[Test] Freni SRAM Maven

64

Gli SRAM Maven si possono definire con lo slogan “Ricominciamo da zero“. Dopo anni di prove e controprove della vecchia piattaforma che ha dato vita ai Code, Guide, G2 e Level, SRAM si è finalmente decisa a partire dall’inizio per proporre al pubblico dei freni che funzionino bene. In altri casi non se ne sarebbe più parlato, purtroppo però i freni del marchio americano si trovano su tantissime bici nuove come primo montaggio, segno che i product manager dei produttori di bici comprano spesso tutto il pacchetto SRAM/Rock Shox. Ecco dunque che ai freni SRAM non si scappa, nolenti o volenti. Nel caso dei Maven, possiamo dire volenti, ma vediamo perché, in formato video con Iron Mike, come testo con me.



.

Dicevo del “Ricominciamo da zero“. Per farlo si parte solitamente da un prodotto dove non si guarda molto a peso ed estetica, tentando di mantenere le dimensioni il più grandi possibile per semplificare la prototipazione, produzione e manutenzione. È il primo pensiero che viene in mente a chi vede l’enorme pinza dei Maven, che ricorda quella dei freni da moto. Bella non è, ma è estremamente robusta grazie alle ben 4 viti che uniscono i due gusci. Anche il pompante non scherza in quanto a dimensioni, in compenso la leva è la stessa dei Code.

Uno dei cambiamenti più epocali per SRAM è il passaggio dall’olio DOT a quello minerale, fino ad ora presente solo sui freni di bassa gamma pensati per le Ebike. Sembra che i vantaggi alle basse temperature del DOT non fossero sufficienti a controbilanciare la sua propensione ad assorbire aria, nel tempo, richiedendo spurghi più frequenti. È cambiato anche il kit di spurgo: anche qui, i siringoni enormi ricordano più quelli da moto che quelli da bici. Se non altro SRAM va sul sicuro per quanto riguarda l’aggancio delle siringhe a pinza e pompante, senza cannucce e cannuoli vari che sbroffano olio se non si fa attenzione.

Ho fatto diversi spurghi perché quasi tutte le bici che montano i Maven mi sono arrivate con dell’aria nel freno posteriore. Ho trovato la procedura facile (al contrario di Mike), molto più facile di Shimano, per fare un confronto, proprio grazie alle siringhe grandi e ai connettori.

Chiaramente ne risente il peso: questi sono freni da downhill, ora sdoganati sulle bici da enduro e da trail. 365 grammi sulla nostra bilancia per l’anteriore con pastiglie, leva, pompante e tubo non sono pochi, a cui si vanno ad aggiungere i dischi HS2 di cui vi abbiamo parlato per la prima volta tre anni fa. Vista la potenza dei Maven, si può risparmiare qualche grammo proprio sui dischi, andando su diametri più piccoli. Io sono solito usare un 203mm all’anteriore e un 180mm al posteriore. Ho provato la configurazione 180/180 sulla Santa Cruz Hightower, ma non mi è piaciuta perché dovevo tirare troppo la leva sul ripido. Peso 71 kg svestito, per la cronaca.

Bisogna però parlare delle pastiglie, perché la differenza fra le organiche e le metalliche è grande. Le seconde sono addirittura troppo potenti, motivo per cui sia io che Mike abbiamo optato per le organiche per evitare di impiantarci senza volerlo. Quindi si potrebbe diminuire il diametro dei dischi usando le pastiglie metalliche.

Proprio parlando di pastiglie andiamo a toccare il punto che è sempre stato dolente per SRAM: la gestione del loro consumo. Finalmente, con i Maven, il consumo delle pastiglie non corrisponde ad un aumentare della corsa della leva. Non solo, il loro usurarsi è molto lento e uniforme, e durano un sacco di tempo anche se si fanno risalite meccanizzate o si gira in bike park. Da un lato questo è dovuto alla loro dimensione magnum, dall’altro i dischi HS2 sono belli “pieni”, con pochi buchi, e non scartavetrano le pastiglie.

