Oggi la redazione di MTB-Forum si è immolata cercando di stare dietro a tre missili, fra cui il campione del mondo di Enduro 2013, Jerome Clementz, sui sentieri della tappa conclusiva della Enduro World Series 2013 a Finale Ligure.
Io, Jack Bisi e Michele Mondini (tutte le foto che vedete qui sono sue) avevamo appuntamento alle 9 di stamattina con Jerome Clementz, Marco Aurelio Fontana e Renè Wildhaber. Quello che volevamo capire é come dei pro del loro livello si preparano ad una gara Enduro. Soprattutto Jerome, che vince sui sentieri “fuori casa” in tutto il globo, suscitava il nostro interesse.
Con lui c’era anche la sua ragazza Pauline ed il fotografo/videomaker che lo segue durante tutta la stagione, nonché Anka Martin, fresca vincitrice della Transprovence.
Jerome ha già bene in mente dove girare, cioé con quali sentieri iniziare. La logistica non é semplicissima, dato che si gira in salita con i furgoni e che uno, a turno, fa da autista e va a prendere gli altri alla fine della discesa. Per massimizzare i tempi si scelgono i sentieri vicini, per poi andare agli altri.
Cominciamo con quelli sopra le Manie, che scendono direttamente sul mare. La giornata é strepitosa, le temperature estive e il morale alto.Sembra una scampagnata fra amici. Jerome mi spiega che raramente si ferma a studiare i passaggi. Lo fa solo dove la scelta di una linea non é così evidente. Per esempio nella PS3, quella che scende a Noli, si ferma in due punti per vedere dove riesce a passare più veloce, sbandata nel bosco compresa.
Quello che vedete qui sopra é il tornante più stretto della PS3, una vera V che richiede molto manico per non perdere troppo tempo in nosepress o volo nell botanica.
Questa é Pauline. Notare i differenti approcci fra Jerome (foto precedente) e la sua fidanzata.
Dopo aver fatto per due volte la PS3 ci gettiamo sulla molto fluida e ghiaiosa PS4, ovvero DH donne. Il tracciato é stato cambiato nel punto in cui si andava a tutta, dritti, con una serie di serpentine che rallentano i rider. In questo sentiero Jerome non si ferma una volta, non ha punti davvero ostici.
La PS4 è in assoluto la più panoramica.
Jerome a manetta sulla PS4.
Smonta le bici e rimontale, smonta e rimonta. Alla fine della giornata ti senti un meccanico.
Il prode furgone di Raida come Mangi.
Fontana sulla PS4.
Wildhaber sulla PS4 con la sua Trek Remedy 29 (qui il nostro test).
Passiamo al Dolmen, cioé la PS1, su cui vedete Fontana nella foto qui sopra.Il percorso é un classico, in parte roccioso e con qualche linea molto diretta che richiede una ricognizione anche da parte di Jerome. Un altro punto sullo stesso tracciato, con un drop da un masso, viene provato un paio di volte dai nostri pro per vedere se non sia meglio passarci intorno.
Anche Cedric Gracia é in giro a provare e usa come shuttle un pick up mostro che si incarta in ogni tornante delle strette stradine dell’entroterra finalese.
Pausa pranzo a Finalborgo in compagnia della famiglia Fontana, con il neo arrivato Emiliano (già capellone come il padre).
Io e Renè guardiamo scettici le previsioni del tempo per domenica.
Il menù non é in francese.
Jack Bisi dietro Fontana sulla PS5, detta anche Madonna della Guardia. I local hanno fatto un gran lavoro di manutenzione di sentieri, portando anche della terra là dove erano troppo erosi.
Il sentiero é in gran parte fluido, una vera goduria dove far correre la la bici.Inutile dire che Jerome non si ferma una volta per provare dei passaggi.
L’ultima speciale della giornata é la Capra Zoppa, che si percorrerà due volte: una sabato come PS2 e una domenica come PS6 (l’ultima). È l’unica con un tratto in salita degno di nota, seguito da dei passaggi tecnici non sempre semplici che, in caso di bagnato, diventeranno molto ostici.
E, come tradizione quando si é in giro con MTB-Forum, si conclude la giornata in piazza così.
Lascio la parola a Jack Bisi che vi racconta le sue impressioni girando con questi tre pro.
Tre rider di cui tutti noi abbiamo sentito parlare spesso e bene. Iniziamo da Renè Whildhaber, rider svizzero specialista delle megavalanche. Unico del gruppo su una 29 (Trek Remedy) ha mostrato per tutta la giornata una calma, un’approccio davvero rilassato alla competizione e alla fase di prova. Spesso ha utilizzato linee tutte sue per sfruttare al meglio il suo mezzo, anche se ci ha confidato di voler provare domani la 27.5 per poter decidere in modo più oculato la scelta della bicicletta da utilizzare in una gara così importante.
