Fra ghiacciai e ponti tibetani: ricette all-mountain per qualche giorno in Alta Valtellina

Se pensate di aver già assaggiato tutto, se per voi “Alta Valtellina” è sinonimo di Passo Zebrù e Bocchetta Forcola, eccovi servito qualcosa di sfizioso, che sazierà anche i palati dei più incontentabili amanti dell’all-mountain.
Ma andiamo per gradi: non è il caso di fare indigestione tutto di un colpo!

Innanzitutto partiamo dagli ingredienti: scegliete con cura due giorni nel cuore dell’estate, con alta pressione stabile.
Poi chiamate i vostri compagni di avventura preferiti (meglio se amanti dei pizzoccheri e del buon vino rosso..) e lasciate a casa quelli mai contenti, che non sanno rilassarsi.



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Location & amici giusti: un menù perfetto

Quindi partite con le vostre mountain-bike messe a puntino e con le gambe fresche.
Pulite per benino gli occhiali e guardatevi in torno: lo spettacolo ha inizio già alla prima pedalata e vi accompagnerà sino alla fine. Ma sta a voi saperlo gustare!

Ogni occasione è buona per guardarsi intorno..

Siete in Val di Rezzalo, nel Parco Nazionale dello Stelvio, con il Pizzo Tresero (3.602 m) imbiancato di fresco a svettare da ogni prospettiva in questo tour (eno-)ciclo(-gastronomico).

Il Tresero fa capolino dietro al Passo dell'Alpe

La salita di oggi è lunga e a tratti impegnativa. Bisogna cucinarla a fuoco lento, per non rischiare di arrivare in fondo bruciati. Ma la scelta di passare di qui è voluta: non importa se si allunga la strada, il piacere di pedalare in questa vallata merita ogni metro di dislivello pur faticosamente guadagnato.
Oltre il Passo dell’Alpe vi aspetta un bel trail , un aperitivo per il momento, che però solletica la fantasia, ostacolo dopo ostacolo. Vi spingerà giù sino a raggiungere la strada per il Passo Gavia, da risalire brevemente, sino al Rifugio Berni.

Da qui la meta è ancora lontana e la discesa (quella vera) pure. Senza fretta ci avviciniamo al Dosso Tresero, con un menù davvero tosto: si pedala, si porta e ci si diverte su sentieri di tutto rispetto.

Zergio fra le splendide sassifraghe

Si porta..

Sui pedali!

Scenari e discese mozzafiato..

Attenzione solo a non distrarsi troppo, come del resto in montagna è sempre bene fare…

Meglio non distrarsi!

Sono ancora gli scenari grandiosi delle alte quote a farci dimenticare la crescente stanchezza; è così che ci si scorda anche di essere quasi alla frutta…

Una rinfrescante doccia per chi se la sente..

Si tocca il cielo con un dito..

Un ultimo sforzo..

Finalmente il dessert viene servito, e, sino a raggiungere il fondovalle e Santa Caterina Valfurva, sono solo gridolini di piacere. Una serie infinita di tornanti per tutti i gusti accompagnano la discesa, quasi da farci indigestione.
Bella davvero, la Romantica!

In vista della discesa finale

Il dessert..

Le gambe non più fresche si dimenticano di fronte alla prima birra, che si degusta allo Sport Hotel Pedranzini di Santa Caterina, Bike Hotel ottimamente attrezzato e punto di riferimento per tutti i bikers che transitano in zona.

Brutti ceffi all'orizzonte..

Proprio qui incontriamo Angelo Galbiati, guida MTB dell’Hotel e grande degustatore dell’Alta Valtellina (scopritelo su www.alptrek.it/). Condivide con noi ben più di un aperitivo e in men che non si dica è capace di stuzzicare l’appetito, proponendo alternative ai piatti tipici della zona (i giri classici e più noti). Noi ci lasciamo facilmente convincere e il Sentiero Glaciologico dei Forni diventerà perfetta meta della giornata successiva.

Angelo ci stuzzica l'appetito

Se l’abbuffata del primo giorno appesantisce un po’ l’andatura, la voglia di nuovi assaggi motiva; oggi sono ancora più impressionanti gli scenari glaciali e le prospettive lasciano a bocca aperta.

In Val Cedec

In salita l'andatura è rilassata oggi

Pochi mesi fa risalivamo con le pelli sotto gli sci questo o quel pendio, ed oggi sono i tasselli dei pneumatici a toccare terra. Incredibile davvero poter pedalare qui!

Spettacolo!

Ma la ciliegina sulla torta deve ancora arrivare. Descrivere cosa si prova nello scendere lungo il crinale di una morena è difficile quasi quanto restare in sella, non facendosi vincere dalla soggezione per il vuoto. Decisamente è più di un bel giro di giostra, ma, data l’imponenza e la severità dell’ambiente, ci si sente ugualmente piccini!

Sul filo...

Attimi di pura estasi..

Le sorprese in questa due giorni non finiscono qui: a seguire pietanze dal gusto hymalaiano, come il valicare in sella un ponte tibetano e toccare quasi con mano le lingue di ghiaccio. Più di un sorbetto, direi che il Sentiero Glaciologico oggi è il dolce ideale!

Il ponte tibetano del Sentiero Glaciologico ai ForniIl ponte tibetano

Un tratto del Sentiero Glaciologico

Ghiaccio o meringa?

Per il caffè, l’amaro e l’ammazzacaffè non resta che prolungare la vostra vacanza ancora di qualche giorno e sbizzarrirvi cercando il percorso ideale per chiudere l’anello.

PS Un grazie agli amici che hanno reso possibile questa sublime avventura, e in particolare a Federico, Zergio, Simone, Paolo, Marco e Daniele Castellani (sul suo sito web altri scatti da vedere). Grazie anche alla professionalità di Norberto ed Elena Pedranzini allo Sport Hotel, e soprattutto ad Angelo, la miglior guida che possiate trovare in zona.

Buon viaggio, ora è il vostro turno!

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