[Whistler Crankworx 2012] Avvistamenti e AirDH

Whistler si trova a 500 metri sul livello del mare, niente di speciale se vogliamo. Sorge però in una vallata davvero stupenda, con vari laghi dove bagnarsi nelle vicinanze. Ancora non ci sono stato ma vorrei tanto andarci prima di partire. Purtroppo per muoversi qui serve la macchina, le distanze da coprire per raggiungere l’uno o l’altro posto sono sempre imponenti . American Style no!
Ad ogni modo dopo avervi raccontato delle emozioni provate con i trenini e con la gente festante al whip off contest, oggi vi racconto una emozione completamente diversa. Sicuramente meno intensa di quelle provate negli ultimi giorni. Ma che forse proprio oggi, più di ogni altro giorno, mi serviva per smaltire la sbornia di adrenalina.
Premetto che non sono un rider che ama girare da solo. Dagli ultimi miei articoli mi pare chiaro. Trovo però che se quando si tira giù il casco e si stringono le manopole è bello farlo in gruppo, quando si risale con gli impianti o ci si ferma per una pausa, è anche bello stare da soli. Se nel primo caso infatti tutta la nostra concentrazione va sul tracciato e sulla nostra (nostra del gruppo) prestazione sportiva, nel secondo la mente è libera di vagare, gli occhi di ammirare, il corpo di sentire la natura in cui siamo immersi.
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Ok avete ragione, sto diventando un sentimentale. La realtà è che penso che chiunque faccia il nostro sport, chiunque passi tanto tempo in montagna o immerso nel verde e nel bosco, chiunque tragga piaceri nell’utilizzare quello che il terreno ci propone, quindi ostacoli da superare e sfide da vincere, non possa che amare profondamente la montagna e la natura che lo circonda in quei momenti. Ci sentiamo in dovere di ringraziare la natura per tutto ciò che ci sta donando, senza per altro chiederci nulla in cambio. Non credo di essere l’unico che cerchi con lo sguardo, curioso di imparare e di scoprire con gli occhi, e con tutti i sensi, il mondo che lo circonda. Per confrontarlo forse con quello a cui è abituato? Bo chissà. L’unica cosa che so è che mentre sono in seggiovia, con qualche sconosciuto di fianco e la musica nelle orecchie, cerco di guardarmi attorno e scorgere dei particolari, dei fermo-immagine, che possano restarmi impressi nella mente per ricordarmi questi posti e queste esperienze che sto facendo.
Grazie a questa avidità di scoprire ho già avvistato ben 2 orsi (non che uno fosse tanto difficile da vedere, era a bordo pista sotto la seggiovia…) e un cervo. Belli tranquilli stavano a pochi metri dalla gente che passava rumorosamente in bici senza accorgersi di loro. Non avevo mai visto un orso, ne un cervo. Fa ridere ma tutti sappiamo un sacco di cose su orsi, cervi, altri animali di questa o quella parte del mondo e non li abbiamo mai visti. La curiosità è stata la causa degli avvistamenti, se avessi parlato con qualcuno in quel momento e avessimo riso o scherzato probabilmente non mi sarei concentrato nel cercare gli animali (non che li cercassi in realtà, cercavo “qualcosa”, e sono apparsi loro). Non voglio che pensiate che mi piaccia girare da solo. Cerco solo di prendere ciò che di meglio ha da offrirmi la situazione che vivo in quel momento. E oggi quello che potevo prendere era la pace e la tranquillità e la ricerca di fermo-immagini, di ricordi. Scusate non ho foto (che tanto avrebbero fatto schifo perchè con la mia gopro non ha senso fotografare a più di 4 metri di distanza a causa del grandangolo) perchè in quel momento ero troppo impegnato a fotografare con i miei occhi. (la foto di copertina e della vista delle montagne di Whistler dal lago son state totalmente rubate al web!!)
Diretur, ma in Africa non c’è nessun servizio da fare? Perché sarei curioso di vedere da vicino gli ippopotami!!

News dal fronte.
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Il programma di Ferragosto prevedeva l’air DH, gara di discesa che si disputa sulla famosa A-line.
Gareggiare su questa pista deve essere davvero dura, ne sono la conferma le parole di Gianluca Vernassa: “A-line, un percorso così figo da girare per il divertimento.. ma minkia se è duro quando si è in gara!!! 4 minuti di: salta-pedala-salta-pedala-salta-pedala-curva-pedala-salta-pedala” (cit presa dal facebook dell’atleta Italiano). Ha vinto di nuovo Smith, in seconda posizione Lopes che aveva già vinto varie volte questa gara.
Ma se il percorso è tecnicamente semplice, liscio, con salti fatti a regola d’arte e spondoni che ti possono far fare le curve a qualunque velocità, sorge spontaneo chiedersi perchè questa gara sia così dura se non per il fatto che la pista è liscia e scorrevole anche per gli avversari.
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Penso di capire a cosa si riferisse Gianluca con le sue parole. In questi giorni ho girato tanto su questa pista. Per divertirsi e andare “a zonzo” è veramente la pista perfetta, ideata e tracciata in maniera perfetta, mantenuta in modo altrettanto maniacale, è una pista che non annoia mai. I salti perfettamente “shapati” (cioè modellati) sparano in alto e ci si trova a volare in modo molto composto senza affaticarsi minimamente. Spesso addirittura bisogna moderare la velocità perchè presi dalla foga si rischia di arrivare a velocità eccessive e superare i landing. Ecco la difficoltà di cui Gianluca parlava. Se già andando tranquilli senza pedalare e senza “pompare” si arriva precisi o lunghi sui salti, cosa succede se vogliamo fare il tempo e tra un salto e l’altro ci mettiamo qualche pedalata? Ci sono diverse tecniche per assorbire i salti, è vero, ma salti con rampe così alte e ripide (si parla anche si rampe alte più di 1.5 mt) sono difficilissimi da assorbire. Si può insomma stare bassi, ma non si possono fare miracoli. La gara è quindi composta da 4 minuti di pedalata ininterrotta, di scatto. Intervallata dall’assorbire i salti e insaccarsi sul piano oltre gli atterraggi (cercando per altro di non cadere e di essere pronti per il salto successivo). Per questo motivo sono sicuro che sia una gara durissima, diversa dalla lunga Garbanzo di qualche giorno fa, per percorso e durata, ma durissima.
Grandi complimenti quindi a Smith che è riuscito ad imporsi in entrambe nonostante la differenza abissale di percorso.
Altre notizie dal fronte riguardano lo slope style… più che notizie sono pillole. Sono iniziate le prove sull’enorme tracciato che ospiterà la gara regina del Crankworx e che non si differenzia moltissimo da quello dello scorso anno. Osservando un po’ tali prove e parlando con alcuni rider il percorso è apparso all’altezza dell’evento ma forse non ancora del tutto pronto. I landing troppo soffici (hanno appena finito di metterli a posto) hanno causato qualche caduta di troppo. Rider fortissimi come Reeder, Sorge, Berrecloth sono rimasti vittime del terreno dando delle gran facciate. I primi due non dovrebbero aver riportato grossi danni anche se non sembravano proprio contenti di aver cartellato duro sin dal primo giorno. Per Darren invece pare che l’infortunio sia serio, o meglio abbastanza serio da fargli saltare la gara in programma.
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Ciao
Jack

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