Sono in Toscana e sto pedalando ormai da quasi 20 ore. Sto partecipando al Tuscany trail, la prima avventura in Italia in completa autonomia. La formula è semplice, non si gareggia contro un avversario ma solamente contro se stessi. Avanzo nel buio delle colline a sud di Firenze, sono solo nel silenzio della notte e ho tempo per pensare. Una frase continua a ritornarmi in mente. Si gareggia solamente contro se stessi. Bellissimo. E’ quello che ho sempre pensato da quando ho cominciato ad andare in mountain bike. La sfida contro se stessi. Il viaggio per godere dello spettacolo della natura. Scoprire per assaporare ogni sfumatura. Esplorare per immergersi nel lato selvaggio che è in noi. Decidere al momento quando mangiare, dove dormire, quanto pedalare. Questa avventura alla quale sto partecipando mi sta piacendo tantissimo. Allora un pensiero si fa sempre più chiaro in me: e se organizzassi anche io un’avventura in autonomia, naturalmente in Alto Adige? Il territorio lo conosco molto bene, mi piace esplorare e ho ormai percorso quasi tutte le strade e i sentieri della mia Provincia. Comincio a pensare quale potrebbe essere l’itinerario migliore, percorrendo tutta la provincia dall’alta val Venosta all’alta val Pusteria, dall’Ortles alle Dolomiti. Il punto di partenza e di arrivo devono essere collegati dalla ferrovia, perciò bisognerà partire da Malles e arrivare a Dobbiaco. Adesso bisogna unire questi due punti cercando di passare per tutti i posti più belli e caratteristici della provincia, e specialmente cercando di pedalare il più possibile sui bellissimi sentieri presenti in tutte le valli dell’Alto Adige. Nella mia mente comincio allora a collegare paesi e valli. Si gira il lago di Resia, si scende verso Merano lungo gli spettacolari sentieri presenti sul lato destro della val Venosta, si sale a castel Tirolo e si arriva quasi in centro a Merano lungo un bel sentiero. Bellissimo, ma bisogna anche tenere conto dei chilometri e del dislivello, fino a qui, con tutte le deviazioni sui sentieri, saranno già 120 chilometri e 2600 metri di dislivello. Da Merano si scende per la valle dell’Adige, si passa per Appiano, Caldaro, Termeno per forestali fino quasi al confine sud della provincia. Si risale lungo l’Adige, si passa dagli spettacolari laghi di Monticolo e si arriva in centro a Bolzano con i suoi portici. Una impegnativa salita lastricata porta sul Renon, poi si segue il bel sentiero della castagna fino a Chiusa e poi Bressanone. Altre migliaia di metri di dislivello in meno che non si dica! Si sale sullo splendido altopiano di Rodengo e si scende lungo un bel sentiero fino quasi a Brunico. Da qui si sale verso l’alta val Pusteria su strade secondarie e sentieri fino a Monguelfo. Eccoci sulle Dolomiti! Lo spettacolo diventa fantastico, Prato Piazza, Croda Rossa, monte Elmo e poi discesa finale, S. Candido, Dobbiaco e Villabassa, si arriva al camping Olympia. E’ fatta! Tutto l’Alto Adige, o quasi, in 500 km e 12000 metri di dislivello!
Appena torno a casa mi metto a studiare le cartine, il percorso ormai è tutto nella mia testa, ma devo ancora collegare qualche sentiero. Ci sono un paio di punti che non conosco, allora vado a provarli. Ecco, a parte qualche piccola variante il percorso è tutto definito, è stato anche più facile del previsto, del resto sono anni che esploro tutta la provincia.
Non mi resta che provare tutto il percorso per creare la traccia GPS ufficiale e vedere che effetto fa percorrerlo tutto. Calcolo che ci metterò circa quattro giorni e scelgo una data ad inizio luglio. Siccome mi piace sempre condividere, cerco qualcuno che voglia venire insieme a me. Qualche biker si dimostra interessato, ma alla fine l’unico che si presenta è il grande Dario, alias Dariuckus da Roma. Mercoledi sera ci vediamo a casa mia a Merano, ceniamo, lo vedo un po’ teso per la grande impresa ma anche molto motivato. Giovedi mattina alle 6 prendiamo il treno per Malles

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e alle 7 finalmente, dopo cappuccino e brioches d’ordinanza, possiamo sciogliere la tensione cominciando a pedalare. Ci aspettano 500 km e 12000 metri di dislivello, ce la faremo in 4 giorni?

