Autore: Francesco Mazza
In questo appuntamento con la rubrica Amarcord approfondiamo la conoscenza di un personaggio che dai primi anni ’80 ha legato il suo nome a quello del brand californiano Santa Cruz, dallo skateboard alla mountain bike, creando un punto di riferimento nel settore: parliamo di Rob Roskopp.
Rob si trasferì in California nel 1982, a 19 anni, partendo in autobus dall’Ohio con soli 800 dollari in tasca, con l’intenzione di frequentare l’università. In California però si dedicò con maggiore passione allo skateboard che allo studio, a tal punto da diventare nel giro di un anno uno skater professionista per il marchio Independent Trucks.
Durante la sua partnership con il marchio Independent strinse amicizia con Richard Novak, il presidente della NHS Incorporation, l’azienda che comprendeva Independent Trucks, Santa Cruz Skateboards e altri marchi leader del panorama skateboard. Il suo talento, spinto da Novak che ne fece un pro rider Santa Cruz, gli valse l’ingresso nell’olimpo degli skater.
Roskopp divenne uno degli skater di punta di Santa Cruz, che realizzò per lui una lunga serie di pro model, ovvero di tavole con grafica dedicata, disegnate dal genio di Jim Phillips. Dalle diverse versioni della serie Face (nella foto di seguito) a quelle della serie Target passando per i modelli Eye e tanti altri… le tavole di Roskopp sono ancora oggi oggetti di culto per i collezionisti di skate vintage, così come ne vengono tuttora commercializzate le riedizioni.
Roskopp si è sempre distinto per uno stile fluido e ben impostato, molto tecnico e preciso, con un ampio bagaglio di trick stilosi. Cavalcò le scene dello skateboarding mondiale ai massimi livelli per 8 anni, finché nel 1990 decise di interrompere la sua carriera di skater professionista per tornare a studiare.
Frequentò gli studi di business alla San José University in orario serale mentre di giorno faceva “praticantato” dall’amico Rich Novak in Santa Cruz. Rob ha dichiarato più volte di aver imparato molto più dall’esperienza di Novak sul mondo degli affari e dell’economia di quanto non abbia mai imparato a scuola, ritenendolo il suo unico mentore. Nel mentre, tra studio e lavoro, Rob ritrovò la sua vecchia passione per le due ruote che era rimasta accantonata durante la carriera di skateboarder. Coinvolse anche Novak che presto condivise con Roskopp la passione per la MTB. Avendo notato le capacità imprenditoriali del suo pupillo, Novak chiese a Roskopp se se la sentisse di dirigere un ipotetico settore mountain bike del marchio Santa Cruz. Era il 1993: insieme fondarono Santa Cruz Bicycles e Roskopp ne divenne il presidente.
Roskopp abbandonò (nuovamente) gli studi e si dedicò interamente al nuovo progetto. Reclutò due personaggi di grande fama che gravitavano tra il mondo dello skate e quello del motocross: l’ingegnere Mike Marquez, particolarmente esperto di sistemi di sospensione, e il designer Tom Morris. L’idea era quella di realizzare delle bici divertenti e innovative, che puntassero a soddisfare il biker a ogni uscita e non solo in gara. Erano gli albori delle full suspended e Roskopp aveva intenzione di sviluppare proprio quel segmento, all’epoca all’avanguardia.
Nel 1994 iniziò ufficialmente la storia di Santa Cruz Bicycles con la nascita della loro prima MTB, la Tazmon. Una full suspended con sospensione da 3 pollici di escursione (circa 76mm). Il cinematismo era un semplice single pivot diretto per il quale venne posta una particolare attenzione al punto di infulcro per garantire la migliore resa possibile durante la pedalata; un dettaglio che ora può sembrare scontato ma nel 1994 non lo era affatto. La sospensione era gestita da un ammortizzatore Risse Genesis con funzionamento aria-olio che introduceva in ambito MTB la possibilità di regolare sia la compressione che il ritorno, mentre la maggior parte dei competitor faceva affidamento su sistemi a elastomero.
Nel 1995 Roskopp e il suo team idearono la Heckler, una bici a lunga escursione per quel periodo con 4 pollici di corsa (circa 100mm), sempre azionati da un cinematismo single pivot diretto del tutto simile a quello della Tazmon. L’anno seguente ci fu la vera svolta per quanto concerne la quantità di escursione con l’introduzione della Super 8, una bici da DH con ben 8 pollici di corsa (178mm) sempre con sistema single pivot diretto. La Super 8 ottenne l’attenzione del mondo agonistico grazie a Bruno Zanchi che divenne atleta ufficiale Santa Cruz in Coppa del Mondo di DH finché nel 1999 la portò sul gradino più alto del podio ai Campionati Europei DH di La Molina, in Spagna. Nella foto di seguito la Super 8 di BR1 del 1999.
Roskopp intanto era alla ricerca di un sistema di sospensione più efficiente e moderno, capace di elevare le prestazioni delle sue bici. Dietro indicazione di Morris, venne a conoscenza di un sistema a infulcro virtuale denominato Virtual Pivot Point, realizzato da James Klassen e Jamie Calon per Outland Bikes che, economicamente parlando, non navigava in buone acque. Roskopp acquistò il brevetto e lo applicò sulle due bici che presentò tra il 2000 e il 2001 e che divennero le bandiere del nuovo e presto celebre VPP di Santa Cruz: la Blur XC, con 4 pollici di escursione, e il V10, la nuova arma da DH, con ben 10 pollici di escursione.
Il sistema single pivot intanto non venne abbandonato ma proseguì a essere utilizzato su diversi modelli fino agli anni più recenti, per esempio sulla Heckler che è uscita di produzione nel 2017, rappresentando la bici più longeva di Santa Cruz. Nel 2005 Roskopp iniziò a radunare alcuni atleti per formare un team di Coppa del Mondo di primo livello. Ingaggiò Steve Peat e Nathan Rennie, oltre a Jamie Goldman e John Waddell e fondò nel 2006 il Santa Cruz Syndicate. L’ex downhiller Kathy Sessler assunse il ruolo di team manager e agli atleti venne consegnata la seconda versione del V10, con linee decisamente più sinuose della prima versione e un appeal unico che, unito alla popolarità degli atleti del team e dei grandiosi risultati ottenuti sin dalla prima stagione, iniziarono a consacrare Santa Cruz come uno dei marchi di riferimento della MTB moderna.
Mentre al team si aggiungevano atleti come il vincente Greg Minnaar e un giovanissimo Josh Bryceland, portando il Syndicate ai vertici del ranking mondiale, Roskopp sembrava non sbagliare un colpo con le sue Santa Cruz, sia a livello di performance che a livello estetico, con linee eleganti e colori stravaganti ma sempre azzeccati, diventando una sorta di opinion leader del mondo della MTB. Nel 2015 l’ex skateboarder e re mida della mountain bike ha venduto il marchio Santa Cruz a una holding olandese di nome PON, già proprietaria di numerosi marchi tra cui Cervélo e Focus, restando alla guida della sua creatura come CEO.
finito con la bullit
(che bei giocattoli che ha sempre fatto santa cruz!)