Andare in mountainbike per tanti è più di un semplice sport con cui tenersi in forma. O no?
I sintomi sono sempre gli stessi: si comincia con una bici economica, arrivata in garage per vie spesso inaspettate. I bollini della Esso, un premio per aver completato i 13976 punti dell’Esselunga, un regalo dalla fidanzata stufa di vedervi all’ingrasso sul divano. Si comincia titubanti, spesso maledicendo il momento di aver posato il deretano su una cosa così scomoda come una sella dove a malapena ci stanno su le chiappe.
Questa foto proviene dal primo post di questo topic infinito, giusto per rendere l’idea.
Poi arriva il virus, che si scatena in tutta la sua violenza: si cercano informazioni in rete, ci si iscrive ad un mtbforum e si pongono domande virali alla community, spremendo ogni goccia di sapere da qualcuno che ha percorso la stessa strada qualche anno prima. E fin qui, tutto bene, o quasi. Poi si tocca il portafoglio, facendo pentire la fidanzata del regalo per farvi dimagrire. Finiti i weekend romantici in riva al lago a comprare gadget cinesi o le serate in discoteca. La vostra mente e il vostro corpo si trasformano in un motore da mettere su quella due ruote luccicante che ora fa bella figura nel vostro garage, sopprimendo ogni altra voglia, vostra e di chi vi sta vicino.
È una malattia curabile? Per tanti no. O sbaglio?