Ammortizzatore posteriore: come capire se funziona come si deve?

L’ammortizzatore è un componente soggetto ad usura e che va regolarmente manutenuto. Ogni anno, come consigliato anche dai produttori, è opportuno fare una revisione completa perchè con l’utilizzo si ha un naturale degrado nel funzionamento, degrado che può comportare anche gravi problemi come la perdita di frenatura idraulica.

Tuttavia, pur rispettando gli intervalli di manutenzione suggeriti, data la complessità dell’ammortizzatore al suo interno, può capitare che il nostro ammortizzatore possa “scoppiare”. Scoppiare non è un termine corretto perchè non si ha l’esplosione di nessuna parte (ad eccezione di qualche raro caso), ma nel gergo dei biker è il termine con cui si identifica un ammortizzatore con l’idraulica malfunzionante, “scoppiata” per l’appunto.

Perchè scoppia l’idraulica? Le cause sono molteplici. Nel 90% la colpa è di qualche tenuta che si usura e non tiene più, oppure parti consumate o danneggiate da sfregamenti che non ci dovrebbero essere, magari complice un olio vecchio e sporco pieno di particelle abrasive che non è stato sostituito con i dovuti intervalli. In altri casi l’errore è umano e nell’assemblaggio dell’ammortizzatore: non è difficile danneggiare qualche tenuta durante il montaggio.

Quando l’idraulica smette di funzionare il nostro ammortizzatore diventa una “molla impazzita” rendendo la guida della nostra bicicletta difficoltosa, addirittura pericolosa.

Nel Tech Corner di oggi cercheremo di capire quali sono i segnali che ci indicano che il nostro ammortizzatore non funziona più correttamente e che quindi va sottoposto ad un intervento di manutenzione.

Perdite di olio

Il primo controllo che dobbiamo fare è identificare eventuali perdite di olio. L’olio deve starsene pressurizzato dentro l’idraulica, se fuoriesce non è un buon segnale e significa che è opportuno intervenire con una riparazione al più presto.

Raschiapolvere

Sugli ammortizzatori ad aria, il raschiapolvere separa la camera pneumatica dall’ambiente esterno. Un eventuale trafilaggio d’olio non indica quindi un problema all’idraulica, proprio perchè l’unto che fuoriesce può essere o l’olio di lubrificazione della camera d’aria, oppure il grasso presente sotto il raschiapolvere il cui eccesso viene espulso.

Il secondo caso è tipico degli ammortizzatori nuovi o appena revisionati e non è affatto un problema: in genere dopo poche uscite, espulsa l’eccedenza, non si hanno più perdite.

Se invece abbiamo notato fuoriuscita di olio ed il nostro ammortizzatore è usato o comunque prima non perdeva, significa che c’è un problema di tenute. Se non abbiamo raggiunto l’anno per la revisione completa, possiamo intervenire con la revisione della sola parte aria, operazione che alcuni produttori consigliano ogni 50h di utilizzo. Si smonta il manicotto, si pulisce il tutto, si cambiano le tenute aria e si lubrifica ed ingrassa dove serve, senza toccare l’idraulica.

Perdita dai registri

Se la perdita è localizzata nei pressi dei registri, allora significa che abbiamo un problema all’idraulica o meglio abbiamo la guarnizione dell’asta del registro che non tiene più. E’ un problema tipico di molti ammortizzatori, soprattutto dei Fox Float vecchia serie: fuoriuscendo l’olio dai registri l’idraulica perde pressurizzazione fino a scaricarsi completamente. L’ammortizzatore progressivamente funziona sempre peggio, fino a perdere la frenatura idraulica completamente perchè l’olio è completamente fuoriuscito e dentro c’è solo aria.

Test dell’idraulica

Se non abbiamo notato perdite esterne, per capire se il nostro ammortizzatore è in ordine dobbiamo verificare che l’idraulica funzioni correttamente.