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Da Malles saliamo verso il lago di Resia, quasi al confine con l’Austria. Passiamo lungo il caratteristico campanile sommerso,

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siamo nel punto più a nord di tutto il trail, giriamo intorno al lago posto a 1500 metri di altitudine e lungo la ciclabile cominciamo a scendere per la val Venosta.

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Arriviamo a Glorenza e prendiamo uno dei sentieri più divertenti di tutto il giro che ci porta fino a Prato allo Stelvio.

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Qui ci concediamo uno strudel nella piazza centrale e ripartiamo su un altro bel sentiero, sempre in saliscendi, sul lato orografico destro della valle. Si passa al limite del bosco, in mezzo a interminabili prati e ad antiche e caratteristiche chiesette. Si continua a salire e scendere, non c’è un attimo di riposo, ma il panorama sulle cime circostanti è molto rilassante. Sia io che Dario stiamo pedalando bene, ci fermiamo ogni ora qualche minuto per mangiare qualcosa, ma teniamo un buon ritmo. A Lasa si passa per la vecchia cremagliera delle cave del famoso marmo bianco, poi comincia un sentiero molto bello che arriva fino a Laces, un single track veramente infinito, Dario che ancora non lo conosceva non riesce più a spegnere il suo sorriso di soddisfazione.

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Da Laces una decina di km in leggera discesa lungo la pista ciclabile fino a Naturno, poi ricominciamo di nuovo a pedalare sui sentieri pedemontani, prima a sinistra e poi di nuovo a destra della valle, fra infiniti campi delle famose mele della val Venosta. Un ultimo, lunghissimo, sentiero e siamo alle porte di Merano. Prima di arrivare in città, però, dobbiamo salire fino a Castel Tirolo con una splendida vista su tutta la valle e poi scendere per sentieri fino quasi al centro della città.

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Passiamo per i caratteristici portici,

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il viale delle Terme e poi prendiamo la ciclabile verso Bolzano. Guardiamo verso sud: cumuli minacciosi stanno risalendo la valle, la serata sarà quasi sicuramente bagnata! Dopo venti minuti cominciano le prime gocce di pioggia. Ci fermiamo alla stazione di Gargazzone, al riparo della pensilina, e valutiamo la situazione. Sono le 19.30, fermarsi per la notte è troppo presto, ma fare la salita che ci aspetta sotto la pioggia non è il massimo. Mangiamo qualcosa e dopo un’ora, durante la quale ha fatto solo poche gocce, ci decidiamo a ripartire. Tempo cinque minuti e naturalmente il temporale si scatena, è ormai buio e continuiamo a salire lungo il bel sentiero a tornanti che arriva a Tesimo. Già è impegnativo normalmente, con l’acqua lo è ancora di più. I nostri faretti illuminano rospi e biscie che scappano dalle ruote, le nostre giacche sono bagnate esternamente dalla pioggia e internamente dal sudore. Finalmente arriviamo in alto, ormai sono le 22, continua a piovere e cerchiamo un posto per dormire. Passiamo vicino ad un campo da calcio dove so che c’è un bar con tettoia che potrebbe fare al caso nostro. Solitamente a quest’ora è chiuso, oggi invece è aperto perche sul maxischermo proiettano la semifinale dei mondiali di calcio. Entriamo, ci cambiamo e cerchiamo di asciugare qualcosa. Finalmente a mezzanotte la partita finisce, il bar chiude, e ci possiamo accampare per la notte sotto la pensilina d’ingresso. Tappetino, sacco a pelo e buonanotte! Oggi abbiamo fatto 142 km e 2800 D+.

