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Sono ormai lontani i tempi in cui con un sola bici, al massimo sostituendo qualche componente, si correva in una gara di crosscountry per essere subito dopo competitivi in una downhill. Al giorno d’oggi, quell’unica bici da gara si è “evoluta” in una serie di mountain bike ben differenti tra loro per geometrie, tipi di sospensioni e componenti montati. Contemporaneamente anche lo spettro delle tipologie di competizioni si è ampliato includendo una certa varietà di gare che stanno a metà tra il crosscountry e la downhill: le gare enduro. Definiamole pure con questo aggettivo di origine motoristica, ma premettendo sin d’ora che con esso non vogliamo limitarci alla connotazione più italica del termine. Obiettivo di quest’articolo è provare a descrivere cosa vuol dire “gara enduro” in giro per il mondo, o meglio in tutti quei posti dove si ha la fortuna di poter praticare la mountain bike. L’attenzione dell’articolo è rivolta maggiormente alle discipline meno note e più estranee alla realtà italiana.
Leggendo nella sezione apposita, troverete tutti i dettagli e le informazioni sull’enduro che si corre in Italia. Ormai da qualche anno in Italia è presente un circuito fisso di gare, denominato SuperEnduro, oltre qualche caso di gara extra-circuito messa in piedi da valorosi organizzatori. In realtà questo movimento di gare è nato in Francia, dove è ormai un’impresa riuscire a stilare un calendario con tutti i circuiti e le gare di questa tipologia, visto il loro numero elevato. I circuiti francesi più famosi sono forse 1001sentiers, Enduro Series, e anche Avalanche Cup che ha inserito a calendario alcune gare in Francia ed in Regno Unito. Proprio oltre manica, si è assistito ad un’esplosione del movimento, culminata con la nascita di un buon numero di eventi indipendenti e di un nuovissimo circuito per il 2011 Gravity Enduro Series.
Solitamente le gare si corrono su percorsi con partenza ed arrivo coincidenti e si sviluppano su distanze che vanno dai 25 km ai 45 km, con un dislivello positivo totale che va da circa 900 m a circa 1600 m. Il dislivello negativo di solito è compreso tra 900 m e gli oltre 2000 m in quelle gare in cui alcune risalite sono meccanizzate.Il percorso è suddiviso in sezioni di due tipologie: -trasferimento, ovvero i tratti a prevalente dislivello positivo in cui non viene effettuato nessun cronometraggio e che devono essere affrontati entro un tempo massimo; -prova speciale, cioè i tratti di gara veri e propri, principalmente a dislivello negativo, che vengono cronometrati. La classifica finale della gara viene ottenuta sommando i tempi delle prove speciali all’eventuale ritardo accumulato rispetto al tempo massimo previsto per i trasferimenti. Spesso viene effettuato anche un controllo orario nei pressi della metà di gara, prima di un trasferimento.
I percorsi sono usualmente di difficoltà tecnica non eccessiva e la tipologia di gare risulta abbastanza varia, andando da competizioni molto discesistiche a competizioni più adatte ai pedalatori. Il numero delle prove speciali varia da 2 sino 7 o 8: soprattutto in UK, dove i dislivelli non sono elevatissimi, si corrono molte prove speciali, fatto tutt’altro che spiacevole!
Non è facile creare una gara enduro che esalti tutte le doti di un buon agonista, poiché ogni gara dovrebbe essere caratterizzata nella giusta misura da tempi corti per i trasferimenti e da difficoltà tecniche e fisiche nelle prove speciali: in questo modo la competizione non si sbilancia troppo verso il lato downhill o xc.
In Italia il fenomeno enduro è ancora in fase di sviluppo, visto che si contano 12-15 gare l’anno, così come nel regno Unito, mentre in Francia la disciplina è un piena maturità.
Adlidà delle differenze tra i percorsi, ed i paesi differenti (!) le mountainbike più diffuse sono universalmente le full da 150/160 mm di escursione.