Test dell’emulsione

Il primo controllo che dobbiamo fare è uditivo. Dobbiamo pompare l’ammortizzatore più volte e sentire se l’idraulica fa rumore di schiuma. Se sentiamo questo rumore significa che c’è stato passaggio di aria (o azoto) dalla camera di espansione all’idraulica, ovvero che la tenuta dell’IFP non fa più il suo dovere e c’è emulsione aria/olio. C’è poco da fare, dobbiamo procedere  al più presto con una revisione completa.

Non facciamoci ingannare dal rumore della compensazione della camera positiva/negativa. Nella primissima parte della corsa la camera positiva e quella negativa vengono messe in comunicazione da una piccola scanalatura sulla parete del manicotto. Quando le due camere sono in comunicazione l’olio di lubrificazione può produrre un rumore simile ad un “ciack”. Non è da considerarsi affatto un malfunzionamento, anzi significa che le camere pneumatiche sono ben lubrificate.

Ritorno

Chiudiamo completamente il registro del ritorno: il nostro ammortizzatore deve riestendersi molto lentamente per tutta la sua corsa. Se ad un certo punto vediamo che accelera bruscamente, significa che l’idraulica contiene dell’aria.

Controlliamo che il range di regolazione del registro del ritorno sia completo: se chiudendo o aprendo il registro la velocità di riestensione non cambia, significa che c’è un problema. Potrebbe essere anche meccanico, legato proprio alla regolazione del rebound, ma se l’ammortizzatore si riestende sempre troppo velocemente e non c’è modo di rallentarlo, solitamente significa che a posto dell’olio c’è ora dell’aria.

Piattaforma stabile e compressione

Questo test è più raffinato, ovvero ci permette di identificare malfunzionamenti prima che diventino critici. Quando il ritorno smette di funzionare in genere significa che non c’è praticamente più olio nell’idraulica. Utilizzando il propedal ed il blocco possiamo sentire molto meglio eventuali presenze di aria nell’idraulica, sentendo l’ammortizzatore spugnoso, che non chiude subito, un po’ come un freno mal spurgato.

Sediamoci sulla bici con la sella bassa, in modo da poter “pompare” per bene sull’ammortizzatore.

Posizioniamo il registro della piattaforma stabile sulla massima intensità, se abbiamo solo il registro della compressione chiudiamolo tutto. Pompiamo sulla bici cercando di capire se la frenatura funziona correttamente su tutta la corsa, soprattutto se funziona bene nella parte iniziale. Se l’ammortizzatore non viene frenato subito, se si muove a vuoto per alcuni mm o cm per poi bloccarsi o venire bruscamente rallentato, significa che c’è aria nell’olio. MAgari non è tantissima e non crea problemi nel funzionamento del ritorno, però è comunque il segnale di un malfunzionamento che non può che peggiorare.

Verifichiamo anche che tra la posizione tutto aperto o tutto chiuso ci siano differenze. Se il registro è ininfluente sul funzionamento dell’ammortizzatore, allora significa che c’è un problema.

I controlli che abbiamo visto sono molto utili in tutte quelle situazioni in cui abbiamo dubbi sul funzionamento dell’ammortizzatore, ma un ammortizzatore che funziona ancora correttamente non significa che non debba essere sottoposto alla dovuta manutenzione programmata. La manutenzione programmata serve infatti a prevenire l’insorgere di malfunzionamento ed assicurare che il nostro ammortizzatore funzioni sempre al 100%. Un olio contaminato o particolarmente sporco può, per esempio,  non creare vuoti o malfunzionamenti all’idraulica evidenti, ma può causare abrasione e danneggiamento delle parti interne.

Le prove che abbiamo visto sono estremamente utili quando si valuta un usato: un ammortizzatore malfunzionante, che non supera questi test, ha per lo meno bisogno di una revisione completa, sempre se non ci sono altri danni interni. E’ quindi opportuno fare le dovute valutazioni e preventivare un intervento importante da fare.

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