Aria o molla? Una guida

Dopo i 162 commenti al nostro primo articolo riguardante gli ammortizzatori ad aria o a molla, abbiamo deciso di approfondire l’argomento: bici e marchio di sospensioni diversi ci offrono anche l’occasione di dare uno sguardo a quando la scelta dell’aria o della molla sia preferibile.

Abbiamo ricevuto da RockShox due ammortizzatori, molto diversi tra loro, da montare sulla Cannondale Jekyll che abbiamo in test. Negli ultimi mesi abbiamo testato sia la versione ad  aria che quella a molla dell’ammortizzatore Super Deluxe.

Gli ammortizzatori a molla sembrano essere l’ultima tendenza, soprattutto su bici da escursioni medie come ad esempio la Jekyll. Dato il suo schema di sospensione non particolarmente lineare né particolarmente progressivo, e dato il suo rapporto di leva, anch’esso  non esagerato in alcun senso, la Jekyll ci sembra una buona bici per ospitare sia un ammortizzatore a molla che uno ad aria e quindi per fare un confronto diretto tra i due.

Prima di cominciare però vorremmo cercare di capire in generale le differenze tra gli ammortizzatori ad aria e quelli a molla, così da aiutare il lettore a scegliere quale sia l’ammortizzatore migliore sulla base dello schema di sospensione della bici, fondi su cui si pedala, preferenze personali, eccetera.

Schema di sospensione

Se state sostituendo l’ammortizzatore della vostra bici e ne state cercando uno in aftermarket, sarà necessario prendere in considerazione diversi prodotti, conoscerne i pro e i contro e le regolazioni che offrono. Per quanto riguarda la cinematica della sospensione su cui l’ammortizzatore verrà montato, due sono gli elementi principali da tenere in conto: il rapporto di leva e la curva di compressione.

Una schermata di un software per lo studio della cinematica delle sospensioni, immagine concessa da www.bikechecker.com.

Prima di comprare un ammortizzatore è quindi utile capire bene lo schema di sospensione della propria bici e saper rispondere a qualche domanda. Ha un rapporto di leva alto o basso? Ha una curva di compressione lineare o progressiva?

Rapporto di leva

Determinare il rapporto di leva è relativamente semplice, basta prendere l’escursione totale alla ruota e dividerla per l’escursione dell’ammortizzatore. In generale, i rapporti di leva nelle mountainbike in commercio sono compresi tra 2.3:1 (un rapporto basso) e 3:1 (rapporto alto). Per esempio, la nuova YT Capra ha 180mm di escursione alla ruota posteriore ed un ammortizzatore con 75mm di corsa. Il rapporto di leva è di 2.4:1, piuttosto basso. La Specialized Enduro invece ha 170mm di escursione posteriore con un ammortizzatore di soli 57mm di escursione, per un rapporto di circa 2.98:1, che è un valore alto. Ne segue che un ammortizzatore perfetto per la Capra non è necessariamente una buona scelta anche sulla Enduro e vice versa. Un rapporto di leva alto unito ad un ammortizzatore a molla su uno schema single pivot avrà come conseguenza frequenti finecorsa.

Curva di compressione e progressività

Le geometria dello schema di sospensione determina la sua progressività. Il fatto che la sospensione sia single pivot o no, che abbia un rapporto di compressione variabile o leve che modifichino la traiettoria dell’asse della ruota sono tutti fattori che influenzano la progressività della sospensione di una mountainbike. Non esistono regole semplici per determinare la progressività di un particolare schema di sospensione: per ottenere questa informazione è tipicamente necessario fare un po’ di ricerca.

Tabella delle progressività di diversi schemi di sospensione, da un video  del canale YouTube di Andrextr’s.

La maggior parte dei produttori però non fornisce questa informazione tra le specifiche della bici. Al collegamento seguente trovate un canale YouTube  dove si trovano diversi video utili a farsi un’idea della progressività dello schema di sospensione di diverse bici. Cercando un po’ online però è possibile trovare queste informazioni anche su altri canali.

Fattori da considerare

Ecco un paio di considerazioni generali da tenere a mente quando si tratta di scegliere tra un ammortizzatore a molla ed uno ad aria.

