Aria contro molla: Fox Float X vs DHX. In primavera, durante il periodo in cui normalmente si svolge la Sea Otter, quando molti marchi lanciano nuovi prodotti, Fox ha presentato una forcella 34 completamente ridisegnata e i nuovi ammortizzatori DHX e Float X. Hanno alcune caratteristiche che derivano dalle versione top di gamma DHX2 e Float X2 ma presentano regolazioni singole in estensione e compressione e un prezzo più conveniente. Da qualche mese li sto mettendo entrambi alla prova confrontandoli con un Float X2 come punto di riferimento.
Dettagli Float X
Partendo dal peso, il Float X da 210x55mm è sorprendentemente leggero, con le boccole installate e un riduttore di volume abbastanza grande segna 477 grammi.
Entrambi i pomelli, ritorno e compressione, sono di facile accesso, hanno un buon grip e le posizioni sono facili da individuare.
Anche se in genere vado a sensazione, non posso certo lamentarmi degli indicatori numerati sui pomelli di compressione e ritorno.
Una caratteristica interessante del Float X è che il diametro della camera dell’aria è più grande, il che significa più volume d’aria che a sua volta significa pressioni medie inferiori. Fox dichiara che sono necessari mediamente 40 PSI in meno rispetto al suo predecessore da trail, il DPX2.
Infine, un semplice blocco indipendente a due posizioni è facile da gestire e richiede un movimento di soli 40º. È interessante notare che puoi riposizionare la leva verso l’alto o verso il basso, se lo desideri.
Dettagli DHX
Il DHX ha fermato la bilancia a 875 grammi, un peso ragionevole considerando che sono incluse le boccole e la massiccia molla da 600# che, pur essendo il modello SLS (in lega super leggera), ha il suo peso. Tutto sommato è un prodotto relativamente leggero.
Uno dei più grandi aggiornamenti di sempre per gli ammortizzatori Fox dal 2021 in poi è il tampone di fine corsa in MCU di dimensioni maggiorate. Rende il fondo corsa molto più morbido rispetto ai tamponi più piccoli che lo hanno preceduto.
A migliorare ulteriormente il tampone di fine corsa c’è un piattello inferiore della molla circolare che lo sostiene completamente così che non possa fuoriuscire e diventare inutile in caso di grandi urti. Per l’installazione e rimozione del piattello è necessario un anello elastico, abbastanza facile da usare.
Il corpo dell’ammortizzatore ha delle scanalature e ci sono dei fermi nella ghiera di precarico della molla. C’è anche una protezione antigraffio in plastica per proteggere l’ammortizzatore dagli sfregamenti della molla quando si gira in condizioni fangose.
Un indicatore per il corretto precarico è inciso direttamente sulla ghiera. I click si distinguono bene quindi è facile contarli ma rallentano la rimozione della molla.
Fox ha escogitato un sistema abbastanza semplice per cambiare la corsa mantenendo il medesimo interasse. Ad esempio, il mio ammortizzatore da 210x55mm mostrato sopra potrebbe essere portato a 52,5 o 50mm installando distanziali rispettivamente da 2,5 o 5 mm sulle due viti, tra la piastra e la tenuta del pistone. È bello che ora questa modifica si possa fare a casa in modo semplice, senza olio o attrezzatura speciale. Prima di rimuovere i distanziali però ricorda di verificare la compatibilità con il produttore del telaio.
Per questa recensione ho tenuto come riferimento il DPX2 e il vecchio DHX per i confronti rispettivamente con il Float X e con il nuovo DHX. Inoltre, è in esame la posizione di questi ammortizzatori rispetto ai competitor e rispetto alle versioni top di gamma di Fox.
Partiamo con il Float X dal quale sono rimasto molto colpito. Si sente più scorrevole e più raffinato del DPX2 in quasi tutte le situazioni, ma soprattutto resiste meglio al surriscaldamento durante le discese lunghe e sconnesse. Nonostante una struttura più leggera sopporta bene i terreni impegnativi. Le indicazioni di fabbrica sono precise, ho gonfiato a 35psi in meno rispetto al DPX2 montato sulla stessa bici e 50psi in meno rispetto al Float X2, per quello che vale.
Per i miei 79kg è un discreto vantaggio ed è ulteriormente vantaggioso per i rider più pesanti e aggressivi poiché non avranno bisogno di pressioni troppo elevate. Per quanto riguarda le regolazioni dell’idraulica, preferisco di gran lunga l’ampia gamma utilizzabile nella compressione alle basse velocità combinata con un semplice blocco on/off.
Il DPX2 aveva un regolatore LSC relativamente inutile che richiedeva un multitool e un blocco a 3 vie con un’impostazione “trail” intermedia poco sensata e un blocco che non era abbastanza solido. Il Float X migliora notevolmente questi aspetti e vale la pena sottolineare che il range del ritorno è stato notevolmente migliorato. Con il DPX2 faticavo spesso e avrei avuto bisogno di posizioni intermedie tra i click ma non è più così e ora ho tre o quattro click molto utilizzabili per il rimbalzo.