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Come dice il nome, si tratta di gare di downhill lunghe, da 15 minuti a circa 1 ora di durata, che si snodano su percorsi meno tecnici di una downhill classica e con possibilità di tratti a dislivello positivo. Le gare più famose di questa tipologia sono senza dubbio quelle appartenenti al circuito Avalanche, quindi competizioni MaxiAvalanche e MegaAvalanche. Ma esistono molte altre downhill marathon, non afferenti al circuito Avalanche, in Italia, in Europa e con qualche imitazione anche negli States ed in Canada. Sicuramente questa è la disciplina “enduro” più distribuita a livello mondiale anche perchè è ormai diffusa da parecchi anni, al punto che esiste una buona schiera di bikers letteralmente specialisti in queste competizioni.
Le downhill marathon si svolgono sempre con partenza di gruppo e per questo necessitano solitamente di una o più manche di qualificazione utili per definire la griglia di partenza della gara vera e propria.
La componente più avvincente è proprio questa: si gareggia contro i diretti avversari a contatto visivo con loro, su di un percorso che solitamente presenta sezioni di tipologie diverse più o meno adatte agli skills tecnici e fisici di ogni rider: potete immaginare che, soprattutto nelle gare più lunghe, avere una buona tattica di gara è sicuramente uno degli ingredienti per fare il risultato.
Per fissare le idee riporto numeri caratteristici della Mega Avalanche dell’Alpe d’Huez: la competizione si svolge su di un tracciato che si sviluppa per 32 km con un dislivello negativo di circa 2610 m; ma questi sono i dati della avalanche più famosa e più lunga! In media le downhill marathon hanno dislivelli e lunghezze più contenuti: all’incirca si sta attorno ai 10 km di percorrenza per 1000 – 1500 m di dislivello.
Il neo principale di queste gare? Sicuramente è di natura organizzativa: queste competizioni richiedono un terreno montuoso con dislivelli importanti e possibilità di risalite meccanizzate multiple per la gara, le qualifiche e le prove libere, oltre al fatto che il percorso non deve essere eccessivamente pericoloso e deve presentare sezioni idonee ai sorpassi.
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Il Super D è una specialità molto diffusa negli States ed in parte in Canada e solitamente è parte integrante di eventi race che nel giro di un fine-settimana racchiudono crosscountry, four-cross o dual slalom, downhill e Super D appunto. In Italia il Super D non esiste e purtroppo siamo anche molto lontani dall’avere eventi che racchiudano nel giro di due giorni competizioni afferenti a tutte le discipline della mtb.
Ma cosa è il Super D? Si corre su di un percorso in linea, ovvero partenza ed arrivo si trovano in luoghi diversi, con un dislivello complessivo negativo: è permesso che al massimo il 30% della lunghezza totale del percorso di gara sia in salita. La durata va dai 15 minuti all’ora.
Il regolamento prevede che la partenza possa essere data singolarmente, cronometrando la gara di ciascun partecipante, oppure in gruppo. Questa seconda possibilità è quella usualmente più diffusa, per la sua maggiore spettacolarità: in tal caso il regolamento USA Cycling prevede che la partenza sia data in stile Lemans, ovvero con alcune decine di metri di corsa a piedi, dalla linea di partenza sino alla posizione in cui sono collocate le mountainbike.
I percorsi sono solitamente di difficoltà tecnica media: nella pratica quando il Super D si corre in eventi un cui siano presenti anche la gara xc e la dh, vengono utilizzate sezioni di entrambe le tipologie di gare per disegnare il percorso del Super D. Nelle gare che si tengono negli USA, non è raro vedere combattere fianco a fianco discesisti e pedalatori, che usualmente stanno nella parte alta delle classifiche delle rispettive discipline.
Le mountainbike più diffuse in queste competizioni , vanno dalla full da 100 m di escursione sino ai mezzi più enduro da 160 mm, anche se le bici più competitive risultano essere le trailbike con escursione compresa tra 120 mm e 140 mm.
