Le cicatrici raccontano molto di una persona. Quelle su una bici non sono cicatrici, ma semplici graffi o bozzature, ma raccontano comunque una storia.
È da maggio 2013 che uso questa Santacruz Bronson Carbon. I graffi sul telaio, cerchi, pedivelle possono far male a prima vista, ma io so quanto mi sono divertito durante gli scorsi sei mesi e ognuno di quei segni me lo ricorda.
Quelli nella foto sono stati fatti durante un volo su un percorso che mi piace particolarmente: la discesa dal Crocione del Monte Bar a Tesserete, in Canton Ticino. Un’ora e 10 minuti di salita, mezz’ora di discesa, un buon rapporto qualità/prezzo, si potrebbe dire. 900 metri di dislivello tutti su sentiero, con tratti fluidi e altri più lenti. Su uno di quest’ultimi, un giorno di settembre preceduto da una serie di temporali, mi sono impuntato su un gradone diventato più profondo del solito a causa dell’acqua del giorno precedente. Io atterro in piedi, la bici rotola sui gradoni più in basso andando a sbattere con il tubo orizzontale proprio sugli spigoli. Quando ho visto i graffi ho usato tutti gli improperi che conosco per sfogare la mia rabbia, ma presto mi è passata.
In fondo, si tratta di un oggetto pensato per essere usato sui monti, e le cadute fanno parte del gioco. Una bici senza graffi è un po’ come essere ancora vergini.
Fate vedere le vostre cicatrici!