    Credo che ci sia da fare una distinzione sostanziale fra le mete montane/alpine, e le aree in cui vengono creati sentieri dedicati alla mtb per godere della discesa. Nel primo caso credo che la natura non abbia bisogno di nessuno per essere mantenuta viva e anzi, spesso è l'opposto. Nel caso delle aree dedicate al divertimento, come ad esempio Finale il discorso cambia, ovviamente c'é bisogno di accesso e spesso questo è un bene. Le e-mtb che male fanno? beh ad esempio a Finale hanno portato un pubblico di totali inesperti deallenati su sentieri da EWS, il che è stato un bene per l'ospedale santa corona, ma devastano i sentieri percorrendoli a freni tirati, molti passaggi bellissimi sono stati spianati per rendere i sentieri percorribili ed evitare incidenti , poi come ho detto hanno abbassato il livello medio di guida dei frequentatori e queste sono tutte conseguenze.
    Ma io non sto dicendo di trasformare la montagna in un parco giochi. La montagna (quella vera) deve essere accessibile per chi se la può permettere. Ma ad esempio, nella mia zona ci sono tantissimi ex stazioni sciistiche degli anni 80 abbandonate per ovvi motivi. In questi posti si è creata una comunità che puntava al turismo e ora è morente. In queste zone vedrei benissimo un rilancio in chiave e-bike della zona. Ovviamente l'impianto non si può riattivare ma le vecchie piste da sci si intravedono ancora e i boschi a "ex bordo pista" ospiterebbero dei trail spettacolari e quasi sempre c'è un sentiero per salire facilmente in cima. Un "e-bike park" :mrgreen: potrebbe essere una buona mossa. Si riuscirebbe a girare anche in inverno e ripoterebbe un po' di movimento in zone che stanno diventando fatiscenti.

    Per il discorso di spianare percorsi esistenti è giusto quello che dici, se la capacità media sta diminuendo, ok rendere meno pericoloso un classico percorso ma non snaturarlo, se è difficile deve rimanere tale, al massimo si creano varianti per chi è meno esperto. Però vedo anche giusto rendere le cose fruibili a più utenti possibili e visto che appunto sempre più persone fanno uno sport ritenuto pericoloso allora, soprattutto in zone controllate, si cerca di evitare che qualcuno si possa fare male seriamente. Se pensiamo allo sci alla fine è la stessa cosa.
  3. Gio.facaccina:

    altrimenti si finisce come nelle piste da sci; a fare 20 minuti di coda per poi trovare le piste invase da idioti di ogni sorta. Ora nel weekend in alta stagione a Finale è esattamente così e questo è un peccato.
    potrei - continuando il parallelismo del circolo di tennis - raccontarti le gastriti interne fra i "duri e puri della racchetta" e quelli del "ma il padel è la gallina dalle uova d'oro" (peraltro il padel è stato "accolto" nella FIT quasi a votazione unanime, da gente che in fondo in fondo i padelisti li odia)....

    L'equilbrio fra cosa ci piacerebbe e cosa il business decide che sia giusto non è sempre piacevole ma il mondo funziona così, ovunque.
    L'alternativa è starne fuori, e fare scialpinismo in zone non battute piuttosto che girare in bici lontano dal Finalese.
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