  • Se ciò che cercate è un ammortizzatore dal feeling progressivo, probabilmente è il caso di sceglierne uno ad aria. Sia nel caso delle forcelle che degli ammortizzatori, gli elementi elastici a molla sono più lineari di quelli ad aria.
  • Al contrario, chi è alla ricerca di un feeling lineare, magari su una bici che di per sè ha una sospensione progressiva, si orienterà preferenzialmente verso gli ammortizzatori a molla.
  • Se la bici ha un rapporto di compressione alto, probabilmente sarà il caso di evitare un ammortizzatore a molla, a meno che il rapporto di compressione della bici non sia molto crescente (vale a dire che la curva è progressiva). Quindi, un ammortizzatore con alto rapporto di leva su uno schema single pivot (lineare), probabilmente sarà soggetto a frequenti finecorsa se montato con un ammortizzatore a molla. Andrà meglio invece con un ammortizzatore ad aria con qualche riduttore di volume.
  • In linea generale, bici con rapporti di leva bassi vanno meglio con ammortizztori ad aria a volumi maggiori e viceversa. Dato che negli ultimi anni la tendenza è quella di disegnare bici con sospensioni dal rapporto di leva basso, il mercato degli ammortizzatori ad aria sta seguendo con l’adozione di camere positive e negative relativamente grandi.
Questi grafici (su concessione di RockShox) mostrano come i riduttori di volume cambino la progressività diminuendo il volume della camera positiva.

Confronto sul campo

Per il nostro test comparativo abbiamo usato un RockShox Super Deluze RCT ad aria ed un Super Deluxe Coil RT Remote. Nel nostro precedente test del Super Deluxe Coil RT abbiamo speso alcune parole si vantaggi del comando remoto al manubrio. Dato che è disponibile anche sulla versione ad aria, trascureremo questo aspetto nel seguito di questo confronto.

Peso

È noto che in generale gli ammortizzatori a molla pesano più di quelli ad aria (indicativamente 400-500 g in più). L’aumento di peso può essere ridotto (circa dimezzato) sostituendo la molla in acciaio con una in titanio. Nel nostro caso, la differenza tra la versione a molla e quella ad aria del Super Deluxe è 517 g, escluso il comando remoto. Conseguenza del maggior peso degli ammortizzatori a molla è il fatto che vengano montati preferenzialmente su bici con escursioni relativamente lunghe, che di per sè sono meno votate alla salita.

Sensibilità (trazione)

Se da un lato gli ammortizzatori a molla hanno lo svantaggio di essere più pesanti, dal punto delle prestazioni compensano con una maggiore sensibilità. L’assenza dell’elemento elastico ad aria consente di usare meno le guarnizioni che devono garantire una tenuta ermetica. Va anche detto però che ultimamente sono stati notevoli i miglioramenti da questo punto di vista, per quanto riguarda gli ammortizzatori ad aria. Con l’avvento degli ammortizzatori con formato metrico ed i maggiori volumi d’aria, anche le pressioni di esercizio si sono abbassate di 30 – 50 psi in media.

Minori attriti sulle guarnizioni significano miglior tenuta. Ne consegue che dal punto di vista della tenuta e della sensibilità, vincono gli ammortizzatori a molla.

Questo è un elemento che va tenuto in considerazione soprattutto da chi ama andare al limite, vale a dire dai biker che gareggiano o che girano su terreni molto impegnativi. Se girate spesso su fondi tecnici, ripidi o scivolosi, la tenuta di un ammortizzatore a molla vi aiuterà molto. Se invece siete spesso su fondi compatti e in bikepark, un ammortizzatore ad aria dovrebbe andare bene.

Regolazioni

Da questo punto di vista, gli ammortizzatori ad aria sono un passo avanti. Con una pompa per sospensioni e qualche riduttore di volume, si può regolare la rigidità e progressività dell’elemento elastico all’infinito.  Se un ammortizzatore a molla richiede di sostituire la molla (di solito vengono fornite molle diverse, con incrementi di 50 libbre/pollice), con un ammortizzatore ad aria è possibile variare la pressione di pochi PSI. Inoltre le molle costano molto più dei riduttori di volume in plastica che è possibile comprare per regolare la progressività di un ammortizzatore a molla.

Conclusioni

In breve, sulla nostra bici ci siamo trovati meglio con l’ammortizzatore ad aria, grazie alla sua maggiore progressività e quindi alla rampa nella parte finale della curva di compressione. Con l’ammortizzatore a molla la bici è incollata al terreno e affronta meglio i fondi tecnici e gli urti di media entità. RockShox, in particolare, adotta un voluminoso gommino per i finecorsa e affida alla frenatura idraulica una marcata progressione alla parte finale dell’escursione, il che, malgrado la maggiore linearità tipica di un ammortizzatore a molla, aiuta molto ad evitare i violenti finecorsa. A questo ha contribuito anche la progressività dello schema di sospensione della Jekyll.

Come abbiamo detto sopra, per fare una scelta ragionata quando si tratta di comprare un ammortizzatore, è utile conoscere la propria bici e tener conto del proprio stile di guida e del tipo di percorsi su cui si gira. Lasciate pure qui sotto qualunque domanda, commento o suggerimento.

Un ringraziamento a  www.rockshox.com per i componenti in test.

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