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Alle 5.30 ecco l’alba, ha smesso di piovere ma si parte in discesa e non abbiamo il coraggio di metterci i vestiti bagnati. Partiamo asciutti ma cosi non abbiamo più ricambi per questa sera! Mah, intanto si va e poi vedremo cosa succederà! Un’oretta di discesa e adesso si ricomincia a salire. Nello stesso momento esce un raggio di sole che ci scalda per bene, e allora, visto che tanto in salita si suda, ci rimettiamo gli indumenti bagnati di ieri, cosi preserviamo il nostro cambio asciutto. Spogliarello in mezzo al bosco e via, si parte lungo un bel sentiero verso Appiano.

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Passa ancora un’ora e finalmente siamo in paese, ci possiamo fermare al bar in piazza per una abbondante colazione. Quando ripartiamo c’è un bel sole, i nostri vestiti si stanno asciugando e noi pedaliamo veloci e con il morale alto verso Caldaro. Discesa veloce verso il lago e poi pedaliamo nei meleti della bassa atesina fino quasi al confine sud dell’Alto Adige, quello di Salorno con il Trentino. Adesso bisogna risalire verso Bolzano. Passiamo per gli splendidi laghi di Monticolo,

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lungo un sentiero nel bosco molto divertente e pieno di radici. Cominciamo ad avere fame, ma ormai il capoluogo è vicino e aspettiamo di arrivarci per mangiare qualcosa. Un bel sentiero in discesa ci fa passare da castel Firmiano, sede di un museo di Messner e poi ci conduce fino a Bolzano. In centro ci fermiamo per una pizza e una cola,

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ma ripartiamo abbastanza in fretta, perche ormai ci siamo abituati al silenzio dei boschi rotto solo dallo scorrere delle nostre catene, mentre qui c’è una bolgia non indifferente. Adesso bisogna salire sull’altipiano del Renon, la salita è molto ripida e impegnativa, inoltre sempre assolata. Per fortuna la giornata non è particolarmente calda e riusciamo ad arrivare in cima alla salita ancora in buone condizioni. Adesso si segue il bel sentiero del castagno verso Bressanone, anche se in qualche tratto dobbiamo passare sulla strada asfaltata, perché il sentiero è troppo impegnativo per essere seguito in bici. A Collalbo ci fermiamo in pasticceria per un doveroso strudel con cappuccino, e intanto comincia a piovere. Poco dopo si passa per le splendide piramidi di sabbia,

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e poi via ancora sul sentiero del castagno. Su e giù, su e giù, l’altopiano del Renon non è propriamente rilassante, però si pedala sempre con lo spettacolo dello Sciliar di fronte. Chilometri e dislivello si accumulano inesorabilmente, come anche la stanchezza nelle nostre gambe. Ma la nostra meta di oggi è Bressanone, perciò continuiamo dopo avere mangiato un paio di barrette caloriche. Arriviamo a Villandro, manca poco al tramonto, ma manca ancora tanto a Bressanone, però decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa di caldo dopo le tante fatiche di questa lunga giornata. Ripartiamo che è ormai quasi buio, ma adesso fino a Chiusa è tutta discesa lungo un bel sentiero nel bosco. Eccoci a Chiusa, si accendono le luci del paese e anche noi accendiamo le nostre. Nello stesso momento comincia a piovere, ma non pioggerella come quella che ci ha accompagnato nelle ultime ore, questa è pioggia vera! Siamo attrezzati con giacche, pantaloni e copri scarpe antipioggia e ci infiliamo tutto. Nel buio e sotto la pioggia seguiamo il sentiero pedemontano verso Bressanone, cominciamo ad essere tutti bagnati per il sudore e la pioggia, ma ormai in città bisogna arrivare, anche per trovare qualcosa da mangiare. Ultime salite e discese, poi seguiamo l’Isarco fino in centro alla città. Ci fermiamo alla prima pizzeria, c’è solo un tavolo libero in giardino perche sul maxischermo stanno proiettando la finale dei mondiali di calcio. Fa un po’ fresco, ma del resto con tutto il fango che abbiamo addosso, all’interno non ci avrebbero fatti entrare in ogni caso! Finisce la partita e noi finiamo la nostra pizza, qui sono tutti contenti perché la Germania ha vinto, ma noi no, perché siamo tutti bagnati e in città è difficile trovare un posto dove dormire nel sacco a pelo, anche perché per terra è tutto bagnato. Decidiamo allora di prendere una stanza in albergo, cosi possiamo asciugare un po’ di cose, farci una dormita rilassata e domani potremo farci una bella colazione. Totale di oggi 135 km e 2900 D+.
Ci svegliamo e piove ancora, facciamo colazione con calma e partiamo.

