Il declino della novità

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Questo sito ha avuto per anni dei picchi incredibili di visite grazie alla presentazione di prodotti nuovi. La bici X, la forcella Y, la trasmissione Z. Novità che incuriosivano anche chi non è un malato di mountain bike perché, come dice la parola, portavano qualcosa di nuovo e dunque interessante.

Si può dire che dal periodo pandemico la novità abbia smesso di tirare come prima, nel senso che l’interesse del nuovo è calato notevolmente su tutti i canali che usiamo per la comunicazione: il Mag, Youtube e i social. Questo declino è generalizzato e l’ho potuto osservare anche su media esteri, europei e non. A cosa è dovuto? Ci sono diversi fattori.



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In primis le novità vere sono pochissime. Come novità intendo qualcosa che migliori il prodotto in maniera considerevole. Sia a livello geometrico che di formato ruote (e gomme) siamo arrivati a quello che sembra lo zenith. Vi ricordate per quanti anni abbiamo discusso sul formato ruote ideale? E per quanti anni le aziende abbiano provato le soluzioni più disparate? Qualcuno ancora si ricorda le fat? Nel mercato delle bici da corsa poi, sembra che tutti debbano risparmiare watt con delle cagatine aerodinamiche intangibili. Anche lì, dopo 10 anni di discussioni sui freni a disco, siamo fermi a livello tecnologico.
L’ultima novità che ha cambiato veramente qualcosa è stata la trasmissione SRAM AXS T-Type, il che però ci porta al punto due.

Punto due che riguarda il costo di ingresso delle novità. I prezzi sono schizzati alle stelle e sembra che ci rimangano, se non altro a livello di listino. In pratica appena i magazzini si svuoteranno, ci troveremo confrontati con dei listini fuori di testa, sia per il top di gamma che per i prodotti di media e bassa gamma. La gente lo sa e di conseguenza l’interesse per qualcosa di nuovo è basso, perché tanto o é inarrivabile o é insensato per quello che viene offerto ad un determinato prezzo. A questo uniamo il punto 1), e vediamo che non ci sono stimoli per prendersi la bici nuova che non ha niente che giustifichi veramente l’acquisto a livello tecnologico.

Il terzo punto è la noia calata sul settore, dovuta alla mancanza dell’entusiamo dei giovani. Scrivete qui nei commenti da quanti anni andate in mountain bike, e vediamo quanti “modelli nuovi” avete già visto nella vostra vita. Se vent’anni fa una bici nuova non costava come un rene, nella gamma media, oggi per 3-4o00 euro troviamo bici montate male e pesanti come un frigorifero (lasciamo perdere gli sconti, guardiamo i prezzi di listino). Una cifra che non è piccola per un ventenne o per chi ha appena cominciato a lavorare, neanche per un tedesco o un americano.

Il quarto è lo stallo completo delle bici elettriche. Ormai sappiamo tutti che i motori sono quelli, le batterie sono sempre le stesse, le prestazioni identiche. Si tenta di fare qualcosa con le Ebike light, ma anche lì l’ebiker medio ha mangiato la foglia e sa benissimo che se non si allena non va da nessuna parte con una bici del genere. Idem per le geometrie e i formati ruota. Si cambia la forma della torta, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi, e pare rimangano tali ancora per diversi anni, fin quando non ci sarà una rivoluzione a livello di celle delle batterie.

Tutto male, dunque? Assolutamente no. Ci sono sempre più ciclisti in giro, ne é la riprova che chi vende materiali di consumo legati alla bici non conosce crisi. Ci si gode quello che si ha, visto che nella maggior parte dei casi è un prodotto maturo con cui ci si diverte molto, e si lascia perdere il mondo della novità a tutti i costi, che ha tirato il mercato per almeno due decadi. Non è una bella notizia per tante aziende, ma forse uno stimolo a cambiare il modo di porsi ai propri clienti.

Commenti

  1. jbar:

    Non sono totalmente d'accordo con questa osservazione, che però ritengo offra uno spunto fondamentale per l'evoluzione del forum.

