Ore 16:00, si torna giù in paese dopo una giornata sugli sci. Birra, arachidi, prosecchino (questo solo ed esclusivamente se si è di Milano)? Niente di tutto ciò. Questa volta ho portato con me la Fatboy dell’ormai famoso test e, dato che mi trovo in un ambiente perfetto per il suo uso, mi cambio e torno ad essere ciclista.
Livigno fa molto per la mountain bike, non per niente vengo qui ogni estate: sentieri ben tenuti, infrastruttura per i bikers, impianti, bike hotels. Insomma, il Tibet d’Italia si è dato molto da fare per promuovere un turismo sportivo, e anche d’inverno ha deciso di essere tra le prime località d’Italia ad avere un anello preparato per le fat bike.
Parallelo alla pista da fondo scorre infatti un percorso di circa 20km che porta i biker dal centro del paese fino all’inizio della salita vera e propria per il Passo Forcola (chiuso d’inverno). A quest’ora sono in giro praticamente da solo. Qualche fondista usa le perfette condizioni della neve per farsi un giro, ma le tracce sono veramente poche, quelle degli sci. In compenso riconosco una traccia di una fat bike, e presso l’imbocco della Val delle Mine mi viene incontro il fat biker. Ci salutiamo, e io proseguo verso la Forcola, in un’ambiente meraviglioso, anche perché la strada che d’estate è così trafficata d’inverno si trasforma in pista da fondo: quella su cui mi trovo ora.
La temperatura si aggira sui -6°, per fortuna mi sono ricordato di portare la borraccia Specialized Purist con isolamento termico, che anche alla fine del giro mi consente di bere dell’acqua. Già, perché farà anche freddo, ma pedalare sulla neve è faticoso, anche con la fat bike, e alcune rampe mandano il cuore in Z4 abbondante. Più mi avvicino alla Forcola e più l’ambiente è solitario. Ho sempre adorato i paesaggi invernali, lontano dagli impianti, ed ora sono proprio contento di essere in giro con la fat. Certo, avrei potuto fare lo stesso giro con gli sci da fondo, ma non me la sarei cavata in un’ora e un quarto.
Poco prima della rampa finale verso la Forcola, la pista finisce con un’inequivocabile cartello di pericolo valanghe. Adesso inizia la discesa: le gommone tengono alla grande, anche se c’è da dire che il fondo è perfetto e tocco a malapena i freni durante tutto il giro. Alla fine avrò percorso 20 km con 300 metri di dislivello. Perfetto per sciogliersi le gambe dopo una giornata sugli sci, e per meritarsi veramente la birra di fine giornata!