Passiamo a Jerome Clementz. Il rider Cannondale ha già vinto l’EWS, potrebbe non correre e il titolo sarebbe comunque suo. Forse per questo motivo, forse per una sua caratteristica che abbiamo imparato a conoscere col tempo anche per lui oggi è stata una giornata di divertimento. Ovviamente le velocità erano stratosferiche e i ritmi insostenibili per quasi qualunque rider sulla faccia della terra, però l’approccio alla giornata era quello di uno qualunque di noi che vuole girare e divertirsi in una giornata di risalite meccanizzate organizzate con gli amici.
Finiamo con Marco Aurelio Fontana, tutti lo conosciamo per l’XC, io vorrei esprimere il suo modo di essere e di porsi in una disciplina tutta nuova per lui (o quasi) come l’enduro con una parola… IL BOSS. Il boss nella guida, il boss nei modi di fare semplici e umili, il boss nel coccolarsi il proprio bimbo (soli 7 giorni!!!) e di godersi famiglia ed amici anche durante gli allenamenti per una gara importantissima. Attaccato a Jerome per quasi tutta la giornata per rubargli qualche piccolo segreto (che Jerome si faceva rubare volentieri), sempre pronto ad ascoltare anche chi va meno di lui e a valutare l’opinione di tutti. (Deformazione professionale, anche se lui va decisamente più forte di me anche in discesa ho provato a consigliargli qualche piccola accortezza in alcuni passaggi che, a detta sua, riprovandogli, gli han permesso una maggiore sicurezza e velocità di percorrenza in alcune zone).
Analizzando tecnicamente la guida dei tre possiamo fare un rapido confronto sugli stili di guida che li caratterizzano.
Wildhaber è un rider davvero potente che, grazie anche alla scelta delle ruotone grosse, spiana tutto e riesce a galleggiare dove un rider comune si trova a sprofondare tra le rocce e la sabbia. Anche se, a rigor di logica, la dimensione delle ruote avrebbe dovuto rallentarlo su tornanti e passaggi stretti ha dimostrato un’agilità davvero incredibile, che mescolata alla sua guida leggermente sporca, rende la sua azione spettacolare e molto scenografica. Personalmente non credo che opterà per la 27.5 perché con la guida che ha mostrato oggi non penso che ci sarebbero reali vantaggi.
Clementz da parte sua ha una pulizia di azione e un colpo d’occhio incredibile. Conosce anche bene i percorsi avendo corso gli anni scorsi questa gara ed essendosi allenato spesso in questa parte di costa ligure. Come sempre alla ricerca della linea migliore (anche se ha analizzato e provato più volte molti meno passaggi di quanti mi aspettassi) quando c’è da aprire il gas nello scassato non si fa pregare e sfodera un controllo e una precisione davvero incredibile.
Fontana in definitiva mi ha stupito più di tutti. Non avevo mai girato con lui e dai video, dalle gare, dalla fama che gira intorno a lui sapevo che era un rider davvero completo e super forte anche in discesa. Non pensavo che fosse così forte e così veloce. Un missile con uno stile tutto suo. Salta da una parte all’altra del percorso come una cavalletta e cerca di sfruttare il sentiero al meglio per prendere sempre più velocità. Spesso si dimentica di avere una bici da enduro e sembra che non osi troppo in alcuni passaggi tecnici ma sono sicuro che tra le prove di domani e l’adrenalina della gara potrà davvero dire la sua. Io, come avrete capito, tifo per lui.
Non è la prima volta che mi capita di girare con rider di questo calibro di varie discipline e non c’è niente da fare. Più i rider sono forti e più si divertono. Oggi eravamo un gruppo di rider alla ricerca del divertimento totale, senza pressioni, senza foga di provare o cambiare quello e quel settaggio. Nessuno ha cambiato ruote/gomme/freni/regolazioni della bicicletta. Gli unici interventi sulle biciclette sono stati fatti per rotture o per malfunzionamenti (quasi niente).
Insomma oggi eravamo un gruppo di amici che hanno girato per sentieri stupendi che tutto il mondo invidia all’Italia.
E quando intendo un gruppo di amici intendo riders che si aspettano a metà dei percorsi in caso di cadute o rallentamenti del rider dietro di loro per poter godere insieme delle discese e poter brindare tutti insieme a fine giornata a forza di birre e salatini sfruttando gli ultimi raggi di sole della riviera ligure.
Per darvi l’idea di quanto ci siamo divertiti insieme oggi e di quanto i rider si siano goduti il riding vi avverto già che domani si replica. Abbiamo deciso di continuare a girare tutti insieme sul mio furgone (Fontana e Wildhaber sicuri, Clementz in forse per via di impegni con il team). Il diretur galvanizzato ha mandato a monte tutti i suoi appuntamenti per poter girare con noi…
Vedremo come cambierà il clima e le impressioni degli atleti domani, il giorno prima della gara…