Il feeling della leva è la cosa che ci è piaciuta di meno perché richiede una discreta forza per attivare il freno. Per fare un esempio, gli Shimano XTR a 4 pistoncini sono più sensibili. D’altro canto questo rende i Maven più modulabili di quando uno si possa aspettare, ed è necessario per non bloccare le ruote involontariamente. Per quanto riguarda l’ergonomia non siamo ai livelli dei Trickstuff Direttissima, a me però non dispiace.

A me piacciono i freni potenti perché mi danno un controllo assoluto sulla bici. È il componente che decide al 90% sulle prestazioni in discesa, ancora di più delle sospensioni. Preferisco adattarmi ad una frenata potente piuttosto che avere dei freni troppo modulabili/deboli, perché riesco ad essere più preciso e rilassato nella guida, senza avambracci che si gonfiano o dolori alle mani. Quindi sì, i Maven mi piacciono molto per le loro prestazioni e sono contento di trovarli adesso di primo montaggio su tante nuove bici, nella speranza che SRAM presenti a breve dei freni con la stessa tecnologia ma dalle dimensioni più ridotte.

Per i prezzi e la gamma cliccare qui.

SRAM

Commenti

  1. ide84:

    ...la ritenzione magnetica delle pastiglie è "un'arma a doppio taglio". Nel senso che trattengono enormemente le impurità del ferodo che si consuma, un pulviscolo che si insinua dentro i pistoncini e hai voglia a pulirlo... Infatti le pinze si conciano uno schifo man mano che si consumano le pastiglie. Personalmente le mollette ritengo siano mooolto meglio. Sempre e solo Trickstuff !!
    Ho gli MT7PRO ed ho cambiato già 5 set di pastiglie ( Galfer viola ) ma devo dire che non mi si è mai fermato troppo sporco sui magneti .
    Hai tempi anziché i Magura MT7 volevo mettere i Trickstuff Maxima , ma i tempi di attesa erano minimo 18 mesi e non potevi nemmeno più scegliere il colore ! Spero che ora sia migliorata la situazione ?
  2. lollo72:

    Ho gli MT7PRO ed ho cambiato già 5 set di pastiglie ( Galfer viola ) ma devo dire che non mi si è mai fermato troppo sporco sui magneti .
    Hai tempi anziché i Magura MT7 volevo mettere i Trickstuff Maxima , ma i tempi di attesa erano minimo 18 mesi e non potevi nemmeno più scegliere il colore ! Spero che ora sia migliorata la situazione ?
    Da quando è stata rilevata dalla DT Swiss ( poi magari non c'entra nulla ) la reperibilità è migliorata tantissimo. Se non vuoi anodizzazioni particolari googleando li trovi disponibili un pò ovunque, anche da Pro-M ad esempio.
  3. BugiaNen:

    Anche Brembo aveva già dato ai tempi.
    E, se non ricordo male, secondo i test sulle riviste non brillavano in nulla tranne che per il prezzo faraonico.

    Anche io ricordo che i test non erano stati molto positivi. Se non erro l’unica cosa particolare era la pinza realmente radiale che richiedeva l’adattatore proprietario . Sicuramente Brembo ha le competenze per fare un buon freno MTB ma dovrebbe partire da un foglio bianco e non cercare di adattare un freno progettato per altri veicoli cercando di farlo funzionare su una MTB
Storia precedente

La discesa vincente di Tomas Slavik a Genova

Storia successiva

I cacciagomme di Crankbrothers tengono la gomma in sede

Gli ultimi articoli in Test

La MTB dell’anno 2024

Qual è la mountain bike dell’anno 2024? Dopo tante elucubrazioni, ecco la nostra preferita. Attenzione: c’è…

[Test] Grin One

Qualche settimana fa ci è arrivata una mountain bike da un nuovo marchio tedesco: la Grin…