Alla ricerca del trail perfetto

Il meteo fantastico di questi giorni non mi lascia pace. Cielo blu, non una nuvola in cielo, temperature estive. Niente turisti, niente vacche, ormai scese dagli alpeggi. Impossibile stare davanti al computer. Se esiste la febbre del sabato sera, allora esiste anche quella da mountain bike.

Il lago del Gries, nel Canton Vallese

 

Sapendo che ormai siamo agli sgoccioli dell’estate, ogni giorno in cui non si sale in quota a girare in bici è uno perso. A breve i posti che vedete in queste foto saranno ricoperti da ghiaccio e neve, e i biker si dovranno accontentare di quote più basse, spesso in mezzo alle foglie che fra un mesetto inizieranno a cadere. Depressione post estate? No way! Per combattere la malinconia da “l’estate sta finendo” io e @church siamo partiti stamattina da Lugano alla volta della Val Bedretto, dove avevamo in programma un esperimento.

Arrivati in qualche modo a Ossasco (qui il parcheggio gratis), poco dopo Airolo, scopriamo che il rumore del mio fido catramone era dovuto alla ruota anteriore: 5 su 6 bulloni si erano smollati. Già mi vedevo come Herbie, il maggiolino tutto matto, che perdo una ruota. A parte questo piccolo dettaglio siamo in orario perfetto per l’autobus postale, che ci porta in quota, al Passo della Novena.

Pur trovandoci a 2500 metri la temperatura è da maniche corte. Scendiamo due tornanti sulla strada del passo e la lasciamo per iniziare la salita al Lago del Gries. Lo stesso lago di questo itinerario, dove avevamo sconfinato in Val Formazza, Italia. Questa volta, dopo aver ammirato il lago con il ghiacciaio per l’ennesima volta, torniamo in terra ticinese transitando per il Passo del Corno. Non si usa nessuna strada, ma un sentiero da antologia completamente pedalabile in salita.

Continuando a destra si va al Passo del Gries e quindi in Val Formazza, a sinistra invece si arriva al Cornopass

 

Il sentiero è così bello e fluido che, pur iniziando la discesa, a malapena ci fermiamo a scattare una foto. Non riesco neanche a mettermi le ginocchiere, tanto abbiamo la fregola di percorrere questo sentiero.

Come potete vedere dalle foto il fondo è in gran parte liscio come un bigliardo, perfetto per le bici. Cosa chiedere di più?

Ometti di pietra al passo

 

Sembra di viaggiare su una pumptrack. La pendenza è minima, ma non c’è bisogno di pedalare, basta pompare la bici da una curva all’altra. In men che non si dica arriviamo alla Capanna Corno Gries, che da lontano sembra una stazione stellare di Star Wars, da vicino ci si rende conto che invece è solo la sala ristorante con vista panoramica sulle vette.

Ci concediamo una Coca Cola ed una fetta di torta alla pesca (io, Church è troppo grasso ed è a dieta), prima di ributtarci sul sentiero. Come capita spesso in queste occasioni, siamo così gasati che non vediamo un bivio e scendiamo troppo. Per fortuna me ne accorgo e in men che non si dica torniamo sulla retta via, cioè questa:

In teoria sarebbe la salita verso il Passo San Giacomo, in realtà è una libidine con tanti su e giù tutti pedalabili. Ci sono certe rampe esposte dove è una questione di testa riuscire a farcela o meno. Il fondo è sempre ottimo, solo la potenza della gambe e l’equilibrio fanno la differenza fra lo spingere o pedalare. È proprio un tratto di soddisfazione, premessa una certe dose di forma fisica. Uno dei pochi sentieri dove ti trovi con il sorriso a 32 denti anche se non vai in discesa.

Segue una discesa un po’ più tecnica, molto guidata ma sempre fattibile in sella, se si scelgono le linee giuste. Queste sono spesso ai lati del sentiero, che risulta in certi punti molto eroso. Una sfida mentale, una specie gioco dove bisogna trovare la giusta via di mezzo fra velocità e reazione per la scelta della direzione.
Se guardate alla traccia linkata qui sotto potete vedere che si tratta di circa 20 km di sentiero per 1600 metri di dislivello negativo. Questo vuole dire che le pendenze rimangono dolci, e che il sentiero richiede anche qualche potente colpo di pedale. Un trail completo, dove è richiesta sia della tecnica in discesa, soprattutto per la parte finale che porta ad Ossasco, che in salita, unita a dei garretti che non mollino il colpo alla fine della rampa, di solito la parte più ripida.

Se amate mettervi alla prova, questo è l’itinerario che fa per voi!

>>> Traccia GPS e dettagli

Chiara fresca acqua ad Ossasco

 

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Tags: cornopass

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