Dal punto di vista organizzativo, un Super D è semplice, forse è la tipologia di gara enduro meno onerosa per gli organizzatori. Dall’ottica dei rider invece è un tipo di competizione molto divertente che può essere affrontata divertendosi anche senza avere la forma fisica di un “pro”. Il divertimento deriva anche dalla peculiarità di correre insieme ai propri avversari come nelle downhill marathon, ma la difficoltà complessiva e la specializzazione richiesta rispetto a queste ultime è certamente minore. Per questi motivi, il Super D in USA ha avuto larga diffusione. In quasi tutti gli stati americani esiste un circuito annuale di Super D, che si affianca a xc, dh, 4x. Un caso infelice, ma che merita spiegazione, è il Super D della Sea Otter Classics, corso su di un percorso idoneo alle bici da corsa piuttosto che alle mtb, che quest’anno non di disputerà più. Alla Sea Otter hanno tutto ciò che riguarda la mtb, tranne che sentieri veri da mtb.
In Italia il Super D potrebbe essere una bella chiave di volta per coinvolgere ancor più il mondo crosscountry, di gran lunga dominante per quantità di adepti, nell’ambiente enduro sicuramente bisognoso di numeri maggiori.
Che strano nome per una disciplina dell’enduro in mtb! Beh non è una disciplina infatti. E’ un evento, un evento singolo che si corre annualmente in California nella cittadina di Downieville, famosa per la corsa all’oro ben prima che per la mtb. La Donwieville Classics è talmente speciale e unica che si merita una descrizione a sé stante. Negli States, con un “po’” di presunzione (chi l’avrebbe mai detto?) chiamano questa gara Campionato del Mondo Allmountain…
La competizione si svolge in due giorni: sabato e domenica; essa è costituita da due gare singole, una per ogni giorno. Durante il sabato si corre una gara di crosscountry nel pieno stile della disciplina; il percorso tecnicamente impegnativo, è lungo circa 47 km ed è leggermente sbilanciato verso la discesa poiché presenta circa 1345 m di dislivello positivo accompagnati da 1734 m di dislivello negativo.
Alla domenica invece si cambia: viene corsa una downhill cronometrata con partenze singole su di un percorso che ricalca in buona parte la discesa della gara di crosscontry; ben inteso, si tratta di singletrack che assomigliano di più a quelli delle gare enduro nostrane piuttosto che delle competizioni xc che conosciamo. La downhill scende per circa 27 km e fa perdere 1625 m di quota, con alcuni brevi strappi di salita che cumulati danno una ascesa totale di circa 300 m.
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Il regolamento è semplice: chi partecipa ad entrambe le gare per competere nella classifica allmountain deve correre per l’intero weekend con la stessa bici senza poter cambiare nulla, neppure le gomme, pena la squalifica. La classifica è stilata sommando i tempi della gara crosscountry con quelli della gara di downhill (i tempi effettivi si aggirano attorno ai 50 min per la dh e 1h 50 min per l’xc).
Nel complesso la Downieville Classics è durissima e richiede un’ottima preparazione fisica e tecnica. Persino la scelta della bici e del relativo montaggio è molto critica poiché la regola da seguire è quella della polivalenza massima tra il correre in discesa e il correre ugualmente forte o quasi in salita. Anche dal punto di vista organizzativo, una competizione di questo tipo ha requisiti non facili da rispettare; il percorso stesso richiede una località montuosa con un ampio dislivello a disposizione e possibilità di risalite meccanizzate, per effettuare la gara di downhill.
La Downieville Classics è forse l’evento che più di tutti schiera alla pari gli specialisti del crosscountry contro quelli della discesa. Esisterà mai un evento simile in Europa o magari addirittura in Italia?
Italia:
http://www.enduromtbcolantino.it
Francia:
UK
http://www.ukgravityenduro.co.uk/public/default.aspx
USA:
http://www.racemsc.com/rules/super-drules/
http://www.oregonsuperd.com/w/
http://southridgeusa.com/schedule2011.php
http://www.downievilleclassic.com/index.html
Canada
http://www.whistlerbike.com/events/redbull/index.htm
http://www.nsmb.com/3864-crankworx-open-enduro
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