Per quanto riguarda il tuning c’è una vasta scelta nella curva di compressione. Fox offre sei diversi riduttori di volume per il Float X. Sono disponibili con incrementi di 0,2 pollici cubici. Cinque dei sei sono illustrati di seguito, non c’è quello giallo che è nell’ammortizzatore. Ad ogni modo, piuttosto che impilare 1, 2 o 3 riduttori come faresti con un RockShox Super Deluxe, il suo principale concorrente, c’è un’intera gamma a disposizione per una migliore messa a punto dato che offre in tutto sette possibili opzioni.
Si riconoscono grazie ai differenti colori e i volumi effettivi sono stampati su ciascun riduttore. Quindi cosa significa sui trail? Che è davvero improbabile non riuscire a trovare la giusta curva di compressione e le giuste sensazioni. Un altro aspetto del Float X che ho apprezzato è che quando ho optato per un riduttore di volume leggermente più piccolo (quindi meno progressivo) per aumentare l’assorbimento a metà corsa, i bottom out non erano così forti.
Ciò è probabilmente dovuto al tampone di fine corsa più grande e molto migliorato. Quindi, puoi cavartela con una configurazione più lineare senza andare incontro a violenti bottom out e questa è innegabilmente una buona cosa.
Per quanto riguarda il DHX, ho molto apprezzato i miglioramenti progettuali di cui beneficia anche il Float X come il nuovo approccio alla compressione alle basse velocità e al blocco. Mi sono piaciuti anche gli aspetti che condivide con il DHX2, la sua controparte più costosa, come i click della ghiera di precarico della molla e, soprattutto, il tampone di fine corsa più consistente.
Molti biker hanno l’idea di mettere un ammortizzatore a molla sulla loro bici a media escursione ma non tutte le bici sono progettate per ospitarne uno, o quanto meno non in modo ottimale. Una delle questioni più importanti è che gli ammortizzatori a molla non accumulano pressione alla fine della corsa come fa un ammortizzatore ad aria. Pertanto, gli ammortizzatori a molla con tampone di fine corsa tradizionale possono essere particolarmente difficili da gestire.
Ho scoperto che anche sulla mia bici che è quasi lineare, il DHX ha evitato estremamente bene i fondo corsa violenti. Vale la pena notare che il DHX accumula un po’ più di pressione (quindi di progressione) anche idraulicamente rispetto al “vecchio” DHX2 che sembrava affondare abbastanza facilmente.
Per quanto riguarda il tuning, faccio i complimenti a Fox per la scelta di offrire le loro molle SLS con incrementi di 25 libbre. Con gli ammortizzatori dei concorrenti e le loro molle con incremento di 50 libbre, mi sono ritrovato a cercare molle di terze parti.
Per quanto riguarda le regolazioni idrauliche, sono uno a cui piace giocare con compressione e ritorno ad alte e basse velocità ma non mi sono mancate: il DHX è molto pratico e la maggior parte dei biker ha esattamente ciò di cui ha bisogno. Non mi sono mai trovato nella situazione in cui sentivo di dover davvero separare le regolazioni ad alte e basse velocità.
Questo indica un design complessivo dell’ammortizzatore ben strutturato e ampiamente sfruttabile. Nel complesso, ho trovato che il DHX offre un sacco di trazione e sensibilità. La mia ruota sembrava incollata al suolo e il suo comportamento generale è costante, anche su discese brutalmente lunghe che superavano i 1.000m di dislivello in una volta.
Prevalentemente si tratta di una sfilza di cambiamenti apparentemente piccoli che formano un grande miglioramento nella somma delle parti. Fox ha fatto un grande passo avanti con entrambi questi ammortizzatori.
Il Float X è posizionato come ammortizzatore ad aria principalmente da trail, con il Float X2 che è destinato agli usi più gravosi e quindi ha un prezzo un po’ più alto a causa di un circuito idraulico più raffinato. Per quanto riguarda il DHX, è un sostituto estremamente degno dell’ultimo DHX con la stessa struttura che sopravvive da più di un decennio sul mercato facendo un ottimo lavoro.
È difficile definire economico un ammortizzatore da circa 550 dollari, ma nel mondo degli ammortizzatori a molla è onesto dire che il DHX offre il miglior rapporto qualità-prezzo. Per lo meno, è una buona opportunità per passare a un ammortizzatore a molla sulla tua bici da trail se sei curioso di provare.
Per quanto riguarda la scelta tra i due, in termini di caratteristiche e funzionamento c’è un po’ di sovrapposizione. Consiglierei di basare questa decisione innanzitutto sulla cinematica della propria bici e sulle esigenze personali. Per le bici più lineari è probabilmente più indicato il Float X mentre per le bici più progressive il DHX.
Tutto sommato non riesco a pensare a nulla da migliorare su entrambi i modelli. Ultimamente Fox è molto determinata e sta offrendo alte prestazioni su tutti i prodotti della loro gamma.
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