Mentre i produttori di bici in questo periodo stanno rifornendo i negozi con le novità 2020 farcite di tutte le ultime tecnologie e tendenze, diamo uno sguardo a cosa succedeva “soltanto” 10 anni or sono nel mondo dell’enduro. Tra il 2009 e il 2010, il circuito Superenduro era in piena espansione e la scena italiana di MTB godeva di un grande entusiasmo che, dopo aver coinvolto il resto d’Europa, ha iniziato a destare interesse anche oltreoceano per questa nuova disciplina o, per meglio dire, questo nuovo genere di competizioni che riscuteva tanto successo in Europa.
In quegli anni si iniziavano a vedere bici più specifiche rispetto alle all mountain adattate con cui si correva fino a poco prima, iniziando a delinearsi la nuova destinazione d’uso, anche se spesso risultava ancora indispensabile modificarle rispetto al modello di serie per renderle adatte alle competizioni. Si aggiungevano i primi reggisella telescopici, le cui guaine del comando remoto (rigorosamente esterne) venivano fissate al telaio con le fascette o con fermacavi adesivi dato che i telai non avevano alcuna predisposizione. Alcuni eliminavano il deragliatore anteriore e la doppia o tripla corona per montare una corona singola con guidacatena da DH, anni prima dell’avvento delle vere trasmissioni 1x con corone anticaduta, quindi con rapporti che non andavano oltre il 30t x 11-36t. Le ruote, ovviamente, erano solo e semplicemente da 26 pollici e il carbonio era ancora piuttosto raro. Andiamo a rivedere le principali bici che affollavano le gare di Superenduro di quegli anni.
Commençal Meta 6
Quale bici più adatta a rappresentare questo articolo? La Meta 6 è stata tra le principali protagoniste degli albori dell’enduro e un incredibile numero di atleti ha gareggiato su di questa Commençal nata per le Mega Avalanche ma subito diventata una delle dominatrici dell’enduro.
Transition Covert
La Covert ha decretato la popolarità di Transition in Italia anche, o forse soprattutto, grazie ai successi di Andrea Bruno, atleta e distributore per l’Italia del marchio, che l’ha portata numerose volte sul gradino più alto del podio.
Specialized Enduro
La Enduro di Specialized faceva uso di questo nome da prima che la disciplina stessa prendesse forma, vedendo diverse evoluzioni che l’hanno portata, da semplice all mountain, a diventare sempre più aggressiva. A fine 2oo9 Specialized ha presentato la versione 2010, la prima con il design X-Wing del telaio. Sono stati in molti a montare un numero di gara sul manubrio di questa bici.
Ibis Mojo HD
Ibis, dopo aver messo in sella dozzine di rider ed essersi conquistata un’incredibile fetta di notorietà in Italia grazie alla Mojo Carbon, una vera pioniera dell’enduro con 140mm di escursione su entrambe le ruote che veniva utilizzata in gara sostituendo la forcella con una da 160mm, a fine 2009 ha presentato la prima versione della Mojo nata per le competizioni di enduro, la Mojo HD.
Lapierre Spicy
Una delle prime versioni della storica bici da enduro sviluppata da Nicolas Vouilloz, leggenda del mondo della DH e successivamente destinato a diventare un assoluto riferimento anche nel mondo dell’enduro, la Lapierre Spicy è stata tra le pioniere di questa disciplina.
Mondraker Dune
Le bici Mondraker venivano sviluppate in collaborazione con Fabien Barel (ai tempi ancora atleta di DH ma già interessato all’enduro) con nuove tecnologie all’avanguardia tra le quali il Forward Geometry che negli anni a seguire ha condizionato l’intero sviluppo della MTB. Grazie alle soluzioni innovative unite a prezzi concorrenziali, Mondraker con la Dune ha meritatamente intercettato l’interesse di tanti amatori dell’enduro.
Santa Cruz Nomad
Che fosse il neonato modello in carbonio piuttosto che quello in alluminio, la Nomad di Santa Cruz ha sempre fatto breccia nel cuore degli enduristi italiani e, nonostante il prezzo superiore alla media, non erano poche quelle che si vedevano passare dai controlli orari.
Trek Scratch
Prima di dare alla luce la Slash, la prima bici specifica da enduro di Trek, per qualche stagione c’è stata la Scratch ad occuparsi di tutto quello che stava tra la Remedy da AM e la Session da DH. Con questo modello il brand del Wisconsin ha anticipato le attuali endurone aggressive con il suo carattere da bike park unito al peso relativamente contenuto, in linea con le altre enduro dell’epoca e quindi adatto a renderla pedalabile.
Cannondale Moto
Anche Cannondale aveva anticipato i tempi con la Moto, una bici a lunga escursione ma particolarmente leggera, che voleva essere una bici da freeride pedalabile ma che a conti fatti era un mezzo perfetto per l’enduro. Il progetto venne abbandonato con la nascita della Jekyll, sviluppata appositamente per l’enduro ma decisamente meno aggressiva nella sua prima versione.
Oltre a queste pioniere dell’enduro, i campi di gara italiani hanno visto numerose altre bici solcare le prove speciali di 10 anni fa. Chi di voi ha corso qualche gara in quegli anni e con che bici?
Un vero camion.
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