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[Comunicato stampa] Proprio tra le tre nuove bici che abbiamo appena presentato, abbiamo messo in esposizione alla Sea Otter Classic la nuova Blur XC.
Esteticamente è difficile notare le differenze tra questa bici e la vecchia versione, ma in realtà sotto la finitura ci sono differenze piuttosto sostanziali e che vale la pena spiegare:
Innanzitutto ciò che è più visibile è il nuovo sterzo conico. In questo modo sarà possibile usare un maggior range di forcelle e serie sterzo; le forcelle con cannotto conico aumentano la precisione ed il materiale extra nella zona sterzo aumenta la rigidità del telaio.
In secondo luogo, dal momento che abbiamo un tubo sterzo più largo, abbiamo potuto aumentare anche le dimensioni del tubo di sterzo e dell’orizzontale. Questo ci ha permesso di irrigidire la zona del movimento centrale con un tubo sella che si allarga in basso. Il telaio della Blur XC era già molto rigido ma siamo convinti che non capiti mai di non desiderare bici più robuste e rigide se ce n’è la possibilità.
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Terzo punto: malgrado il telaio più massiccio, il peso é DIMINUITO rispetto al modello precedente. Abbiamo ottenuto questo risultato ottimizzando la tecnologia di costruzione del telaio in carbonio ed usando fibre a modulo più alto. Per la taglia medium il peso per telaio + ammo supera di poco i 1800 grammi, il che è decisamente poco se ricordiamo che si tratta di un telaio con un carro sensibile e funzionale con 100mm di escursione.
Quarto, abbiamo dato alla nuova bici delle finiture veramente belle.
Ora, sullo spunto delle conversazioni avute alla Sea Otter, spieghiamo alcune delle nostre scelte per questa bici.
Non abbiamo usato un movimento press-fit. Avremmo potuto anche limare qualche altro grammo abbandonando il buon vecchio movimento centrale filettato, ma siamo convinti che le nostre bici debbano essere durature e facili nelle operazioni di manutenzione, senza necessitare di attrezzi particolari, quindi abbiamo optato per la semplicità anche se è costata qualche grammo.
Non abbiamo adottato il 142x12mm all’asse posteriore. Dal momento che il carro è di per sè molto rigido ed in un pezzo unico, non abbiamo trovato differenze misurabili nell’uso del perno passante. Così, per una bici da XC come questa, abbiamo preferito ancora una volta la semplicità del buon vecchio qr.
Non abbiamo scelto il post mount per la pinza posteriore. Niente contro questo standard, finchè non bisogna montare il freno o non si rovina una filettatura. Non siamo convinti che il PM al posteriore sia fondamentale – zero risparmio di peso, e se la pinza non è costruita alla perfezione il post mount può essere fastidioso quando la si monta. Lo stesso vale se si vuole montare un disco di misura diversa da quella prevista per il primo montaggio.
Niente reggisella integrato. E’ indispensabile poter regolare l’altezza della sella, poter infilare la bici nel box anche se c’è poco spazio e magari poterla rivendere in futuro.
In pratica abbiamo preferito la funzionalità alle mode del momento. Preferiamo costruire bici fatte per essere usate e riparate con facilità piuttosto che riempirla con standards all’ultimo grido ma non del tutto necessari nella speranza di vendere qualche pezzo in più. Nelle nostre bici c’è un sacco di tecnologia, abbiamo una tra le migliori lavorazioni del carbonio ed i nostri schemi di sospensione non sono secondi a nessuno. E siamo convinti che questo conti più della moda.
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