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Il tempo di un breve passaggio in città e il tempo migliora, adesso ci attende una lunga salita fino all’alpe di Luson. La salita è ogni tanto molto dura, con anche dei tratti in discesa e siamo costretti a numerose pause. Alla fine però arriviamo in alto,

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lo spettacolo è stupendo e ci attende un favoloso strudel con un tè caldo, in questi giorni i nostri stomaci sono un po’ scombussolati dal mangiare irregolare e la solita birra non è il massimo.

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Adesso ci attende una lunghissima discesa verso Brunico, prima su un bel sentiero nel bosco e poi su strade forestali. Attraversiamo fitti boschi, prati verdissimi e tanti masi contadini con i caratteristici gerani rossi sui davanzali. Arriviamo alle porte di Brunico, passiamo vicino alla ferrovia e prendiamo ancora un bellissimo sentiero nel bosco che ci conduce direttamente in centro alla città.

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E’ ormai pomeriggio inoltrato e come sempre succede in questi giorni, il cielo si rannuvola di colpo e comincia a piovere. Poco male, ormai ci siamo abituati, e poi il bello di stare più giorni in mezzo alla natura è proprio questo, il mutare delle giornate, dei panorami e delle condizioni ambientali, nulla si ripete, ogni giorno è diverso dal precedente e noi godiamo di tutto ciò. Mangiamo qualcosa in un bar del caratteristico centro storico, facciamo delle foto con i passanti che guardano incuriositi la mia “strana” bici chiedendo spiegazioni e ripartiamo verso l’alta Pusteria sotto la pioggia. Boschi, prati a perdita d’occhio, qui è tutto verdissimo. Arriviamo a Monguelfo e la pioggia, come ieri, aumenta d’intensità. Dovremmo bivaccare poco più avanti prima di salire a Prato Piazza, ma anche oggi è impossibile. Facciamo allora una deviazione fino a Villabassa e ci fermiamo al camping Olympia, dove dormiamo in tenda per la notte. Oggi 82 Km e 2900 D+
Ci svegliamo abbastanza presto, oggi è il quarto e ultimo giorno di questo stupendo giro dell’Alto Adige, e ci attende una tappa speciale, siamo infatti arrivati alle Dolomiti. Una bella colazione e via, verso la lunga, ma bella salita per Prato Piazza. Oggi è prevista una bella giornata e non dovrebbe piovere, ci vuole proprio un po’ di sole dopo le piogge serali dei giorni precedenti. Arrivati in cima alla prima salita la nebbia si dirada e cominciamo ad intravedere lo spettacolo che ci accompagnerà per tutta la giornata.

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A Ponticello riempiamo le borracce e continuiamo a salire sul bel sentiero verso malga Stolla.

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L’itinerario di oggi è simile a quello della Dolomiti Superbike, ma si percorrono molti più single track che in una gara con migliaia di partecipanti sarebbe impossibile fare.

