Åre Enduro: un’Italiana/Svedese in Svezia

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Foto: Thomas Lundman
Testo: Louise Paulin

Parto da un splendido sole a Finale, la stagione balneare è in partenza, ed atterro in Svezia dove l’estate fa fatica ad iniziare. In cambio c’è un sole splendido anche alle 22 e si può girare in bici pure di notte. Sono sul diciannovesimo anno via della Svezia ma nonostante che io abbia perso l’abitudine della luce di notte, mi sento ancora molto svedese e sono felice di andare trovare delle nuove avversari (-e?) al nord lontano della coppa Italia.Åre è un piccolo villaggio più o meno a “metà-Svezia” nella regione di Norrland con 1000 abitanti. La montagna Åreskutan misura 1420 metri e ospita tante gare di sci e bici a livello mondiale. Era uno degli stop delle maxi avalanche negli anni passati. Magari vi ricordate anche il campionato del mondo di DH del 1999 dove un giovane Nicolas Vouilloz ha vinto con ben 6 secondi di vantaggio dopo una caduta di Shaun Palmer sulla linea del traguardo.

È IL posto di sci e bici in Svezia e fino ad adesso non ho avuto l’occasione di visitare il loro bike park. Ogni anno, dal 2010, Årebergcyklister organizza l’Åre bike festival e questo anno anche il primo campionato nordico di enduro della storia. Ho deciso di andare su per sentire l’atmosfera dell’enduro svedese. NB: i paesi nordici sonoSvezia, Norvegia, Danimarca, Islanda e Finlandia.

La gara è su un giorno solo, sabato 4 luglio, con 5 ps presentate la sera del martedì. Non si sa quanti chilometri sono, e neanche quanto dobbiamo salire pedalando. Decido di arrivare a Åre il mercoledì sera con tutta la banda; le mie due bambine, la mia mamma ed una cuginetta. Senza pause sono 7 ore di macchina da Stoccolma ma il viaggio è lungo in cinque. Come andrà finire, potrò concentrarmi sulla gara?