    In generale, credo che una bici, di per se' non sia "da gara", "da diporto domenicale" o "da stazione": dipende dall'uso che il proprietario vuole farne e credo altresì che sia giusto che ogni appassionato viva la sua bici come meglio ritiene.
    In tal senso, ritengo che la definizione di "racing" sia estremamente personale: questo mi porta a pensare che l'utente medio del forum, la massa voluminosa e generalmente curiosa che legge e scrive su queste pagine, non abbia come benchmark di spesa le bici di altissima gamma che generalmente sono presentate nei report.
    Voglio dire, in quale % qui hanno bici da 10k? 1%? 2%? forse... e gli altri cosa pedalano, bici "normali"? oppure quelle che - nella loro personale visione - definiscono "racing" pur non spendendo quei capitali ma fermandosi a 3-4k? Perchè per fare gare a livello amatoriale non è che serva spendere più di quella cifra, anzi.

    Quindi, la mia riflessione è che quello che manca per il biker medio del forum, sono report che presentino bici e accessori "normali" (leggere: a prezzo umano), quelle alla portata degli utenti medi, che hanno un budget di spesa limitato e, comunque, sono curiosi di sapere (con le dovute proporzioni) come funziona un modello alla loro portata perchè magari è nella loro personale lista della spesa.
    ovviamente, ognuno di noi, la maggior parte almeno, vorrebbe la top di gamma, i componenti all'ultimo grido, provare quelli che millantano secondi di vantaggio: alla fine, per un motivo o per un altro, dobbiamo restare umili e scegliere altrimenti.

    Interessa il giusto sapere che una occam, una neuron, una spark nei modelli super-mega-top con forcelle dorate o elettro-attuate, ruote in carbonio da 1kg, 10mila euro cash sull'unghia, copii bene un sentiero scassato: sarebbe francamente una sorpresa se non lo facessero.
    Vorremmo invece capire come si comporti la medesima bici, in versione "popolare", ovvero meno pregiata, quando messa alla frusta (NB: popolare può significare: SID RL, FOX performance, ruote Alu e così via, non la variante fake da supermercato...)

    In summus, a mio parere il declino della novità (in termini di audience) è proporzionale all'aumento della distanza tra il potere d'acquisto reale e i costi delle novità stesse; qualche anno fa, era "permesso" provare per credere: ora molto meno.
    Siamo alla versione moderna della volpe di Esopo che, come detto, non avendo più l'anello al naso, l'uva la guarda con riguardo, ma preferisce passare dal pollaio, dove sa che un risultato lo porterà a casa sicuro...
    Il problema è che quale casa dà in prova un mezzo da 2 mila euro?
    E i tester provano quello che gli arriva, il top
  2. marco:

    Il problema però non è quello che testiamo noi, bensì come i prezzi anche della bassa-media gamma siano aumentati in maniera spropositata, oppure sono rimasti quasi uguali ma con montaggi penosi.
    È solo tutto traslato: top di gamma inarrivabili, media-bassa gamma con rapporto qualità/prezzo disastroso.

    Inoltre ti posso assicurare che un test di una novità, fatto sulla bassa gamma, riceve molte meno views di quello della top di gamma. Perché sarà anche vero che il top lo comprano in pochi, ma se spendi il tuo tempo a leggere o guardare qualcosa, ti piace anche un po' sognare.

    Un esempio: c'è già qualche commento in giro di questa comparativa che dice "eh ma non c'è scritto s-works sul telaio". Peccato che la s-works costi 5000€ in più rispetto al modello che ho testato.
    ...ok ma a traino del servizio del modello super costoso non ci potrebbe stare anche quello della stessa bici ma montata in versione "umana" ?
    Non so se dico una cavolata ma se si sposta l'attenzione su un livello più basso si da maggiore consapevolezza all'utente che compra, vende, cambia e si mantiene attivo il ricircolo dei mezzi.
    In caso contrario .... si sogna certo, poi si rompe il salvadanaio per il modello da 10k e lo si tiene a vita, come a vita si tengono i componenti già montati senza fare prove o test.

    C'è una nota trasmissione televisiva che dopo il TG prova le automobili... quando però prova delle supercar da 200k io anziché sognare cambio canale...perché poi se è troppo irraggiungibile come detto da altri non interessa più
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