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Eccoci a Prato Piazza, e il grande altopiano si presenta in uno dei suoi abiti migliori!

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Mangiamo qualcosa e cominciamo la divertentissima discesa sul sentiero verso Carbonin, non prima di avere ammirato il panorama verso il gruppo del Cristallo. Il sentiero scende tagliando i tornanti della strada forestale e non è mai troppo impegnativo, riusciamo a scendere piuttosto veloci e con grande divertimento.

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Dobbiamo adesso rientrare verso Dobbiaco, e anche qui la traccia sul GPS ci fa seguire un bellissimo sentiero lungo il lago di Landro. Adesso un tratto di ciclabile e poi ancora uno scorrevole sentiero fino al lago di Dobbiaco, dove ci concediamo uno strudel e ci riforniamo di panini per il seguito della giornata. Prima di Dobbiaco deviamo a destra e lungo la forestale nel bosco arriviamo a S. Candido. Una breve, ma intensa salita ci porta ai Baranci, poi di nuovo giù e lungo la ciclabile arriviamo a Sesto e Moso. Prima della salita un attimo di riposo, Dario cerca un bagno e io mi mangio mezzo panino. Ripartiamo, questa volta la salita è più lunga e impegnativa, si sale lungo la pista degli slittini, ma non ci corre dietro nessuno e con calma arriviamo ai piedi della magnifica Croda Rossa di Sesto.

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Il panorama è favoloso e le Tre Cime sono proprio li dietro. Ma noi dobbiamo andare dalla parte opposta e scendiamo verso il passo Montecroce, proprio al confine con il Veneto. Adesso pedaliamo nel bosco verso la malga di Nemes e poi torniamo verso Sesto. Ecco l’ultima salita di oggi, quella verso il monte Elmo. Siamo ormai a pomeriggio inoltrato, cominciamo ad essere stanchi ma per fortuna dopo qualche tornante si appare come in una visione il rifugio Larici, dove il simpatico gestore ci prepara dolci e caffè nel caratteristico locale completamente in legno. Purtroppo dobbiamo ripartire, ma pieni di energia arriviamo in fretta al rifugio monte Elmo. Data l’ora serale è già chiuso, ma ci riposiamo lo stesso sui tavolini all’aperto, ammirando lo splendido panorama della Meridiana delle Dolomiti.

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Adesso discesona veloce verso S. Candido, ma ad un certo punto dobbiamo stare attenti al GPS, perche la traccia devia improvvisamente sul sentiero inizialmente impegnativo per Versciaco. Qui prendiamo la ciclabile e arriviamo a S. Candido. Passaggio per il bel centro del paese e nuovamente ciclabile verso Dobbiaco.

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Siamo stanchi ma sappiamo che ormai manca pochissimo alla conclusione di questo splendido giro per l’Alto Adige, ormai i 12000 metri di dislivello sono fatti, mancano solo pochi chilometri e saremo a 500. Da Dobbiaco ancora un bel sentiero ci porta fino a Villabassa, e di li in breve arriviamo al camping Olympia, la nostra meta finale. E’ fatta! Io e Dario ci scambiamo una vigorosa stretta di mano, abbiamo passato 4 giorni in simbiosi, non ci conoscevamo se non sul forum, ma ci siamo trovati molto bene a pedalare insieme e a gestire tutti i problemi incontrati in questi lunghi giorni, la pioggia, la ricerca del mangiare, di un posto dove dormire e le piccole soste che interrompevano il ritmo ma facevano riposare le gambe. Un altoatesino e un romano, due mondi diversi per formazione e crescita, che però si sono aiutati a vicenda a superare le avversità e hanno goduto insieme di questa meravigliosa esperienza.

Chi vorrà partecipare alla prima edizione in partenza l’ 11 luglio è il benvenuto, info nella pagina ufficiale di FB qui sotto

Info nella sezione fat bike del forum o su FB.

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