IL TEAM

Giovedì mattina ci svegliamo presto, preparo la truppa e lascio tutti a mia mamma per andare a scoprire il terreno. C’è un sole splendido anche qua e le temperature si stanno alzando velocemente dopo la pioggia di ieri sera. Incontro i miei amici Joline e Mats che mi faranno anche da guida visto che le ps non sono ancora segnalate. Incontriamo anche Robin Wallner, il favorito maschile e Åre-local. Un discesista che nella sua prima gara enduro al EWS di Finale Ligure ha chiuso 17imo! Sembra molto motivato e contento che sia venuta fine a casa sua per girare. Possiamo raggiungere quasi tutte le ps con la cabinovia e ci mettiamo in coda dove ci sono anche gli sciatori di fianco ai bikers. Ma come?! Mi spiegano che in cima ha nevicato forte anche a giugno e ci sono 4 metri di neve sul lato nord. Roba da matti. Così la gara deve rimanere sulle parti basse della montagna.
In cima c’è una fantastica vista sul lago insieme ad un po’ di confusione per trovare i sentieri, non ci sono segnalazioni e ci sono tanti incroci tra un parte di sentiero ad un’altra per collegare le ps. Tiriamo fuori i telefoni in continuazione per mettere insieme tutte le deviazioni. Mi sento come se stessi facendo una gara di orientamento. Faccio molta attenzione durante la giornata a notare dove girare dopo ogni uscita sulle strade sterrate che incrociano i sentieri.
Partiamo per cercare la ps1, la più semplice da ricordarsi, segue lo stesso sentiero da in cima alla valle. Un bellissimo sentiero stile bike park con tante radici. Oggi hanno un strato di umido addosso, un vero divertimento. Giù, le mie guide dicono che è il sentiero più dh della gara, di fatto niente salite.
La PS2 parte con 10 minuti di pedalata. Siamo sopra al limite degli alberi e si parte con un sentierino stretto di montagna dove c’è da menare a “testa bassa”. Attraversiamo un ruscello due volte bagnandoci per  bene i piedi ma non fa niente visto che la temperatura è di 32°!
Entriamo in un toboga velocissimo e divertentissimo, usciamo sulla strada e ci aspetta una salita bella lunga e impegnativa prima di entrare nel sentiero “Getrappet”, un altro toboga lunghissimo con mille tornanti. È la ps più lunga e più fisica.
Cerchiamo la ps3 ma non si sa da dove parte e la prendiamo più in basso sperando di provare la parte alta domani. Di nuovo molto discesistica, piena di radici e tornanti stretti ma anche un traverso con sali/scendi dove si deve menare di nuovo. La parte finale ha delle curve veloci su erba prima di arrivare ad un’altra cabinovia dove c’è la parte principale del festival. Incontro Atle di Sweet protection, da questo anno mi supportano con i caschi ma è anche lo sponsor più grande della gara. Accanto vedo Erik di Fiveten Sweden che ho incontrato a Finale solo poco settimane fa. Ho un momento di socialising prima di ingolfarmi con uno degli hamburger più buoni del mondo al baretto locale.
Ci riposiamo un attimo all’ombra prima di risalire. Adesso c’è un sole che scotta, non mi aspettavo questo caldo avendo sentito della neve e delle temperature basse. Immagino che le maglie termiche rimangono nel fondo della borsa!
La ps4 inizia sulla ps1 ma dopo un piccolo pezzo si gira a destra e si va a cercare un altro pezzo di sentiero corto e semplice prima di rientrare più giù. La ps4 è corta e veloce ma piena di deviazioni da tenere in testa. Ho sentito che l’anno scorso uno dei marshall si è addormentato…
Per l’ultima volta oggi risaliamo per cercare la ps5. Parte insieme alla ps1 ma gira subito a sinistra attraversando un fiume (di nuovo piedi inzuppati) seguito da un pezzo pieno di radici e pietre grosse da navigare. Usciamo sulla pista e rientrando nel bosco dobbiamo passare dentro un altro piccolo fiume. Solo che oggi non è piccolo visto quanto fa caldo. ?E pieno di acqua e non si vede niente! Non mi piace… Si continua su sentiero e si deve pedalare attraversando la montagna per rientrare verso la ps3. È in piano con radici ed è difficile andare “a tutta”. Finalmente ,finito il pedalato, si entra sulla pista di dh e si scende a full gas fino al finish. Ma quando arriviamo giù ci accorgiamo che non abbiamo preso la parte finale “giusta” ma siamo troppi cotti per risalire. Non immaginavo di dirlo ma fa troppo caldo!
Giornata completa ma non finita. Oggi è anche il terzo compleanno della mia più piccola e rientro per organizzare una piccola festa, riposo a cosa serve?
Venerdì mattina riparto con gli amici verso la ps1 per rivedere tutte le ps per una seconda volta completando con i pezzi che non avevamo visto ieri. Fa un po’ meno caldo e si sta veramente bene. C’è più coda oggi ma è anche bello vedere tanta gente in bici. Ci sono tante ragazze e famiglie che girano con bici e guida.
Voglio fare tutto in uno senza fermarmi e parto per prima. Tra poco sento una chiamata e quando mi fermo vedi che è Mats…sento subito che c’è qualcosa che non va. Dopo 50 metri di sentiero ha perso la ruota anteriore ed è atterrato sulla mano destra. Il pollice è fuori uso. Rientra alla cabinovia da solo per andare in ospedale e ci dice di continuare assolutamente. Rivediamo tutte le ps e sento che ho visto quello che dovevo vedere e che ho una buona sensazione per trovare dove andare nonostante un po’ di paura di perdermi durante la gara. Rientro un po’ prima avendo promesso una gita al parco acquatico (al chiuso!) con la banda dei nani.
Prima di uscire ci chiama Mats, il pollice è rotto e dislocato. Che sfortuna!
Dopo cena vado alla riunione per capire le regole locali. Paraschiena e guanti non sono obbligatori ma la sorpresa più grande è che, per motivare la solidarietà, se ti fermi per aiutare un altro concorrente in difficoltà ti danno il tempo più veloce di categoria! In più c’è una partenza unica alle 9.00 per tutti gli elite, siamo un’ottantina di persone e la partenza alle ps sono aperte entro un certo limite per esempio la ps1 dalle 9.30-10.00. Mi sembra molto complicato al momento. Mi immagino un grande casino.
Sabato mi sveglio motivata ma un po’ stanca. Sento le ultime giornate in bici. Pronti via, pedaliamo su tutti insieme. Ho un po’ di tensione per queste partenze libere ma in cima si risolve tutto. Magari gli scandinavi sono totalmente abituati a fare coda che tutto va bene. In più incontro un vecchio amico, Ludde, che so andare forte e mi metto dietro di lui visto che non so come vanno gli altri. Conosco qualche ragazza delle EWS ma so che la più forte, Cecilia T, è la campionessa del mondo in orientamento in bici e ha vinto le ultime gare con tanto margine. È lei che devo tenere dietro per vincere, sarò abbastanza forte?
Ho una buona sensazione dopo la prima PS anche se faccio dei piccoli errori dovuti alla tensione. Per la ps2 risaliamo con la seggiovia e pedaliamo per 20 minuti. So che Cecilia va forte quando è la ps è lunga e pedalata. Questa devo gestirla bene per starle davanti. Parto bene nel pedalato ma quando entro nel toboga non ho più il freno dietro! Pompo ma non pinza e vado un po’ a scatti avendo difficoltà a tenere il ritmo. Fortunatamente si sale e dopo ancora un attimo il freno riparte ma quando sono al finish vedo Cecilia uscire velocemente dietro di me, ha superato una ed è andata molto forte. Senza live timing non si sa niente fine a fine gara e dobbiamo continuare senza sapere nulla.
La ps3 si raggiunge con la seggiovia e una breve pedalata. Parto veloce e trovo la partenza senza coda. Sono senza pazienza dopo il problema meccanico. Mi sento forte nella discesa e mi fermo per mangiare, abbastanza serena. Non c’è CO ma abbiamo una piccola pausa. Il resto della giornata si fa tutta pedalata e inizio a sentirmi stanca. Dopo la ps4 vedo che ho un po’ di secondi di buono e ne rimane solo una. Vado a tutta non sapendo nulla. Nel pedalato le gambe non vogliono più saperne ma ci arriviamo lo stesso. Arrivo nel finish senza errori grossi e sono soddisfatta di aver finito la giornata. Subito arriva tutta la banda e sono davvero felice di essere con le mie bambine che vivono anche loro quello che faccio. Mi hanno raccolto dei fiori e mia mamma sembra la mamma più orgogliosa del mondo. Non l’ho mai vista così.
Finché tutti i 260 partecipanti non hanno restituito i chip non si saprà nulla, allora andiamo verso casa in attesa dei tempi. Passano le ore e non si sente nulla. Alle 18.15 vado su alla seggiovia per vedere e incontro una signora che parla proprio dei risultati. Sento che parlano dei tempi e chiedo come è andato. Mi dice che  Robin Wallner ha perso la catena 3 volte e alla fine il cambio si è infilato nella ruota. Chiude 4°. Poi mi dice che ha vinto una Louise Paulin e Dennis Dertell. Il titolo è mio! La signora riceve un abbraccio di gioia e vado a casa per raccontare la buona novità. Stasera si festeggia!
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