Trasmissioni: è arrivata l’ora del 1×12?

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Esattamente tre anni fa pubblicammo il primo articolo riguardante lo Sram XX1, dopo una breve prova in quel di Moab. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, e il monocorona si é affermato in tutti i campi, dall’enduro al cross country. La sua semplicità d’uso ne fanno uno di quei prodotti che migliorano il modo di andare in bici, permettendo al biker di concentrarsi sulla guida piuttosto che sugli incroci catena.



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Nel frattempo anche Shimano è arrivata al monocorona, pur con un range di pignoni che non arriva al 10T di Sram. Per non parlare dei vari produttori di pedivelle, corone, pignoni, che sono saltati sul treno del 1×11 negli ultimi anni.

Insomma, sembra che siamo arrivati ad un punto di stallo, cioè dove la potenza d’urto della novità si è esaurita. In questi casi, di solito, la seguente innovazione tecnologica è dietro l’angolo e non tarderà a farsi aspettare. Tutto sta a vedere in che direzione si andrá o, meglio, Sram deciderà di andare. Già, al momento la casa americana è in vantaggio rispetto al concorrente giapponese: essendo entrata per prima nel mercato dell’1×11 ha potuto guardare negli ultimi tre anni le mosse di Shimano e così prendere le misure su come mantenere la leadership dal punto di vista dell’innovazione.

Ricordo che a maggio Sram ha presentato il sistema GX, un 1×11 o 2×11 economico, mentre Shimano è “ancora” ferma all’XT, da paragonare al X01 o X1 di casa Sram.

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Riprendendo l’articolo della presentazione ufficiale dell’XX1, potete notare che gli ingegneri parlavano della larghezza della catena. Cito:

[..] la catena dell’XX1 al suo interno ha la stessa larghezza di una catena da 10 velocità (infatti si può usare la guarnitura anche su un gruppo classico con catena da 2 o 3×10), mentre in totale é più stretta di soli 0.4 millimetri rispetto ad una a 10 velocità.

Questa frase lascia intendere che c’è dello spazio per restringere la catena e farci stare 12 pignoni. Sottolineo che sono mie supposizioni, ma se devo pensare ad un prossimo passo di Sram credo che questa sia una strada più fattibile ed interessante del pignone da 9T. Sempre facendo riferimento a quell’articolo, cito:

Sul motivo dei 10 denti della corona più piccola e non 9, mi é stato risposto che con 9 denti si sente chiaramente l’attrito della catena in pedalata.

Sram si é forse ricreduta sul 9t? Resta il fatto che un pignone così piccolo ha veramente un punto di appoggio striminzito sulla catena (una maglia e 1/2), fattore critico per attrito, consumo del metallo e trazione in caso di fango. Inoltre aggiungere un 9t su un pacco pignoni da 11v vorrebbe dire togliere un altro pignone alla già larga spaziatura. Chi gira con l’1×11 e fa caso alla cadenza, avrà notato che è difficile allenarsi con precisione su quest’aspetto proprio per il salto relativamente grosso da un pignone all’altro.

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E qui veniamo al titolo dell’articolo. Così ragionando, l’unica strada che abbia un senso è quella delle 12v. Si migliorerebbe la spaziatura fra i pignoni oppure si allungherebbe la famosa coperta dei rapporti: se il 9t pare fuori discussione, si potrebbe invece arrivare ad un 46 senza dover apporre grandi cambiamenti al deragliatore posteriore già presente sull’XX1. Con un 46, chi attualmente usa una corona anteriore da 32 denti potrebbe passare ad un 34 senza grossi problemi, con il vantaggio di poter spingere meglio in piano o in discesa, senza inficiare la prestazione sul ripido. Fermo restando il 42 come penultimo pignone.

Cosa ci sarebbe di nuovo oltre il pacco pignoni? Nel migliore dei casi solo la catena. Deragliatore posteriore, corpetto ruota e guarnitura rimarrebbero identici. Si tratterebbe dunque di un upgrade per chi ha già un 1×11. Il problema potrebbe essere il telaio, che necessiterebbe di una battuta più larga, come il Boost 148.

Si potrebbe anche tenere la rapportatura esistente 10-42, per restringere la spaziatura, ma l’impatto sul mercato sarebbe molto piú piccolo, ed il gioco probabilmente non varrebbe la candela.

Di certo non c’è nulla, se non che la concorrenza Sram – Shimano è di tutto vantaggio per noi consumatori e per l’innovazione in un campo così tradizionalistico come le trasmissioni da bicicletta.

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